Ma a Parigi si parla di pace
Ma a Parigi si parla di pace Ma a Parigi si parla di pace Agnelli: cercare e punire i responsabili PARIGI. Giungono alla spicciolata nella capitale francese i negoziatori del nuovo tentativo internazionale di trovare una soluzione alla crisi della ex Jugoslavia: ieri sera - con ritardo annunciato - è arrivato il presidente bosniaco Alija Izetbegovic, che ha in programma un primo immediato incontro con il negoziatore americano, l'assistente segretario di Stato per gli affari europei Richard Holbrooke. Oggi è la volta degli altri incontri e della riunione del «gruppo di contatto» allargata ad Italia, Spagna e Canada. Dopo l'annuncio della strage, Holbrooke si è affrettato a precisare che «il processo di pace continua» e che «la nuova strage non farà che raddoppiare i nostri sforzi». Holbrooke ha detto di aver parlato con il ministro degli Esteri francese, Hervé de Charette, dei «tragici incidenti di Sarajevo» e di aspettare Izetbegovic per «parlarne anche con lui». «Abbiamo parlato in particolare delle contromisure che possono essere adottate. Abbiamo deciso di lasciarne l'organizzazione al governo francese, visto che ha i suoi uomini sul campo». «Se necessario - ha detto da parte sua de Charette - la Francia prenderà nei tempi richiesti le decisioni che le sembreranno più opportune». Parigi ha più volte minacciato azioni molto dure o il ritiro del suo contingente. Izetbegovic ieri, prima di partire per Parigi, aveva detto di «aver appreso del massacro a Mostar» e di aver «esitato per un attimo a continua¬ re nel viaggio». Consultati i collaboratori, ha preso la decisione di recarsi comunque a Parigi. E questo - ha precisato - nonostante «il mondo sia indifferente ai nostri morti». Il presidente francese Jacques Chirac, che oggi riceve Izetbegovic all'Eliseo, da parte sua ha annunciato che proporrà ai partecipanti alla riunione del gruppo di contatto allargato che «uno degli obiettivi prioritari del piano di pace attualmente in corso di definizione sia la smilitarizzazione di Sarajevo». «Solo la realizzazione di questo obiettivo - ha detto la portavoce dell'Eliseo Catherine Colonna - può garantire la popolazione bosniaca contro il ripetersi del dramma che ha ancora una volta colpito Sarajevo». Dall'Italia il ministro degli Esteri Susanna Agnelli ha espresso «il più profondo sdegno e la più ferma condanna» per «gli attacchi di artiglieria che hanno colpito Sarajevo». Arrivando a Stresa, dove oggi partecipa al vertice italo-tedesco, il ministro ha affermato che d'Italia considera che i responsabili di tale esecrabile iniziativa, che dovranno essere individuati dall' Chiù, dovranno risponderne personalmente». Per il ministro «l'impegno italiano avrà modo di manifestarsi già negli importanti incontri dei prossimi giorni con i partner ed alleati, per il reperimento di una soluzione accettabile da tutte le parti, The non può che presupporre una definitiva cessazione delle ostilità». (Agi-Ansa]
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