RITORNO A BARESI

Il Milan ha cominciato la stagione sotto il segno del suo grande Il Milan ha cominciato la stagione sotto il segno del suo grande RITORNO A BARESI «Ringrazio Weah per la fiducia wererm MILANELLO DAL NOSTRO INVIATO Il Milan del capitano. Il Milan di Weah. Il Milan del tridente. La vittoria di Padova non li ha ancora fusi, ma qui e là si alza un fumo stimolante. Per esempio: Franco Baresi. «Devi imparare a esultare» gli ha detto Van Basten. «Ringrazio Weah per la fiducia, la palla gliela avevo chiesta io, 12 gol in 415 partite di A, mica Maradona» ha risposto lui, sorridente. A dicembre era perplesso: smetto, non smetto. Poi si decise: un'altra stagione, la diciannovesima. Berlusconi l'ha chiamato all'alba. «Ma il più sorpreso era mio figlio, Edoardo. Papà gol, papà gol. Non la finiva più». Trentacinque anni, trentasei il prossimo 8 maggio. Il Milan nel cuore e sulla pelle, da sempre, quando ancora i tatuaggi non erano di moda, Un monumento, lui così diverso da Scirea in tutto, tranne in una cosa: la passione per i silenzi. Non che in campo sia un angelo, specialmente adesso che il fulmine non tiene più dietro al baleno, però è sempre Baresi. Come Furino era sempre Furino. «Lasciateci lavorare», borbotta. E aggiunge, riferendosi a Baggio e Savicevic: «Dobbiamo essere più cattivi, più concreti» Il tridente non è certo la scorciatoia più comoda per arrivare alla pensione. E allora, se è il caso, giù martellate da fabbro, come con la Juve. Eppure ci crede: «Bisogna insistere. La condizione verrà: e con essa, la convinzione. Baggio, Savicevic e Weah potranno fare la differenza. Meglio: la faranno». Il suo lucchetto personale, Desailly, è ormai pronto. Si parla tanto dei muscoli della Juve, ma anche il Milan non scherza, in attesa dei violini: Desailly, Weah. «Certo - spiega Baresi quando la palla ce T'hanno gli avversari, dobbiamo essere più ordinati». Questione di equilibri. Per come è stato concepito, il quinto Milan di Capello ha il rischio incorporato: ai gloriosi 0-0 e 1-0 del terzo scudetto subentreranno, scommettiamo?, tabellini più scoppiettanti. La rete di Padova merita un supplemento di analisi. «Per carità - fa lui - è stato un caso. Macché schema. Io e Costacurta non ci sganciamo quasi mai. Il mio posto è là, davanti a Rossi. Non dietro a Baggio». Nel 1984, alle Olimpiadi di Los Angeles, Bearzot e Maldini cercarono di trasformarlo in laterale. L'esperimento naufragò. Mancava il feeling. Prima libero e poi centrale, a braccetto con l'evoluzione lessicale del ruolo: ma sempre in cima al bunker, non importa se a zona o a uomo. «Se sono un esempio, sta a voi dirlo - butta lì -. Sto bene, e gli stimoli me li invento giorno per giorno: sarà questo il mio segreto?». Parla di Weah come di un compagno di cordata che ha afferrato subito la direzione del vento e i gusti del branco: «Grande giocatore. Non solo per i gol che ha fatto, e farà. Ma anche per come si smarca e ti aiuta nel pressing, nel coprire il campo». Sorride all'idea di un Milan polveriera. «Sono anni che vi lascio dire. I fatti: bado esclusivamente a quelli, io. La concorrenza interna è stata la base dei nostri successi. Sempre. E quando ce n'è stata poca, penso all'ultimo campionato, a quell'attacco così spolpato, abbiamo perso lo scudetto». Le lacrime di Pasadena hanno fatto il giro del mondo. «Ci ho pensato la sera del trofeo Berlusconi. E' stato un attimo. La Juve, i rigori. Il mio, l'ho tirato con un briciolo di emozione. Un peso in meno, "dopo"». Rientrando da Tokyo, dopo l'infausta spedizione dell'Intercontinentale, quando ancora Baggio era un avversario, Baresi proclamò Dejan Savicevic nuovo leader. «Non mi sono pentito». Il Genio ce l'ha con le tv che, dalla partita di Padova, hanno estratto il suo gesto di modica stizza al momento del cambio, e non la stretta di mano con Capello, al rientro in panchina. «I miei voti? Benone Weah, benino Baggio, maluccio il sottoscritto», racconta Savicevic. «Sì, quando Capello mi ha tolto ero incazza¬ to, deluso. Almeno mi avesse lasciato battere il calcio d'angolo. Ma poi ho capito, e l'ho salutato». E