Pavarotti attacca Muti «Non si cura delie voci»
Intanto a Londra annuncia una tournée dei «Tre Tenori» Intanto a Londra annuncia una tournée dei «Tre Tenori» Povarotti attacca Muti «Non si cura delie voci» LONDRA. Luciano Pavarotti con la stampa estera si scatena: in una lunga intervista al settimanale inglese «The Sunday Times», si è lasciato andare a uno sfogo inconsueto a spese del maestro Muti. Il Luciano nazionale aveva appena finito di descrivere così il giovane Roberto Alagna: «E' un grande cantante. Al mio concorso arrivò offrendo ruoli pesanti, e io gli dissi di presentarsi con parti liriche, quali "L'elisir d'amore", "La traviata", "Rigoletto". Cantò "La traviata" e vinse». A questo punto l'intervistatore, Hugh Canning, gli ha dato l'imbeccata: «Ma lui vuole cantare "Il trovatore" alla Scala». «Quando?», ha chiesto Pavarotti, sorpreso. «Nel 1997». «E' matto. Ma è più matto Muti. A Muti non importa dei cantanti» (letteralmente, in inglese: «Muti doesn't care about singers», n.d.r.). Il «Sunday Times» nota che «questo sfogo non è caratteristico di Pavarotti, che è generalmente discreto e sostiene in pubblico i colleghi musicisti. E insinua: «Probabilmente riflette il dolore che il tenore ancora prova ricordando il trattamento ricevuto dal pubblico della Scala tre anni fa quando cantò il suo primo "Don Carlos" e fu spietatamente e ingiustamente fischiato». Il giornale prosegue: «Pavarotti era la star del cast, tra le mediocrità messe insieme da Muti: è possibile che imputi al direttore di averlo persuaso ad esporsi in un ruolo nuovo di fronte a un pubblico ostile. Il risultato fu probabilmente l'esperienza artistica più umiliante che Pavarotti abbia sopportato negli anni della sua fama universale ed enorme popola¬ rità». Conclude Canning: «Ricordo di aver intervistato José Carreras non molto tempo dopo. Aveva ascoltato l'opera dal vivo, per radio, e disse: "Luciano ha cantato in modo fantastico"». Durante l'intervista, realizzata nella casa del cantante a Pesaro, Pavarotti ha anche annunciato che i Tre Tenori intraprenderanno la loro prima tournée mondiale. La conferenza stampa per annunciare la data si terrà a Londra 1' 11 ottobre. Finora Pavarotti, Domingo e Carreras avevano sempre declinato l'invito a cantare insieme perché i loro impegni si sovrapponevano. Luciano rivela anche che per la prima volta nella sua carriera abborderà l'«Otello» di Verdi in scena. Finora si era tenuto scrupolosamente alla larga da questo ruolo in teatro. Le uniche performances nella parte del Moro le ha date in concerto. Otello è un ruolo associato a Placido Domingo. Quando spera di poter entrare nella parte? Pavarotti ha aperto la sua agenda, zeppa di date prudentemente scritte a matita, e ha detto: «Mmm, vediamo... aprile 1997... il 13... Londra... Covent Garden». Sembrava raggiante. La prospettiva gli fa piacere, gli ha chiesto l'intervistatore. «No. Sorrido della mia pazzia». Non manca neppure una stoccatina a Domingo. Quando Canning ha menzionato il tenore castigliano Giacomo Aragall, il cuore di Pavarotti si è scaldato: «La voce di Aragall era perfetta per le registrazioni, ma aveva paura. Tra i tenori spagnoli, Aragall era il più dotato, non ho dubbi». E ancora: «A Placido piace cantare molti ruoli e tutti i tipi di musica. Io preferisco fare un concerto con Bono degli U2 che cantare una sconosciuta opera francese. Lo ammiro (Domingo, n.d.r.), certo, ma se posso fare un concerto con un un cantante pop di prim'ordine, mi piace di più». Ha speso una battuta anche sulle fotografie che lo hanno sorpreso sull'amaca ad abbracciare la segretaria: «Se mi attribuiscono un'amante che ha 26 anni mentre io ne ho 60, perché dovrei rimanerci male? Purtroppo non è vero. Poi ho una moglie perfetta, non potrei chiedere di meglio». La prossima stagione al Met sarà una vera sfida per Pavarotti, che a New York celebrerà il suo compleanno con un mese di ritardo affrontando «La figlia del reggimento» di Donizetti. Un'impresa tentata per la prima volta a fianco di Joan Sutherland nel 1966. E quell'aria in cui dovrà prodursi in una sequenza di nove do? «La smetta! - ha implorato scherzoso Pavarotti -. Non mi giri il coltello nella piaga. E' tutta alta, quella parte». Maria Chiara Bonazzi Pavarotti: «Se Roberto Alagna canta il Trovatore allora è davvero matto. D'altronde sono matto anch'io a cantare Otello»
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