Luciano il furioso inventa una nuova crociata

Luciano il furioso inventa una nuova crociata UN PERSONAGGIO DISCUSSO Dopo la sconfìtta con la Sampdoria, Gaucci si scaglia contro l'arbitro: è incapace o corrotto Luciano il furioso inventa una nuova crociata «E' meglio essere radiato che veder maltrattare il Perugia» QUESTA è la storia di un uomo, Luciano Gaucci, che ha inseguito con assidua decisione il grande calcio. Si è interessato alla Roma, anche alla Fiorentina. Poi ha rilevato il Perugia. Ma è anche la storia di un uomo che ha occupato il palcoscenico da prim'attore tra il denaro investito e gli scontri violentissimi con i Palazzi degli arbitri e dei giornali. Un uomo senza mezze tinte, «strizzato» nei suoi completi con cravatta regimental, e una furia verbale che ha pochi riscontri. Un uomo sanguigno, che i nemici li cerca. Martedì sera Gaucci ha reclamato ancora una volta la scena. Ha triturato Treossi e il suo guardalinee Giovanni Salvato, di Messina. Ha iniziato dedicandosi a quest'ultimo (reo di non aver segnalato un fallo sul perugino Negri e poi un fuorigioco di Mancini nell'azione che ha portato al gol sampdoriano), poi è passato all'arbitro, responsabi¬ le di non aver concesso un rigore, netto, al Perugia. Luciano Gaucci ha marcato stretto quei due: è sceso verso il campo per «redarguire» Salvato, poi nel tunnel già famoso per il caso Menicucci (l'ex arbitro protagonista di un'altra veemente protesta del Perugia) ha «colloquiato» con Treossi. E a fine gara ha interpretato la parte di Otello: «In Coppa Italia devono vincere le grandi squadra; il prossimo anno ci ritireremo se il sorteggio ci vedrà opposti a club prestigiosi di serie A. L'arbitro, o era incapace, o era corrotto. Il suo guardalinee poteva agevolmente essere sostituito da un ragazzino. Treossi a fine gara mi ha rassicurato che non avrebbe scritto sul referto del mio ingresso sul terreno di gioco. Ma io preferisco essere radiato, a condizione che la mia squadra sia diretta equamente in campo». Come un grande attore ha quindi convinto i presenti (colla¬ boratori, tecnici, curiosi) ad attendere l'uscita dell'arbitro per regalargli un lungo, ironico applauso. Lui in testa, hanno seguito il taxi di Treossi per gridargli: «Bravo, bravissimo...». Infine ha annunciato che ricorrerà a tutti, da Matarrese fino a Casarin, anche se è convinto che non otterrà giustizia. D'altra parte, Gaucci si è già distinto in passato nelle battaglie politico-legali. Il caso più clamoroso riguardò un altro arbitro, Senzacqua, incontrato in un paesino delle Marche prima che dirigesse Siracusa-Perugia. Gaucci e Senzacqua avevano in comune la passione per i cavalli da corsa, ne parlarono: all'ufficio inchieste arrivò l'accusa di un purosangue giunto in qualche modo all'arbitro. A fine anno il Perugia meritò la promozione ma il giudice sportivo decise che il contatto tra il presidente e Senzacqua configurava l'illecito: condannò gli umbri a restare in C/1 e Gaucci fu squalificato. Dalla sua esperienza di dirigente sportivo emergono vicende curiose, come il volo dopo la partita di Casarano, quando Gaucci volle ospitare Castagner sull'aereo della squadra e Novellino che allenava il Perugia (com'è tornato a fare adesso) s'inalberò, intuendo la trombatura. Infatti Castagner dopo quel viaggio venne assunto in sostituzione del giovane e recalcitrante tecnico. Anche il rapporto con la stampa ha vissuto giorni elettrici, come quando il presidente perugino decise che i giornalisti non graditi dovevano restare fuori dallo stadio. Ora il nuovo deferimento, per gli apprezzamenti su Treossi, ma Gaucci non demorde, non retrocede: «Facciano pure, ma quello che si è visto in PerugiaSampdoria resta una farsa e io alle farse non mi diverto...». Alessandro Riaiti

Luoghi citati: Casarano, Italia, Marche, Messina, Perugia, Siracusa