magari, uscito Baggio, si è sentito un po' più tranquillo. Il passaggio da Baresi a Savicevic non è indolore. Il Genio si barcamena: «Sono al settanta per cento. Io e Roberto siamo i più indietro. Dobbiamo dare di più. Gioco dove mi colloca il "mister". Troppo a destra? Probabilmente sì, troppo. Del resto, se di noi attaccanti non rientra nessuno, va a finire che i centrocampisti scoppiano. A Padova è toccato a me». Gli schemi stanno dando alla testa. E' tutto un fiorire di formule e numeri, «il nostro di Padova confessa Dejan - non era un 43-3 puro, ma nemmeno il 4-4-2 classico degli ultimi anni, visto che io, in fase d'attacco, avevo licenza di spostarmi. Solo che di benzina ne avevo poca, e così mi spostavo poco». Ce l'ha con gli arbitri: «Quello di Mi!an-Ju- ve (Collina), a parità di falli commessi, fischiava solo i nostri. Ceccarini? Così così. Ha sbagliato su Longhi. Non era fuorigioco». Allarga le braccia: «Che barba, con 'sto tridente. Mi auguro solo che Capello insista. C'è anche Simone, poverino». Il colmo sarebbe se al Genio e a Baggio, quest'anno, non venisse nemmeno una contratturina. Roberto Beccantini Savicevic spegne il caso sulla sua sostituzione: «Volevo battere la punizione ma ho capito e salutato Capello. Io male, benino Baggio» juventus COSA VA CE STATA UNA CRESCITA DI PERSONALITÀ, OLTRE A UNA MAGGIORE ROBUSTEZZA DI GIOCO. RAVANELLI E GIÀ IN FORMA, TACCHINARDI E LA SORPRESA, JUGOVIC L'INSERIMENTO AZZECCATO. COSA NON VA PROBLEMI DI FORMA E SALUTE PER VIALLIE SOUSA, PERNI INSOSTITUIBILI. CON DUE PUNTE LA MANOVRA E MENO FLUIDA E FANTASIOSA, DEL PIERO PERO' NON E IN CONDIZIONI PRESENTABILI. milan COSA VA WEAH PARE L'UOMO D'AREA CHE E MANCATO CQN L'INFORTUNIO A VAN BASTEN. IL CENTROCAMPO E COLLAUDATO, BARESI DOPO LE INCERTEZZE IN PRECAMPIONATO E IN CRESCITA. COSA NON VA BAGQIO E SAVICEVIC SONO IN RITARDO, PIÙ IL PRIMO CHE IL SECONDO. MANCA QUINDI LA BASE DEL NUOVO GIOCO MILANISTA, L'ASONE E ABBASTANZA CASUALE. lazio COSA VA SIGNORI PARE QUELLO DI DUE ANNI FA, IN SALUTE E DETERMINATO. FUNZIONA IL CENTROCAMPO ATTORNO A pi MATTEO, ESPOSITO A DESTRA E STATA LA PIACEVOLE NOVITÀ. COSA NON VA DIFESA IMPACCIATA QUANDO DEVE MARCARE, ANCHE IL PIACENZA DI QUESTI TEMPI HA CREATO QUALCHE OCCASIONE (OLTRE AL RIGORE). GOTTARDI E DELUDENTE. PRIMO CHECK-UP PER LE CINQUE GRANDI parma COSA VA SARA BANALE MA LA COSA CHE FUNZIONA E LA CAPACITÀ DI STOICHKOV NEL CERCARE LA PORTA (E TROVARLA). BENE ANCHE BRAMBILLA COME CENTRALE A CENTROCAMPO. COSA NON VA L'ASSUEFAZIONE AL TRIDENTE VA A RILENTO, ZOLA E.MOLTO PIÙ SACRIFICATO E SI VEDE POCO. DINO BAGGIO E IN RITARDO. LA DIFESA IN LINEA CONCEDE BRIVIDI DI TROPPO. roma COSAVA . SQUADRA GIÀ ORGANIZZATA, DIFESA SOLIDA CON BRIO IN CARBONI (A PARTE IL GOL SBAGLIATO). DILIGENTE TOTTI CHE PARTE DA TERZA PUNTA MA SA ADATTARSI A CENTROCAMPO. COSA NON VA IN ATTACCO LA FORMA DI BALBO E ANCORA CARENTE, FONSECA NON CE: IL POTENZIALE OFFENSIVO NE RISULTA RIDOTTO. NELL'INSIEME UNA BUONA SQUADRA, ANCHE SE NON ANCORA A PORTATA DI SCUDETTO. LA STAMPA SPORT Mailedì 29 Agosto 1995 29 gno del suo grande ESI fiducia wererm A LA COSA CHE FUNZIONA E LA CAPACITÀ EL CERCARE LA PORTA (E TROVARLA). BENE A COME CENTRALE A CENTROCAMPO. AL TRIDENTE VA A RILENTO, ZOLA E.MOLTO E SI VEDE POCO. DINO BAGGIO E IN SA IN LINEA CONCEDE BRIVIDI DI TROPPO. RGANIZZATA, DIFESA SOLIDA CON BRIO ARTE IL GOL SBAGLIATO). DILIGENTE TOTTI RZA PUNTA MA SA ADATTARSI A ORMA DI BALBO E ANCORA CARENTE, CE: IL POTENZIALE OFFENSIVO TTO. NELL'INSIEME UADRA, ANCHE A A PORTATA Savicevic spegne il caso sulla sua sostituzione: «Volevo battere la punizione ma ho capito e salutato Capello. Io male, benino Baggio» Un caso Colombia messo avanti dal nostro ciclismo come il caso Croazia messo avanti dal nostro calcio? Dal 25 settembre all'8 ottobre, a Bogotà e a Duitama, pista e strada, sono in programma in quel Paese sudai mericano i campionati del mondo, per professionisti e dilettanti. L'Uci e gli organizzatori hanno ribadito più volte che, al di là della tesissima situazione locale, legata agli ormai cronici mali che si chiamano narcotraffico e guerriglia