Treu «Cambiamo le regole» di Francesco Grignetti

Il ministro vuole dividere gli sfrattati in base a tre fasce di reddito Il ministro vuole dividere gli sfrattati in base a tre fasce di reddito Treu: «Cambiamo le regole» / sindacati avvertono: no ai rincari ROMA. Il ministro Treu: «Cambieremo regole e canoni d'affitto». Gli inquilini: «Non toccate i nostri canoni». La battaglia sugli affitti d'oro si avvia a una seconda puntata. Lo scontro è inevitabile tra chi preme per adeguare i prezzi e chi invece non ci pensa proprio. Lo stesso ministro sa bene che il problema è delicato: «Bisogna bilanciare gli interessi degli enti con la tollerabilità sociale. Arriveremo alla modifica con gradualità, che non vuol dire tempi biblici, ma nemmeno immediatezza». I tre sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet e Uniat) ieri hanno voluto farsi sentire. «La circolare Cristofori rappresenta uno strumento da modificare in meglio, ma deve rimanere in vigore. Altrimenti, se ci saranno incrementi degli affitti rispetto a questa delibera, gli inquilini potranno ricorrere alla facoltà di proroga». Vale a dire, attenti che ci arrabbiamo e per anni non vedrete una lira di aumento. A spalleggiarli c'è già Rifondazione comunista, che mette in guardia da «aumenti indiscriminati». E sostiene Giancarlo Fontanelli (ex Uil, attuale presidente del consiglio di vigilanza dell'Inaili: «Conserviamo il senso della misura. Passare indiscriminatamente al libero mercato, nel presupposto di abolire i "privilegi", rappresenta un'ingiustizia per centinaia di migliaia di cittadini». Al ministero del Lavoro, intanto, Treu ha preso a definire le modifiche che porterà presto in Consiglio dei ministri. Con cautela, perché i problemi sono tanti. «Non basterà più definirsi sfrattato, ad esempio, per avere diritto automaticamente alla casa. Gli sfrattati non sono una categoria a sé. Un conto è lo sfrattato bisognoso, altro è lo sfrattato ad alto reddito. Per questi ultimi, niente graduatoria». Il ministro pensa a un siste- ma diviso in tre fasce: reddito basso (fino a 24 milioni) a equo canone; reddito medio a canoni adeguati «e ragionevoli»; reddito alto a prezzo di mercato, assegnazioni tramite asta pubblica. Altro problema da affrontare: ridefinire cosa sono le abitazioni di pregio. «In generale, sono le case nei centri storici. Ma nelle città ci sono quartieri residenziali di altissimo valore anche fuori dal centro. Qui è giusto chiedere di più. Ma sorge un altro problema: che fare con i pescatori a Venezia? O con le vecchiette romane a Trastevere? Non penso che possiamo espellere dalla loro casa gli insediamenti storici». Terzo problema, il futuro. «Occorre modificare i sistemi di gestione», dice Treu. Quando è passata la riforma pensionistica, il ministro s'è battuto in Parlamento per cambiare tutto. «Ho sostenuto che gli enti non fanno di mestiere i palazzinari o le immobiliari. Sono tutti d'accordo che servono strumenti professionali. Vedremo come». Non accennano a placarsi, intanto, le polemiche e le interpellanze. Francesco Storace (An) interroga sarcastico i ministri «se hanno notizia della volontà di restituire da parte della notoriamente "buona" famiglia Veltroni almeno uno degli appartamenti di proprietà pubblica di cui l'attuale direttore dell' Unità ha la disponibilità con i congiunti». Immediata risposta di Valerio Veltroni, fratello di Walter: «Le insinuazioni di Storace e di alcuni articoli pubblicati sono del tutto infondate». L'appartamento dove abita - precisa Valerio Veltroni - non era stato dato in affitto a sua madre Ivanka dal Comune, ma dall'opera pia Ospedale di S. Antonio nel 1978. Contratto quindicennale, e rinnovabile, in considerazione dei lavo- ri a carico dell'inquilino. Solo in seguito, dopo lo scioglimento dell'opera pia, l'appartamento è stato preso in carico dal Comune di Roma. Un altro che ha precisazioni da fare è Gaetano Cerioli, segretario generale del sindacato autonomo Cisal. «Non si può offendere la dignità di un uomo e sottoporlo a pubblico ludibrio senza consentirgli alcuna difesa». Cerioli sostiene di non sentirsi assolutamente un vip o membro della nomenclatura di regime. «Sono pronto a dare le dimissioni se qualcuno proverà che non avevo tutti i requisiti necessari». E protesta anche la moglie del senatore Cesare Pozzo (An), già direttore del Secolo d'Italia, che prese in affitto una casa dell'Inpgi ventotto anni fa. «Sono ventotto anni che rinnovo la domanda di trasferimento e mai una risposta. Ci hanno lasciati qui, all'estrema periferia di Roma, in due camere e cucina. Trovarmi adesso tra i privilegiati è troppo». Francesco Grignetti «Attenzione, ci sono sfrattati bisognosi e altri senza problemi» Intanto Storace chiede alla famiglia Veltroni di rendere un alloggio Tiziano Treu. Sotto, il ministro delle Riforme Giovanni Motzo

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