Ecco Rudic il re Mida del Settebello d'oro

«Non ci sono stati miracoli ha vinto la programmazione Posso dirlo, ero fiducioso e sono abbastanza soddisfatto» Pallanuoto: il tecnico della squadra prima agli Europei spiega tutti i segreti della vittoria Ecco Rudic, il re Micia M del Settebello d'oro VIENNA DAL NOSTRO INVIATO La sera prima della finale contro l'Ungheria abbiamo capito che il nuovo e giovane Settebello di Rudic ce l'avrebbe fatta anche stavolta, emulando subito la vecchia squadra campione di tutto, smembrata coraggiosamente dal et dopo i Mondiali di Roma '94. Quando abbiamo visto gli azzurri allenarsi insieme con le azzurre e gli ungheresi attoniti nell'altra metà della piscina del Prater, ci siamo resi conto che il mago Rudic ne aveva inventata un'altra delle sue per disorientare l'avversario. Potrà anche non piacere, il et azzurro dai modi spesso duri come i lineamenti del suo viso, ma la nitidezza delle sue idee, la chiarezza dei suoi intenti e la conoscenza assoluta del mondo in cui opera lo eleggono a numero uno degli allenatori. Rudic ha avuto il coraggio di distruggere un mito, il vecchio Settebello che aveva vinto i Giochi Olimpici, la Coppa del Mondo, i Giochi del Mediterraneo, gli Europei e i Mondiali, scatenando polemiche in Italia e incredulità all'estero. Ma alla fine, ancora una volta, ha avuto ragione lui. Rudic, come è riuscito in questo ennesimo miracolo? «Non c'è stato nessun miracolo. Questo risultato è frutto della programmazione, tutto qui». Ma l'Ungheria schiera degli autentici fuoriclasse che, ci perdoni, forse questa Italia non ha ancora. «Verissimo, infatti sulla carta nostri avversari partivano net tamente favoriti. Sulla carta». Dunque ha escogitato qualche stratagemma... «Questo sì, è naturale. Prima della finale vi avevo detto che si poteva vincere soltanto giocando molto di squadra, accelerando il ritmo e difendendo bene, perché individualmente siamo ancora inferiori a molti giocatori ungheresi. Hanno vinto il carattere, la preparazione atletica e la tattica». Lei aveva dichiarato che il risultato non le interessava, però ce l'ha messa tutta pur di vincere. «Volevo vedere la reazione della mia giovane squadra nello stress di un grande torneo e la tensione nasce anche dal desiderio di vittoria. Ora posso dirlo: ero molto fiducioso. Sono abbastanza soddisfatto». Soltanto ((abbastanza))? «Sì, perché con questi Europei abbiamo dovuto modificare e rallentare un po' la preparazione in vista della Coppa del Mondo del 12 settembre ad Atlanta, che vale per la qualificazione alle prossime Olimpiadi. Quello è il nostro obiettivo». Ma lei non è mai contento? «Io guardo sempre avanti, al massimo mi fermo un attimo sul presente, ma non mi aggrappo mai al passato». Campagna, Fiorillo, D'Altrui, Averaimo, Ferretti, i fratelli Porzio e Gandolfi non torneranno in azzurro? «Saranno convocati i giocatori che mi daranno maggiori garanzie, il che non significa soltanto giocare o allenarsi bene. La pallanuoto è sempre più uno sport di squadra, se non c'è armonia non si può vincere». Ma nel nuovo Settebello ci sono già campioni sul livello di quegli otto senatori? «E' cambiata la pallanuoto, che ora si basa più sulla velocità, sulla difesa e sulla tattica. I singoli contano meno, i fuoriclasse non fanno più la differenza. Comunque in questa giovane Italia ci sono già buoni giocatori». Rudic non è solito far nomi, tuttavia attorno ai vecchi Pomilio, Silipo (bomber decisivi nella finale), Bovo e Attolico (fra i più grandi portieri del mondo, se non addirittura il migliore), ci sono alcune pregevoli individualità. Fra gli altri, ha finito in crescendo Alberto Ghibellini, figlio d'arte. Suo padre Sandro Ghibellini fu oro ai Mondiali di Berlino '78. Il migliore fra i giovani è stato Alberto Angelini, difensore dal fisico gracile ma con il fiuto del gol (qui ne ha relizzati 7). Una curiosità: i maligni dicono che sia aiutato dai mass media, essendo figlio del vicedirettore del quotidiano genovese II Secolo XIX. Un'ottima prestazione hanno fornito i fratelli Calcaterra, due montagne di muscoli abituati a prendere botte nel ruolo di centroboa: Roberto aveva già fatto qualche apparizione nel vecchio Settebello, Alessandro è stato la rivelazione. C'è poi la curiosa storia di Francesco Postiglione, ex ranista di ottimo livello (ai Giochi di Barcellona fece il record italiano dei 200) prima di alternare nuoto e pallanuoto e infine dedicarsi unicamente a quest'ultima disciplina. Figlio d'arte è anche Marco Germi, portiere di riserva: suo padre negli Anni Trenta era un pilastro della Triestina. Il gigante Fabio Bencivenga (alto oltre due metri) avrebbe invece voluto fare il pugile come suo padre, che però preferì buttarlo in acqua piuttosto che vederlo soffrire sul ring. Giorgio Viberti «Bisogna guardare avanti e non pensare più al passato adesso il nostro obiettivo è la qualificazione ai Giochi» «Non ci sono stati miracoli ha vinto la programmazione Posso dirlo, ero fiducioso e sono abbastanza soddisfatto» COSI' E' CAMBIATO IL SETTEBELLO MONDIALI '94 / —■ FRANCESCO AnOLICO 31 ANNI FRANCISCO ATTOUCO 32 ANNI FERDINANDO GANDOLFi 27 ANNI CARLO HUM 23 ANNI MARCO D'ALTRUI 30 ANNI SANDR0IOVO 25 ANNI SAHOROBOVO 24 ANNI PAOLO PETRONELLI 26 ANNI CARLO SIL1P0 22 ANNI FRANCESCO P0ST1GLI0NE 23 ANNI GIUSEPPE P0RZI0 27 ANNI ALBERTO ANSEUNI 20 ANNI FRANCESCO P0RZI0 28 ANNI AMEDEO P0MILI0 28 ANNI MARIO FI0RILL0 32 ANNI FABIO 6ENCIVENGA 19 ANNI MASSIMILIANO FERRETTI 28 ANNI ANQELO TEMELUNI 21 ANNI SANDRO CAMPABNA 31 ANNI ROBERTO CALCATERRA 23 ANNI GIANNI AVERAIMO 32 ANNI ALESSANDRO CALCATERRA 20 ANNI AMEDEO P0MILI0 27 ANNI LUCA 6IUST0USI 25 ANNI ROBERTO CALCATERRA 22 ANNI ALBERTO SHIBEUINI 22 ANNI W a M W Attolico e la Di Giacinto fidanzati d'oro Ratko Rudic (nella foto grande) ha ottenuto un altro prestigioso

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