Forza Italia con il pds «Meglio andare alle urne»

e alle proteste dei «cespugli» replicano i colonnelli della Quercia: avete l'ossessione di evitare le elezioni e alle proteste dei «cespugli» replicano i colonnelli della Quercia: avete l'ossessione di evitare le elezioni lorza Italia con il pds «Meglio andare alle urne» ROMA. La sortita di Massimo D'Alema, che ha chiesto a Dini di dimettersi prima della finanziaria, per decidere le sorti della legislatura a tambur battente, fa ancora discutere. In casa forzitalista, ovviamente, la mossa del leader pidiessino è stata molto apprezzata. Lo testimonia il fatto che Cesare Previti abbia deciso di rilasciare proprio all'«Unità» dei commenti positivi alle dichiarazioni del segretario della Quercia. E al quotidiano del pds il «falco azzurro» ha spiegato che «D'Alema ha ragione». Quindi ha aggiunto: «A questo punto è meglio parlare di elezioni e basta. Io credo che si possa arrivare anche ad un'intesa sulla finanziaria, prenderla in carico tutti quanti: questo rientra senz'altro nelle cose possibili, con uno spostamento, evidentemente, delle elezioni in primavera. Ma se non sarà possibile, allora votiamo subito». All'«Unità» Previti ha anche riferito di aver sentito per telefono Berlusconi tre giorni fa, «e - ha precisato - non aveva cambiato linea». Elezioni, dunque, per Forza Italia (anche se nelle file degli azzurri, dove alle «colombe» si aggiungono quei parlamentari che hanno paura di non essere rieletti, aumenta il numero di coloro che preferirebbero vedere slittare il voto). E elezioni ripete il deputato di Forza Italia Pietro Di Muccio, secondo il quale si potrebbe anche fare a meno di votare la finanziaria: «Sarebbe meglio - ha spiegato a questo proposito - fare assumere a Dini la responsabilità di adottare con decreto legge il collegato, lasciando al futuro governo politico, che nascerà dopo le elezioni, la predisposizione del bilancio e della finanziaria». Per Buttigliene, tutto è da rinviare al dopo-finanziaria. Soltanto allora, dice il leader edu, si vedrà se esistono le condizioni per un governo che si occupi di riforme istituzionali. «Se non ci sono, si vada a votare». Dai «cespugli» continua il fuoco di sbarramento contro il segretario pidiessino. Per il leader dei Verdi Carlo Ripa di Meana, «interpretare D'Alema è ormai esercizio di psicanalisti, indovini e cartomanti. Forse bisognerebbe chiamare il dottor Freud in persona». Anche al leader del partito popolare, Gerardo Bianco, la mossa del capo pidiessino non è piaciuta. Ma lui ha usato toni più sfumati: «Né D'Alema né altri nella coalizione ha sottolineato - possono porre paletti, mentre tutti possono avanzare delle proposte». I «cespugli», insomma, sono in subbuglio. Ma alle loro proteste hanno risposto in modo inequivoco i dalemiani Pietro Folena e Gavino Angius. Durissimo il primo: «La smettessero questi cespugli - ha detto - noi non abbiamo la smania di andare a votare, sono loro che hanno l'ossessione di evitare il responso delle urne». E netto anche Angius: «La verifica politica contestuale all'applicazione della finanziaria - ha spiegato il dirigente della Quercia - è doverosa. La consultazione elettorale infatti può porsi come un dovere de¬ mocratico, mancando in Parlamento una maggioranza sia di centrodestra che di centrosinistra». Ma un altro pidiessino, Franco Bassanini, ha ricordato che prima di andare al voto occorre riformare l'articolo 138 della Costituzione. Un'ipotesi, questa, di cui il Polo non vuol nemmeno sentir parlare e che allungherebbe i tempi della legislatura. «La maggioranza del gruppo progressista - ha però avvertito Bassanini - vuole fare questa riforma». D'Alema è avvertito: anche tra i suoi c'è chi non vuole precipitarsi alle urne. [m. t. m.] Il segretario della Quercia Massimo D'Alema: le sue dichiarazioni hanno riaperto il dibattito sulle elezioni

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