Leary sto morendo mai sfato così felice

8 Psicologo a Harvard, 75 anni, ha saputo di avere un cancro Leary: sto morendo mai sfato così felice IL PROFETA DELL'ERA PSICHEDELICA WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Timothy Leary sta morendo ed è entusiasta. «Quando ho scoperto che sono malato allo stadio terminale - ha dichiarato al Los Angeles 'IHmes il famoso guru degli Anni 60 - ero eccitatissimo. Sapevo che stavo entrando nella vera sfida di come vivere una vita a alto livello, una vita di dignità, perché il modo in cui muore è la cosa più importante della tua vita. Ho aspettato questo momento per anni». Leary, che a 74 anni può certamente dire di avere alle spalle una vita molto piena, ha saputo di avere pochi mesi da vivere all'inizio di quest'anno. Non era mai stato malato tutta la vita, ma durante un ciclo di conferenze contrasse una polmonite. Chiese ai medici di praticargli un check-up completo e cosi seppe di essere affetto da cancro alla prostata. «E' in uno stadio troppo avanzato per operare», gli dissero i medici, spiegandogli che non gli restava molto tempo da vivere. Si buttò subito a scrivere un documento sulla «qualità della vita», in cui registrò la sua preoccupazione principale: «Perdere la mia dignità, perdere quello che è rimasto della mia agilità mentale». Questo gli faceva paura, perché come dice l'ex teorico dell'espansione della coscienza attraverso l'uso di allucinogeni, «mi ha sempre terrorizzato uno stato di totale passività vegetale». Ma adesso che il grande momento si avvicina, Leary si è convinto che resterà lucido fino alla fine e sta pianificando la sua morte nei minimi dettagli. Vuole morire a casa, naturalmente, circondato dal maggior numero possibile di amici, con gente che va e gente che viene, come è sempre stato. Non esclude di prendere un'ultima dose di Lsd prima di morire: «E' una possibilità reale, ma sono ancora indeciso», dice. Ma non ha ancora chiaro che cose vuole venga fatto del suo corpo. L'unica cosa che sa è che i cimiteri e le tombe gli fanno orrore. Se tutti hanno paura della morte, Leary dice di aspettarla con entusiasmo. Se tutti vanno al cimitero, Leary andrà da un'altra parte. Perché Timothy Leary, più ancora che qualsiasi altra cosa, è stato soprattutto un irlandese bastiun contrario, un uomo la cui religione è sempre stata infrangere tabù. Negli Anni 60 Leary insegnava psicologia a Harvard, un posto prestigioso al quale era arrivato dopo essersi formato anche all'Accademia militare di West Point. Durante un viaggio in Messico, il professore scoprì il «peyote», un famoso fungo allucinogeno. Fu l'in- contro della sua vita, perché da quel momento Leary cominciò a teorizzare l'uso delle droghe psico-dislettiche per allargare la propria coscienza. La passione per l'acido lisergico procurò ovviamente a Leary parecchi guai. Prima perse il posto all'università e, in seguito, venne anche più volte arrestato. Nel frattempo, però, Leary era entrato nel giro degli artisti maledetti della sua generazione, da Aldous Huxley agli uomini della Beat Generation, come Alien Ginsberg e William Burroughs, ai jazzisti come Charlie Mingus. Più tardi Leary, che si era messo a portare i lunghi capelli grigi raccolti da un nastro multicolore, era diventato anche il guru degli hippies. Ma, esauritasi la scia lasciata dagli Anni 60 e dissoltosi il movimento hippy, per Leary, diventato nel frattempo famoso in tutto il mondo, comincia- rono guai più seri. Venne arrestato più volte e una volte realizzò una rocambolesca fuga dal carcere di San Luis Obispo, dove era stato rinchiuso per abuso di droga. Aiutato dalla sua terza moglie, Rosemary Woodruff, Leary riuscì a raggiungere il tetto e poi si calò lungo un cavo telefonico. Entrambi ricercati dalla polizia, i coniugi Leary sparirono e passarono alcuni anni alla macchia, in Africa e in Europa. Nel '79 Leary riapparve a Los Angeles, sistemò in qualche modo le cose con la giustizia e, come al solito, si buttò in una lunga serie di attività. Tentò, senza grande successo, la carriera di attore e anche di comico. Più tardi scoprì i computer e ne rimase talmente affascinato da scrivere un libro dal titolo «Caos e Cybercultura». Durante tutto questo tempo Leary ha continuato a fare conferenze in giro per l'America. Per capire Leary basta pensare che oggi uno dei suoi migliori amici è Gordon Liddy, uno degli uomini di Richard Nixon arrestato per il Watergate e oggi propagandista radiofonico ultraconservatore. Leary, ovviamente, non è mai stato conservatore, ma Liddy è un «reprobo» come lui, oltre che essere l'uomo che l'aveva arrestato due volte. Due motivi sufficienti per diventargli amico. «Adoro gli argomenti considerati tabù dall'establishment, come la morte - dice ridendo.- E noi siamo qui adesso a parlare di questo tabù. Non è meraviglioso?». Paolo Passarmi «Ho aspettato questo momento per anni sono molto eccitato» «Non escludo di prendere l'Lsd per finire bene» r Psicologo a«Non escludo di prendere l'Lsd per finire bene» «Sono sicuro di conservare la lucidità fino all'ultimo» ln alto, giovani della beat generation Da sinistra Alien Ginsberg Aldous Huxley e Gregory Corso

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