Israele mezza Hamas nella rete

Ma per Washington «i bus locali sono un rischio, americani non saliteci» Ma per Washington «i bus locali sono un rischio, americani non saliteci» Israele/ mezza Hamas nella relè Sventata una serie di stragi TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il movimento islamico Hamas continua a trovarsi sottoposto nei territori a una pressione micidiale. Ieri lo Shin Bet - il servizio di sicurezza interno israeliano - è riuscito a sgominare una cellula militare islamica (la seconda in meno di una settimana) che progettava attentati alla stazione centrale degù' autobus e alla stazione ferroviaria di Gerusalemme, una sparatoria nel centro di Tel Aviv nonché il rapimento di uno o due soldati e l'uccisione di due coloni, uno dei quali a Gaza. Constatando che i trasporti pubblici israeliani sono ormai uno dei principali obiettivi di Ezzedin Al Qassam, il braccio armato di Hamas, sabato il Dipartimento di Stato statunitense ha consigliato agli americani di passaggio in Israele di evitare i bus pubblici. Il nuovo successo dello Shin Bet è una conseguenza diretta dell'arresto (la settimana scorsa) di Abdel Nasser Issa, l'ideatore e il realizzatore delle stragi di Tel Aviv (24 luglio) e di Gerusalemme (21 agosto). Da lui - si è appreso ieri - dipendevano due importanti membri di Ezzedin Al Qassam, catturati nei giorni scorsi: Ayman Sidar e Hatem Ismail. Furono costoro gli ideatori di una folle sparatoria in una strada pedonale di Gerusalemme che, il 9 ottobre 1994, si concluse con due morti e decine di feriti che gemevano fra i tavolini dei caffè, e di un attentato suicida (pure a Gerusalemme) diretto contro un autobus pieno di soldati, che si concluse con la morte del kamikaze arabo. La pressione contro Hamas prosegue anche a Gerico, dove sabato due attivisti islamici collegati alle due recenti stragi di Tel Aviv e di Gerusalemme sono stati condannati dal tribunale speciale a pene esemplari: 12 e 7 anni di carcere, «per aver arrecato danno - si legge nella sentenza - agli interessi nazionali palestinesi». Israele ha cercato di convincere le autorità di Gerico a consegnargli i due militanti di Hamas, ma l'autorità nazionale palestinese si è rifiutata. Alla fine anche il ministro degli Esteri Sliimon Peres ha convenuto che la loro condanna rende superflua l'estradizione. Mentre prosegue la forte pressione contro Hamas - venerdì a Hebron, in Cisgiordania, due integralisti sono stati uccisi da un'uintà speciale israeliana - il processo di pace va avanti. Ieri al Cairo israeliani e palestinesi hanno firmato un accordo che regola il passaggio immediato in Cisgiordania di otto funzioni amministrative dal governo militare agli abitanti palestinesi. Sempre ieri a Eilat israeliani e palestinesi sono tornati a discutere del ridispiegamento dell'esercito israeliano in Cisgiordania, mentre Peres volava ad Aqaba, sul Mar Bosso, per un amichevole scambio di vedute con re Hussein di Giordania. Peres ritiene imminente la firma di un accordo dettagliato sull'estensione dell'autonomia a tutta la Cisgiordania: nei prossimi giorni gli ultimi punti di discordia (lo status di Hebron e la scarcerazione dei detenuti palestinesi) saranno da lui discussi con Arafat. Nel frattempo la questione di Gerusalemme torna alia ribalta. Il ministro della polizia Moshe Shahal ha ordinato ieri la chiusura di tre istituti palestinesi a Gerusalemme Est. Secondo Sballai questi centri di ricerca (che si occupano di statistica, sanità e comunicazioni di massa) ricevono istruzioni direttamente da Arafat che - secondo gli accordi di Oslo - non potrebbe agire in alcun modo a Gerusalemme. Il destinatario reale di questo provvedimento è però un altro: Faisal Husseini, che ha fatto della Orient House di Gerusalemme Est una specie di «uninistero degli Esteri» dell'autonomia palestinese. Anch'egli potrebbe ricevere un ordine di sfratto. Aldo Baquis Controlli con i cani a Tel Aviv, si cerca una bomba in un supermarket