Temirkanov aleggia l'anima di Petruska di Giorgio Pestelli
L'Orchestra di San Pietroburgo a Stresa L'Orchestra di San Pietroburgo a Stresa Temlrkanov, aleggia S'anima di Petruska Grande interpretazione di Stravinski Incomparabile fedeltà a Ciaikovski STRESA. E' incominciata la grande sinfonia lacustre che per tradizione segna l'entrata della musica nella stagione d'autunno: da Lucerna a Stresa, da Montreux ad Ascona è tutto un afflusso e riflusso di orchestre internazionali, illustri direttori e solisti di fama; mentre si spengono gli ultimi suoni sotto le Alpi di Salisburgo, nuovi se ne accendono e si accavallano nelle regioni dei laghi e tanto meglio per chi ha avuto la saggezza di affacciarvisi con orecchie riposate. A Stresa la 34n edizione delle «Settimane musicali» ha preso il via con l'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, guidata da uno dei più straordinari direttori del momento Yuri Temirkanov, ben conosciuto anche in Italia per alcune esecuzioni di Mahler e di Ciaikovskij: all'Auditorium Rai di Torino è rimasta indimenticabile (ancorché mutilata di una scena basilare) una realizzazione concertistica della «Donna di picche», e a Torino proprio Temirkanov dirigerà l'Orchestra pietroburghese il 3 a «Settembre Musica» RimskijKorsakov e Stravinsky. Sentire Temirkanov dirigere la suite del «Petruska» di Stravinskij, che ha aperto la serata inaugurale di Stresa, è una fonte continua di sorprese e di scoperte: nulla è scontato, tutto è fraseggiato e ciò che non è fraseggio, cioè il suono singolo, è puntualizzato con enorme rilievo; suoni come vetri colorati, smalti, pietre dure che zampillano restando ciascuno esatto e tagliente nella sua qualità timbrica o nelle crude dissonanze; e tanto più prendono evidenza i passi misteriosi e am- Yuri Temirkan bigui come il momento in cui le marionette ricevono la vita dal burattinaio o il portentoso ritratto esotico del Moro; più di tutti, la morte della marionetta, mai scrutata e realizzata con tanta perspicacia e lucidità: i primi fiocchi di neve, la gente che sfolla, l'illusione (o la verità) di una vita che si spegne, lo spettro di Petruska, tutto realizzato con un potere visionario che solo i russi hanno nel sangue. Anche nella Quinta Sinfonia di Ciaikovskij tendenza ai timbri duri, agli antipodi dei suoni raffinati, edulcorati dalla tradizione di Karajan: il risultato è che il Ciaikovskij più consumato torna inedito, nuovo e palpitante. Temirkanov lo tratta con una libertà di movimenti che deriva dalla coscienza della più intima fedeltà interiore: l'avvio del secondo movimento impregnato di religio- sita, come nel quadro della caserma nella «Donna di picche», il valzer con una grazia incomparabile negli snodi e nelle voltate; anche le esaltazioni sinfoniche più febbrili erano sempre governate da un profondo senso di sincerità e verità. L'Orchestra pietroburghese è parsa eccellente in tutti i reparti; ma oltre la perfezione, oggi non più rara, colpisce per l'anima con cui suona: la personalità magnifica di Temirkanov, tanto più potente quanto meno si muove sul podio, fa il resto. Applausi trionfali sono stati tributati ai russi e ancora una grande pagina dalla «Bella addormentata» fuori programma. Giorgio Pestelli Yuri Temirkanov
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