UNO SCHERZO LEGHISTA

Interno Mercoledì 30 Agosto 1995 LA STAMPA UNO SCHERZO LEGHISTA AMILANO LT, fermi tutti, il Cid Campeador non è Umberto Bossi. Arriva alle sette di sera dopo una giornata di polemiche, distinguo, accuse e ironie, l'altolà dell'Indipendente, qualcosa di meno di un organo di partito, qualcosa di più di un semplice quotidiano fiancheggiatore del movimento leghista: «Non è Bossi, è Gandhi», assicura il direttore Daniele Vimercati. Un titolo e poche parole per spiegare il mistero di mezza estate, l'elogio alla violenza, l'inno al separatismo che ha fatto gridare allo scandalo: «Nel caso in cui l'unica scelta possibile fosse tra codardia e violenza, io sceglierei la violenza e la disubbidienza all'ordine costituito», si leggeva ieri,*in prima pagina dell'Indipendente. Un fulmine, firmato Cid ma attribuito a Bossi. E figuratevi il botto. Scrosci di pioggia acida sul «pazzo» della Lega. Folate di vento gelido contro «l'irresponsabile». Accuse di «nazistoide» contro il leader del Carroccio. Fino alle precisazioni dell'In- LE BEFFE IN POLITICA EROMA vedere di nascosto l'effetto che fa... Sì, ma a petto di vederlo, l'effetto della burla dell'Indipendente, anche su due sprovveduti parlamentari leghisti che subito si sono precipitati a chiosare lo pseudoBossi campeador. Per cui violenza, certo, però «nel senso che il Nord deve alzare la testa», traduceva in mattinata l'onorevole indipendentista Borghezio. Mentre la Simonetta Faverio, tra l'ippica e l'epica, si lanciava dopo pranzo in uno straordinario «Cavalca libero, Cid, perché finché galoppi esiste la possibilità che qualcosa cambi» eccetera. Ci sono cascati un po' tutti. Capita. E ancora di più quando lo scherzo ha una sua ben articolata plausibilità. Non di rado Bossi parla come un profeta biblico, un capo indiano, un santone, un «aperitivista» da Bar Sport, un eroe del ciclo bretone, un comunista Anni Interno

Persone citate: Borghezio, Bossi, Daniele Vimercati, Gandhi, Simonetta Faverio, Umberto Bossi