Londra riappaiono 3000 «bambini perduti»

wmm - m Dopo il '38 furono sradicati dalle famiglie e inviati in Australia, Nuova Zelanda, Rhodesia e Canada Londra, riappaiono 3000 «bambini perduti» Sono gli orfani egli «illegittimi» spediti a ripopolare l'Impero ■ I SEGRETE DELL'IMPERO LPARIGI A «Città dei bambini perduti» esiste davvero e si chiama Bindoon. E' una scuola australiana costruita con le mani degli orfani e dei figli illegittimi che lo Stato inglese spediva in giro per l'Impero per ripopolarlo di cittadini bianchi. Nelle colonie vennero erette tante piccole Bindoon, per alloggiarvi quell'infanzia espiantata suo malgrado. Tremila bambini in tutto: oggi che sono genitori o nonni si stanno organizzando per tornare in patria, perché bruciano dalla voglia di ritrovare quanche brandello di famiglia. A chi una madre l'aveva non è mai stata data la possibilità di conoscerla: spesso alle donne veniva detto che i piccoli erano morti, o che erano stati adottati. I bambini della cosiddetta «ultima tribù», trasferita tra il 1938 e il 1963 in Australia o Nuova Zelanda, Rhodesia o Canada, erano spesso quelli che lo Stato non voleva più mantenere in Inghilterra. Ma il ripopolamento delle colonie era un obiettivo indipendente, e fu realizzato sulla pelle dei più piccoli. Talora il governo cercò la collaborazione di istituzioni religiose, convinte, dice il Catholic Media Office inglese, che i bambini sarebbero stati meglio in una terra dove le opportunità erano maggiori e in cui non avrebbero dovuto sopportare lo stigma dell'illegittimità. Mary Gandy, segretaria del Catholic Child Welfare Council che oggi è impegnato a trovare i soldi del viaggio per tutti gli emigrati desiderosi di tornare in Inghilterra, dice: «Oggi l'atteggiamento verso i bambini è cambiato, si attribuisce molto valore alle radici del bambino, ma non era così una generazione fa». Sta di fatto che molte famiglie furono divise, come quella di Frank, Des e James Marshall, separati nel 1956 dalle loro sorelline Philomena, Theresa, Bri- dget e Mary dopo la morte della mamma. «Le suore ci dissero che andavamo in vacanza», hanno ricordato i fratelli, oggi sulla cinquantina, che ieri hanno riabbracciato le sorelle a Belfast per la prima volta dopo quasi quarant'anni. «Le autorità hanno sempre insistito sul fatto che i bambini con un genitore non sa¬ rebbero stati separati, ma noi siamo la prova vivente che le cose non andarono così». Alcuni degli ex bambini di una scuola dei Fratelli Cristiani oggi nell'occhio del ciclone per accuse di abusi sessuali, hanno dato vita a un'associazione, la Australian Child Migrant Association. Avranno bisogno di due miliardi e mezzo di lire per permettere a chi non può di comperare il biglietto aereo. Il primate cattolico d'Inghilterra, cardinale Basii Hume, ha invitato tre dei fondatori a Londra per presentare l'iniziativa e per assicurare loro il suo appoggio. La polemica è divampata subito in Inghilterra, dove un'altra organizzazione non cattolica, il Child Migrant Trust, ha attaccato l'iniziativa della Chiesa di Roma. «Le organizzazioni cattoliche sono state ampiamente criticate per il loro ruolo nel programma di emigrazione - dice il direttore, Margaret Humphreys - ed è strano che adesso ci si rivolga a loro». E aggiunge che la maggior parte dei bambini trapiantati in Australia erano «infelici» di aver lasciato il proprio Paese. I racconti dei bambini che avrebbero dovuto mantenere bianca la pelle dell'Australia («Se non ci pensiamo noi a ripopolarci - disse l'arcivescovo di Perth nel '38 - ci esponiamo alla minaccia dei milioni di nostri vicini asiatici») sono tristi. «Lo choc culturale non avrebbe potuto essere più forte», ha rievocato Sandra Bennett, che lasciò a 11 anni l'orfanotrofio di Birmingham per imbarcarsi su una nave diretta a Rockhampton, Queensland. Molti come lei vogliono tornare per portare fiori su una tomba. Ma molti altri non sanno neppure dove trovarla, quella tomba: la documentazione sulle loro famiglie è sparita. Maria Chiara Bonazzi wmm - m Vogliono tornare per scoprire le tracce del loro passato Due protagonisti «Ci dissero che era solo una vacanza»

Persone citate: Basii Hume, Child, James Marshall, Margaret Humphreys, Maria Chiara Bonazzi, Mary Gandy, Sandra Bennett