LA BELLA ALICE SI RIGIRA DALLA TESTA AI PIEDI

LA BELLA ALICE SI RIGIRA DALLA TESTA AI PIEDI LA BELLA ALICE SI RIGIRA DALLA TESTA AI PIEDI Così Lewis Carroll inventava metagrammi birra del rivoluzionario. Perciò lei non ha torto» scoppia nuovamente a ridere. Sta concedendosi una vacanza italiana Tomi Ungerer, un «vagabondaggio senza bagagli» in un Paese che ama e di cui vuole imparare la lingua. «La porto sempre con me» cava di tasca una busta su cui ha trascritto, a matita, l'incipit dell'Inferno di Dante. «E' di una dolcezza infinita» sospira dopo averlo letto ad alta voce. La nostra lingua ha d'altronde portato fortuna a questo giramondo convinto che «non dobbiamo attardarci a sperare, ma batterci per ciò in cui crediamo e divertirci appena possiamo». Difatti II gigante di Zeralda, Il cappello e I tre briganti, magiche storie di poche parole sparse tra calamitanti immagini pubblicate venti e più anni fa, sono adesso dei longsellers della Junior Mondadori. Ed è fresco di stampa Lo strano animale del signor Racine (pp. 36, L. 9000), allegre scorribande di un similelefante ghiottone. «Valli a capire, i tempi e i gusti del pubblico» allarga le braccia. E aggiunge: «Non cerco neppure di riconoscerlo, il mio pubblico, oggi che per troppa scelta nessuno riesce più a lasciarsi impregnare dai libri. Comunque ciò che conta è che i bambini leggano libri "in avanti" rispetto alla loro età: la curiosità per la parola che porta all'amore per la lettura importante, magari "difficile" ma di sicuro nutriente, nasce così». abma e to è perché da questo nome ricavò lo pseudonimo con cui è più famoso. Lo ottenne mediante un gioco capzioso. Da Charles passò all'equivalente latino, Carolus, e rifece il salto verso l'inglese: Carroll. Analogamente, da Lutwidge giunse a Lodovicus, e di qui a Lewis. E' con il nome di Lewis Carroll che il Reverendo firmò i suoi capolavori, come Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio. Carroll fotografava bambine e si manteneva in rapporti epistolari con loro. Nel 1871 Carroll pensò di far costruire un manichino delle proporzioni di Julia Arnold, la futura signora Huxley, che allora aveva nove anni. Alla sorella maggiore della piccola, scrisse: «Mi procurerò, se potrò, un duplicato preciso di Julia in cartapesta». Il manichino doveva servire per non meglio precisabili «esperimenti fotografici»: con le bambine Dodgson-Carroll si consentiva di tutto, riusciva a progettare le azioni più sospette mantenendo la sua innocenza. Sta di fatto che Julia Arnold rimase in rapporti epistolari con il reverendo Dodgson-Carroll anche da giovincella. A sedici anni, era il Natale del 1878, scrisse al suo amico, dicendogli che non aveva nulla da fare e che si annoiava. L'amico in¬ ventò per lei un gioco, che chiamò doublets (la traduzione italiana più comune è Metagrammi) e che è tuttora uno dei giochi più famosi e diffusi di Lewis Carroll. Nel 1879, Carroll presentò i doublets ai lettori di Vanity Fair e ne spiegò le regole così: «Vengono proposte due parole della stessa lunghezza, e il rompicapo consiste nel collegarle insieme interponendo tra l'una e l'altra altre parole, ciascuna delle quali dovrà differire dalla successiva per una sola lettera. E' possibile cioè cambiare una lettera di una delle parole date, poi una lettera dalla parola così ottenuta, e così via, finché si arriva all'altra parola data». Il primo esempio di metagramma fatto da Carroll faceva passare da Head (testa) a Tail (coda) in quattro passaggi intermedi (Heal, Teal, Teli, Tali). In italiano testa ha cinque lettere, e coda ne ha quattro. Per fare un gioco analogo occorrerà arrivare a coda partendo da capo (cova, covo, cavo); oppure partire da testa per arrivare a piedi: testa/pesta/pista/pieta'/piena/pieni/piedi. Se troviamo Julia allo scrittoio, mentre perpetua le attitudini epistolari che Carroll le insegnò nell'infanzia, potremmo

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