«Vai sul marciapiede e portami 5 milioni»

«Vai sul marciapiede e portami 5 milioni» Dalla Bosnia a Torino, l'amara storia di una ragazza: «Se non obbedivo mi avrebbe rispedita in Jugoslavia» «Vai sul marciapiede e portami 5 milioni» Ma Anjta, 16 anni, si ribella e denuncia il fidanzato-protettore Prostitute adolescenti giungono con sempre maggior frequenza dai Paesi dell'Est europeo. Si tratta spesso di ragazze sfuggite agli orrori della guerra in Jugoslavia, minate dai drammi vissuti sulla propria pelle, che finiscono con l'accettare questa nuova umiliazione. Il viaggio dal loro al nostro Paese, un'esistenza precaria senza punti di riferimento, l'arrivo al marciapiede. Per dare a sé, e soprattutto ai loro cari, una vita meno dura. Milione dopo milione cercano così di costruirsi un futuro, con il desiderio costante di chiudere appena possibile l'esperienza del marciapiede. Ma c'è anche chi trova la forza di dire di no, di sfuggire alla morsa di amici-protettori, di reagire alle loro minacce. La storia di Anjta, 16 anni, bosniaca, dimostra che dalla spirale della prostituzione si può sfuggire, quando si dispone di coraggio e determinazione. La ragazza, giunta a Torino mercoledì, «inviata» dal suo fidanzato-protettore, aveva una settimana per raccogliere cinque milioni, che avrebbe poi dovuto portare al suo uomo, a Genova. Niente da fare. Ho preferito bussare alla porta dei carabinbieri della compagnia di Mirafiori. E, in caserma, con una buona dose di coraggio, ha deciso di raccontare ogni cosa. «Sono bosniaca - ha spiegato al tenente Sisinni - ed un anno fa sono scappata dal mio Paese natio verso la Germania. Ero insieme ad un amico, poi diventato il mio fidanzato. Qualche settimana fa abbiamo deciso di venire in Italia, siamo andati a Genova». Ma qui, l'uomo non trova il lavoro promesso. Così decide che a guadagnare sia la ragazza: «Mi ha spiegato che era facile trovare denaro. Bastava che io mi prostituissi. Gli ho risposto che non ci pensavo affatto, ma lui mi ha detto che se non obbedivo mi avrebbe rispedita in Bosnia. A quel punto ho accettato, lui mi ha messo in mano un biglietto ferroviario per Torino e mi ha detto di tornare solo dopo avere guadagnato cinque milioni. Ma quando sono arrivata a Porta Nuova ho capito che non sarei mai riuscita a prostituirmi». Ore di tormento, quindi di panico. La ragazza aveva con sé qualche soldo, ma il miraggio del guadagno facile non ha fatto breccia. «Per un paio di giorni - ha raccontato ai carabinieri - sono sopravvissuta con i pochissimi soldi che avevo in tasca. Poi mi stava prendendo la fame». E' a questo punto che Anjta decide di andare dai carabinieri, per raccontare tutto. I militari della compagnia Mirafiori, ricevuta la denuncia, hanno portato la giovane in una casa di accoglienza ed avviato contemporaneamente indagini per identificare il connazionale-sfruttatore. Le indicazioni fornite dalla ragazza sull'indirizzo di Genova sono però risultate eccessivamente vaghe e l'arresto dell'uomo, sempre che non sia già scappato in Germania, potrebbe richiedere tempi lunghi. Anjta, per ora, è al sicuro. In attesa che il fidanzato finisca in galera. la. con.]

Persone citate: Sisinni