La busta paga cresce (+3,2%)

La busta paga cresce (+3,2%) La busta paga cresce (+3,2%) Ma i sindacati: «Meno dell'inflazione» LA FORBICE TRA SALARIO E CAROVITA UN maggio, se non roseo, quantomeno non così grigio per l'occupazione come nel recente passato. E i segnali positivi arrivano principalmente dalla grande industria e dalle aziende del terziario (con più di 500 dipendenti). Ma l'Istat, che ha fornito ieri i dati, ha anche comunicato che a luglio gli stipendi sono cresciuti del 3,2% su base annua (rispetto a giugno l'aumento è stato dello 0,9%, il più alto negli* ultimi dodici mesi). L'Istituto nazionale di statistica precisa, a scanso di equivoci, che la percentuale riguarda le retribuzioni orarie contrattuali, che rappresentano la parte prevalente del salario complessivo o «di fatto». Vediamo i dati in dettaglio. Le variazioni tendenziali delle retribuzioni orarie contrattuali, rispetto al mese di luglio 1994, risultano ancora contenute per il ramo della pubblica amministrazione (+1,1%). Valori relativamente più elevati si riscontrano, invece, per l'agricoltura ( + 3,8%), per l'industria (+3,6%), per il settore del commercio, alberghi e pubblici esercizi (+4,2%), dei trasporti e comunicazioni (+5,1%), del credito e assicurazioni (+8,7%) e dei servizi privati (+4,0%). C'è però un fatto non trascurabile. Rispetto all'aumento tendenziale di luglio del +3,2%, registrato dalle retribuzioni, nello stesso mese l'indice dei prezzi al consumo è variato, su base annua, del + 5,8%. E così, proprio sulle bustepaga, è stata subito polemica. Secondo la Confindustria i dati sulle retribuzioni dei dipendenti dimostrano che non esiste un'enorme erosione degli stipendi da parte dell'inflazione. Lo ha sostenuto ieri il direttore del Centro studi degli imprenditori privati, Gianpaolo Galli: «Se alla paga base - ha spiegato Galli - aggiungiamo la contrattazione aziendale, eventuali "una tantum", si arriva ad incrementi delle retribuzioni che nella media degli ultimi cinque mesi toccano il 5%, quindi appena al di sotto dell'inflazione. Anzi se al costo della vita togliessimo le componenti legate all'inflazione importata, gli incrementi in busta paga potrebbero essere superiori a quelli dei prezzi al consumo». «La situazione dei salari non cambia anche dopo l'aumento di agosto», replica Alfiere Grandi, segretario confederale della Cgil, che considera «ancora consistente la differenza tra retribuzioni e aumento dei prezzi, che ora si aggira intorno al 2,5-2,6%, cui va aggiunto lo 0,5% del '94, per un totale del 3 per cento». Occorre inoltre, sostiene, «il recupero del drenaggio fiscale», da affrontare con la prossima Finanziaria. «Si sta delineando - avverte l'esponente Cgil - un problema di recupero salariale sul biennio '94-95, oltreché di richieste sul biennio '96-97». Un atteggiamento da parte di Confindustria e governo che impedisse tale recupero sull'inflazione programmata potrebbe «rendere poco attendibili da parte del sindacato le stime su quella attesa». . E il leader dell'Uil, Pietro Larizza, ironizza: «I dati sull'andamento delle retribuzioni forniti dall'Istat non hanno alcun valore ai fini sindacali, forse servono a fini statistici». Secondo lui «di certo c'è solo che i contratti sono stati rinnovati avendo come parametro il 6% di inflazione programmata nel biennio e che l'inflazione reale viaggia ben oltre quella soglia». ((Alla fine del biennio - ha concluso Larizza - si faranno i conti ap- plicando integralmente ciò che prevede l'accordo di luglio. Dalle controparti, private e pubbliche, ci aspettiamo la stessa linearità, senza bizantinismi contabili». Secondo il segretario confederale Cisl, Natale Forlani, «si sta ormai consolidando per il '95 una differenza media di 2 punti percentuali tra la crescita dell'inflazione e quella delle retribuzioni che andrà recuperata alle scadenze contrattuali sulla base di specifici differenziali che si saranno determinati a livello di settori e categorie». «Il recupero - ha sottolineato Forlani - non avrà effetti inflazionistici in quanto esistono ampi margini di produttività nelle imprese e perché queste ultime, data la rivalutazione della lira, avranno benefici sul piano dei costi e minori margini di scarico sui prezzi». Francesco Bullo La Confindustria «Nessuna erosione» m LE RETRIBUZIONI PER SETTORI (VARIAZIONI PERCENTUALI LUGLIO '95 SU LUGLIO '94) AGRICOLTURA INDUSTRIA INDUSTRIA IN SENSO STRETTO EDILIZIA □ 3,6 J 3,2 ATTIVITÀ TERZIARIE COMMERCIO, ALBERGHI E PUBBUCI ESERCIZI TRASPORTI E COMUNICAZIONI CREDITO E ASSICURAZIONI SERVIZI PRIVATI J5,3 J4,2 J 5,1 18,7 J4,0 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE INDICE GENERALE RETRIBUZIONI ORARIE CONTRATTUALI, PER RAMI CU ATTIVITÀ ECONOMICA FONTE: ISTATSEI-AGA Pietro Larizza segretario generale Uil

Persone citate: Alfiere Grandi, Carovita, Forlani, Francesco Bullo, Gianpaolo Galli, Larizza, Natale Forlani, Pietro Larizza