La City: non parlale di elezioni politiche
La City: non parlale di elezioni politiche La City: non parlale di elezioni politiche GROMA UAI a parlare di elezioni. Gli investitori esteri si precipitano a vendere. «E' la parola stessa che da sola - dice Michele Senzadio responsabile desk valute europee per la Merryll Lynch - basta a creare tensione tra gli investitori in lire. Che si sia ripreso a parlare di votare subito, di certo non incoraggia chi vuole comprare lire. Fino ad ora il leit motif del rialzo della lira era che Dini potesse rimanere il più a lungo possibile, o almeno fino all'estate prossima». «Paradossalmente - spiega Giorgio Radaelli, senior economist della Lehman Brothers - nemmeno se si decidesse la data elettorale per porre fine alle polemiche, la lira si LE FUSIONI DIETRO LO SPORTELLO ROMA. Il gruppo Banca Popolare di Sondrio è stato l'ultimo gruppo creditizio iscritto, il 25 luglio, all'albo della Bankitalia. Albo che, nella versione aggiornata a ieri, conta 92 gruppi creditizi. Un numero stabile rispetto agli anni passati, che però non deve essere considerato un segno di immobilismo del sistema che negli ultimi mesi è stato vivace. Dall'inizio dell'anno, infatti, sono stati costituiti 13 nuovi gruppi creditizi e 17 banche italiane sono entrate a far parte di gruppi già esistenti. Tra le operazioni più rilevanti c'è stato l'ingresso del gruppo Bonifiche Siele, che comprende Bna e Interbanca, nel gruppo C.R. Roma, il passaggio dell'intero gruppo Rolo, con le sue partecipate, nel gruppo Credit. La banca Steinhauslin, che solo nel mese di febbraio aveva costituito un proprio gruppo creditizio, è stata acquisita e inserita l'8 agosto nel gruppo Banca Agricola Mantovana. Il Credito Italiano, oltre al Rolo e alla sua controllata Banca Agri- stabilizzerebbe. Non credo proprio che l'annuncio della data elettorale farebbe bene alla lira. Farlo sarebbe di aiuto in un Paese normale, mentre in Italia rimarrebbe grande incertezza sulle formazioni e sul possibile vincitore. Quindi il beneficio non sarebbe positivo, anzi sarebbe nettamente negativo. Quello che il mercato idealmente vorrebbe è posticipare ad infinitum la data elettorale, quindi un governo tecnico che vada avanti ancora qualche anno, o almeno molti mesi». L'ipotesi di elezioni, quindi, fa fuggire gli investitori. «Il governo Dini, all'estero - sostiene Servadio - ha un'immagine positiva, vuole dire durata, stabi¬ Vìa Nazionale aggiorna RIFORMARE le Finanze per battere il caos. L'argomento dell'articolo di Alberto Staterà («Fisco nel caos») non può certo lasciare indifferenti. Se l'obiettivo, come credo, non è solo scrivere un articolo ma contribuire ad individuare il «punto di appoggio» per portare alla luce l'evasione fiscale, vale la pena di riprendere qualche argomento. 1 ) Lo studio del Secit. E' sperabile che venga reso pubblico. Si capirà così che contiene un'indicazione di larga massima del fenomeno, senza la pretesa della precisione alla lira visto che si parla pur sempre di evasione. Questo studio non è poi molto lontano dalle stime fatte da altri, basta pensare alle cifre fornite dal prof. Tremonti in passato. Il punto che resta aperto è se sia accettabile che quando un dipendente dello Stato fa il suo dovere, come nel caso del Secit, riceva poi il compenso delle critiche e dell'isolamento. Con esempi di questo tipo altro che lotta all'evasione. E' un invito ad imboscarsi. 2) Non è affatto vero che lo Stato incasserebbe comunque le tasse, anche senza l'amministrazione finanziaria. La stima per il prof. Cassese è fuori discussione, ma questo concetto non è accettabile. In verità la riforma dell'amministrazione non è mai partita, a cominciare dalla costituzione dell'ufficio unico di accertamento, dall'incrocio dei dati e così via. So che. di condono in condono tutto si è bloccato. I controlli sono affidati a circa 6000 persone su 55.000, non ci sono incentivi, non c'è una vera politica del personale, né promozione, né mobilità e così via. Poi il Secit è stato ridotto pressoché al silenzio. Tremonti ne sospese di fatto le funzioni. Oggi il Secit viene rimproverato per avere detto ciò che tutti sanno. 3) Non mi convince l'idea che sia meglio costituire una nuova struttura per fare quello che si può fare già con quanto esiste. Così si perderebbe solo altro tempo, con grande gioia di chi evade e con rischi gravi perfino per il condono fiscale, da cui ci si attendono entrate significative. Occorre fare funzionare bene quello che esiste. Ho già ricordato nei giorni scorsi che non è affatto imposI sibile far funzionare l'amminiI strazione finanziaria, con lo ma che potrebbe non diventarlo se si confermassero le ipotesi di elezioni a discapito della Finanziaria». Radaelli, più attento agli aspetti tecnici del lunedì nero della lira («la debolezza del franco sul marco ha indebolito per analogia le altre valute deboli»), condivide in pieno i timori che «il riaccendersi della polemica politica metta in discussione la rapida approvazione della Finanziaria» il cui importo tra l'altro, aggiunge, «è appena il minimo indispensabile che l'Italia deve ottenere, tenuto conto che le entrate dalle lotterie non sono strutturali e la lotta all'evasione rimane sempre piuttosto aleatoria in quanto a risultati». lità e continuazione dei programmi nel medio periodo e gli investitori esteri sono pronti a comprare lire se va avanti il programma iniziato da Dini o se capiscono che il governo successivo sarà in collegamento con l'attuale, a prescindere da formule politiche o tecniche. Se poi, la decisione di andare al voto dovesse in qualche modo rinviare o ammorbidire la legge finanziaria per il 1996, allora gli investitori rischiano la crisi di panico». «Sarebbe senza dubbio una complicazione grave - continua Servadio -; riteniamo che nei prossimi giorni la lira rimarrà compresa tra 1112-1120 sul marco, un deprezzamento che ci sembra eccessivo l'Albo. Il '95 è stato l'anno delle acquisizioni
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