Inps, scandalo annunciato di Fra. Gri.

Inps, scandalo annunciato Inps, scandalo annunciato La norma che non entrò nella Costituzione RETROSCENA POLITICI E BENI PUBBLICI CROMA OSTANTINO Mortati, grande professore di diritto costituzionale e padre costituente lui stesso, aveva previsto lo scandalo degli affitti d'oro già nel 1946, lo stesso che negli ultimi giorni si è imposto sulle prime pagine di tutti i giornali. E non perché avesse una sfera di cristallo. Mortati aveva previsto persino una norma da inserire nella Costituzione: «E' fatto divieto ai deputati di acquistare o di prendere in fitto beni demaniali, di ottenere concessioni o altri vantaggi personali». Non riuscì a convincere gli altri costituenti, però. E da ai- lora non s'è mai più posto il problema dell'alloggio di un deputato. A raccontare l'aneddoto, un po' divertito, un po' indignato, è l'attuale ministro per le Riforme Istituzionali, Giovanni Motzo. Il ministro, che è un professore costituzionalista e che sui lavori preparatori della Costituzione si appassiona da sempre, leggendo i giornali s'è ricordato della battaglia perduta da Mortati. Accadde - ricorda - nella seconda sottocommissione dell'Assemblea costituente. Mortati, relatore, era convinto. Gli altri no. Il 20 settembre 1946, «dopo ampia discussione», la sottocommissione respinse l'emendamento. «Indubbiamente i costituenti avevano già l'attenzione sul tema», commenta Motzo, che intanto apre un tomo che raccoglie i lavori preparatori. «Leggo qui che il presidente Meuccio Ruini disse: "Se si volevano porre questi limiti nella Costituzione, bisognava fare un'elencazione assai più lunga potendo sorgere molte altre incompatibilità, soprattutto di ordine morale. Mentre, considerandone soltanto alcune, si potrebbe far ritenere che per le altre non esisterebbero limiti o divieti"». Vale a dire, ministro, che Ruini accettava il principio. «Sì, Ruini di fatto l'aveva ribadito. In realtà prevalse la tesi: respingiamo, ma solo perché se facciamo un elenco, si dirà che tutto quello che non è previsto è permesso». Alla fine, però, dopo quella discussione non si tornò mai più sull'argomento. Anzi, sono molti i parlamentari che non ravvisano alcun problema di opportunità nel loro abitare in case pubbliche. «Infatti la conclusione è che non c'è alcun divieto nella Costituzione o nella legislazione ordinaria». [fra. gri.]

Persone citate: Giovanni Motzo, Meuccio Ruini, Mortati, Motzo, Ruini