«E' il figlio il primo nemico di Saddam»

«E/ il figlio SI primo nemico di Saddam» MEDIO ORIENTE Intanto Baghdad ironizza: il Raiss è come il Tigri e l'Eufrate, non abbandonerà mai il suo Paese «E/ il figlio SI primo nemico di Saddam» Nuove rivelazioni da Amman: è disposto a tutto per ilpotere IL CAIRO. Udai, il figlio maggiore del leader iracheno Saddam Hussein, «desidera impadronirsi del potere e tenta di destituire il padre». Lo ha dichiarato il generale Saddam Kamel Hassan al Majid, ex capo di una unità della guardia presidenziale irachena che si è rifugiato ad Amman l'8 agosto, in un'intervista al quotidiano saudita «al Hayat». «Udai non esiterà ad eliminare il padre, se ne avrà l'occasione - ha aggiunto - ma l'esercito non lo accetterà». Il generale ha ottenuto asilo politico in Giordania insieme al fratello, il generale Hussein, artefice dei programmi di armamento iracheni, e le rispettive mogli, figlie del leader iracheno. Mentre l'Occidente intésse ipotesi su una prossima destituzione o una fuga del leader iracheno, l'Iraq non perde la grinta: ieri ha accusato gli Stati Uniti di inventare pretesti per mantenere l'embargo contro Baghdad, e ha escluso una fuga di Saddam, facendosi beffe della disponibilità ad offrirgli asilo politico manifestata dall'Egitto, unico Paese arabo che si è finora pronunciato a favore della revoca delle sanzioni. «Ti sbagli, Hosni Mubarak. Saddam è come il Tigri e l'Eufrate, né lui né questi due fiumi abbandoneranno l'Iraq per lasciarlo in pasto alle iene all'interno e all'esterno del Paese», scrive il quotidiano ufficiale «Babel», accanto alla notizia (d'agenzia) che riferisce dell'offerta di Mubarak. Il giornale è diretto proprio dal figlio maggiore di Saddam, Udai. L'Iraq, scrive il quotidiano ufficiale «al Saura», «ha adottato una nuova politica di cooperazione con la commissione speciale dell'Onu incaricata del disarmo dell'Iraq, e ha invitato a Baghdad il suo capo Rolf Ekeus per fornirgli le informazioni per colmare le lacune nei dossier nucleare e biologico; ma l'onesta e la serietà della posizione irachena hanno spinto l'amministrazione americana, il cui cervello è malato, a fabbricare nuove menzogne e ad appigliarsi a dettagli futili, nel disperato tentativo di ingannare la comunità internazionale». Madeleine Albright, ambasciatore Usa all'Onu, ha dichiarato venerdì scorso che dopo le rivelazioni sui programmi segreti dell'Iraq la possibilità di una revoca delle sanzioni si è fatta più remota. A favore si è invece pronunciato l'Egitto. Il figlio maggiore di Saddam Udai noto per la ferocia e la grande ambizione