Il «coraggio» del Papa all'esame del Sinodo

Dibattito sulla «Ut unum sint» Dibattito sulla «Ut unum sint» Il «coraggio» del Papa all'esame del Sinodo Ma su ecumenismo, bioetica e donna le distanze teologiche sono enormi Tre punti nevralgici della vita ecclesiale e della «coscienza» sociale valdometodista all'esame dell'assemblea sinodale di Torre Pellice. Temi che per lo spessore etico richiedono attenzione e finezza. I punti sono l'Ecumenismo, specialmente per quel che riguarda il primato del Vescovo di Roma; la bioetica con tutto quello che di palese e sommerso il termine racchiude in sé; il messaggio protestante alla Conferenza sulla donna che si tiene a Pechino e che in qualche modo è collegato agli argomenti della bioetica: aborto, contraccezione, in primis. Dite se tutto questo non deve essere per forza di cose posto a confronto speculare con quel che si legge e si profetizza sulla sponda cattolico romana. Può darsi che dentro le mura Leonine gli umori del Sinodo giungano smorzati, ma va ricordato che quel che si avverte a Torre Pellice è l'eco forte di quanto si decide nel vasto mondo delle chiese evangeliche. Ecumenismo: ne parlano il teologo Paolo Ricca e il pastore Fulvio Ferrario. La «Ut unum sint» di Giovanni Paolo II è stata sviscerata fin nelle virgole. E c'è del nuovo che va preso con fede, quanto meno con buona fede. Piccoli passi di avvicinamento da parte della Chiesa romana che non definisce più i protestanti fratelli «separati» ma fratelli «ritrovati»; per la prima volta, vengono accolti nelle citazioni documenti del Consiglio ecumenico delle Chiese e non soltanto del magistero cattolico; infine l'invito alle altre Chiese di cercare «insieme» una «forma di papato che tutti i cristiani possano accettare». Paolo Ricca, te ogo Finora nessun pontefice aveva osato tanto. Basta? Mica tanto. Le distanze teologiche sono ancora immense, sottolineano Ricca e Ferrario: la questione del primato papale è nodale: che Pietro sia stato il primo papa è dubbio sul piano storico e l'assunzione del primato pontificio ha creato all'interno della stessa Chiesa romana più divisioni che convergenze. Si dovrà quindi trovare (chissà quando, ma chissà come spira il vento dello Spirito Santo?) un qualcosa che coordini nella parola del Signore la comunità cristiana universale nel riconoscimento delle «diversità riconciliate». Restano a spronare gli uomini di buona volontà, la fede e la speranza che sono, se non erriamo, virtù teologali. Diversità sostanziali tra Chiesa valdese e Chiesa cattolica si colgono sul terreno delle enunciazioni bioetiche. Ad esempio il Sinodo ha licenziato all'unanimità un documento destinato a confortare le due rappresentanti evangeliche italiane alla Conferenza di Pechino in cui si dice chiaro e tondo che «le tematiche della contraccezione e dell'aborto siano collocate nel quadro del rispetto dell'autodeterminazione della donna, della conoscenza e diffusione dei metodi di contraccezione, anche come forma di prevenzione dell'aborto». Aborto, pillola, preservativo, qui, non sono tabù. Negativo il giudizio, in linea generale, sulle adozioni tra coppie omosessuali o di single: dipende da caso a caso; su tutto deve prevalere il diritto del bambino. Sull'eutanasia il sinodo è «possibilista». Ip. p.b.l Un momento del sinodo valdese che si tiene a Torre Pellice e si concluderà domani Paolo Ricca, teologo

Persone citate: Ferrario, Fulvio Ferrario, Giovanni Paolo Ii, Paolo Ricca, Ricca

Luoghi citati: Pechino, Roma, Torre Pellice