LA MAGIA DEL CAPO

LA MAGIA DEL CAPO LA MAGIA DEL CAPO LA straordinaria serie di imprese vittoriose degli azzurri della pallanuoto, collegabile come continuità e importanza mondiale a quella degli azzurri della pallavolo, porta a riconsiderare l'importanza di un uomo che potremmo definire il Capo, visto che la definizione di Condottiero, di Leader, si applica anche a chi sta in campo, c che qui parliamo invece di c. t. o allenatori (a piacere). Ratko Rudic è per la pallanuoto un Capo assoluto, di quelli che quando dicono che il carbone è giallo hanno ragione, di fronte ai loro sottoposti. Lo abbiamo seguito all'esordio azzurro, in Australia, all'alba del 1991, Mondiali andati male, con giocatori che rimpiangevano Fritz Dennerlein e che provavano a sostenere che il carbone è nero. Da allora lui ha preso in mano tutto e specialmente tutti, ha vinto sempre, ha cambiato la squadra e ha vinto ancora. Come Velasco. Lo sport si ingrossa e si complica, consegnandosi provvisoriamente ora al denaro, ora allo show, ora agli sponsor, ora ai tecnici, ora ai tattici, ora ai chimici, ora ai ginnasiarchi, ora alle alchimie dei materiali, ora alle iniziative personalissime. Ma ad un certo punto il Capo ci vuole, solo il Capo può. E non soltanto nei giochi di squadra: si pensi per esempio a cosa sta accadendo nel canottaggio, con il Capo La Mura, caldo napoletano ruspante succeduto ad un algido Capo norvegese. [g. p. o.l

Persone citate: Fritz Dennerlein, La Mura, Ratko Rudic, Velasco

Luoghi citati: Australia