Guerra Pannella-giornalisti
Guerra Pannello-giornalisti La questura sequestra il foglio clai .destino dei club-riformatori Guerra Pannello-giornalisti Il leader radicale: l'Ordine va abolito E LEGGE SULLA STAMPA B: ROMA OTTA e risposta con denuncia fra Marco Palmella e l'Ordine dei giornalisti, dopo che ieri la questura ha sequestrato alcune cop;e del foglio clandestino Risorgimento liberale e referendario, pubblicato dai club Pannellarifonnatori per appoggiare il referendum sull'abolizione dell'Ordine dei giornalisti. E dai club si aspettano anche una denuncia penale «per violazione della legge sulla stampa», a carico di Vittorio Pezzuto, direttore responsabile (ma non iscritto all'Ordine) del periodico. Che non intende bloccare la pubblicazione, nonostante al foglio manchi anche l'autorizzazione del Tribunale. Il sequestro è frutto della denuncia presentata alla Procura di Roma da Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti di Lazio e Molise. «Ho chiamato il procuratore aggiunto, Ettore Torri - ha spiegato Tucci -. Mi ha risposto che la procura non aveva ricevuto alcuna segnalazione e nean- che l'autodenuncia che Pannella aveva preannunciato». Ma Ù fronte dei rivoltosi sembra già essersi guadagnato nuovi, insospettabili alleati, se ieri l'Opinione, diretta da Arturo Diaconale, ospitava il foglio mcriminato. «Ho chiamato Diaconale - ha proseguito Tucci - e lui mi ha risposto di essere sempre stato contro l'Ordine perché ormai la considera una istituzione anacronistica. Sono convinto che occorra una riforma, non l'abolizione. Denuncia condivisa dal presidente dell'Ordine dei giornalisti Mario Petrina. Che non ha escluso l'ipotesi di una denuncia penale per «esercizio abusivo della professione giornalistica». «La voglia pur legittima di protagonismo, la demagogia e la confusione sui singoli problemi, rischiano di creare un cocktail che può annebbiare la mente di Pannella - ha dichiarato Petrina -. Casi più o meno clamorosi, in passato, di errori non possono consentire la criminalizzazione di una categoria che ogni giorno affronta duri sacrifici per informare in ogni angolo del Paese». Poi, la bacchettata finale: «Pannella pensi piuttosto a far regolarizzare la posizione contrattuale e contributiva dei giornalisti di Radio Radicale, esposti a danni non risarcibili per quel che riguarda le loro pensioni. Una parte dei miliardi che la Camera fornisce all'emittente radicale - ha concluso potrebbe più utilmente servire al futuro dei giovani che vi lavorano». Insomma, se Palmella deve vedersela con la Procura, per il «traditore» Diaconale potrebbe scattare un prowedimento disciplinare. Una risposta all'insegna del rigore che non è caduta nel vuoto. Il deputato riformatore Lorenzo Strik Lievers, ha mirato al presidente dell'Ordine dei Giornalisti. Domanda: «Passerebbe l'esame di ammissione all'Ordine dei Giornalisti Petrina? C'è da chiedersi con quale professionalità (tutelata dall'Ordine, pare) egli dia informazione se, come sembra, non usa documentarsi prima di prendere posizione». Quanto a Tucci, il fuoco di sbarramento non si è fatto attendere. «Dal 1963 - si legge nella nota di Pannella - i radicali non hanno cessato di denunciare l'incostituzionalitó dell'Ordine, espressione di quel giornalismo che nel trentennio ha unanimemente coperto non solo Tangentopoli, ma anche tutte le atroci verità storiche che tuttora sono sepolte, poiché non potevano e non possono essere usate in modo univoco rispetto alle espressioni del potere partitocratico». L'ultimo a intervenire nella polemica, complice ancora una volta l'Opinione, è stato Marco Taradash: «Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere al pensiero che i denari dei contribuenti vengono spesi per armare processi contro la Ubera manifestazione del pensiero. Mi auguro che a Tucci siano richieste le dovute dimissioni. Cosa che chiedo per primo». Il braccio di ferro continua. [r. i.l Il leader riformatore Marco Pannella
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