Sboccia a sinistra l'autocelebrazione di Curzio Maltese

Sboccia a sinistra l'autocelebrazione Sboccia a sinistra l'autocelebrazione A sinistra italiana inciampa sempre sulla stessa pietra. Ma a volte basta anche un sassolino per inceppare la macchina da guerra gioiosamente lanciata verso nuove elezioni anticipate. Da lesta storia degli affitti facili uell'Inps - finalmente s'è capito a chi è servito l'equo canone - spira un'aria da strapaese, più greve che scandalosa. Nell'elenco dei furbastri beficiati dall'ente pubblico figurano D'Alema, Veltroni, OccheV to", D'Antoni, Cossutta, Garavini e altri. Non sempre i cognomi corrispondono al titolala più famoso, ma al fratello^ al figlio, al nipote, al consuocero. Un po' come accade per i giornalisti del Tg3. Dal quadro emerge una specie di «libro di famiglia» della sinistra italiana, come avrebbe forse scritto Rossana Rossanda se ieri il Manifesto avesse deciso di dare la notizia. Ha preferito, in prima pagina, prendersela con il maltempo con un «Speriamo che smetta»: allusivo o soltanto grottesco? Speriamo che smetta di piovere, perfino sui senzatetto. Speriamo che smetta l'Inps di riparare le teste d'uovo o d'altro della nomenklatura politica o giornalistica. Speriamo che la smettano i segretari del pds, o aspiranti tali, di far piovere autobiografie celebrative sulle bancarelle estive. Tra l'altro, come dimostra il lagrimoso precedente di Occhetto, non porta fortuna. A giorni dovrebbe abbattersi sulle nostre cape l'uno-due diaristico di D'Alema & Veltroni: l'uno ispiratore di un'epopea di se I medesimo dal titolo sinistro I {«Un Paese normale»); il suo vice, autore di un libro-intervista («La bella politica») che configura una mirabile sintesi di pensiero fra De Amicis (bontà), Topolino (ottimismo) e Gigi Marzullo (intelligenza). In entrambi i casi, assistiamo alla classica operazione letteraria, massi, da Seconda Repubblica. Si tratta di sbobinare una trentina di ospitate del leader'al Maurizio Costanzo sciò e affidarne i verbali a un giornalista amico che si prende l'onere e chissà se l'onore di ordinare tanta chiacchiera in un centinaio di pagine con capo e coda. Francamente, non se ne sentiva il bisogno. Non bastasse, l'altra sera Walt " Dysney Veltroni è stato sorpreso dalla critica televisiva militante a vagabondare per parchi con un braccio a Bruno Vespa, còme già Forlani, e l'altro all'operina. E' la solita storia del potere che dà alla testa della sinistra prima ancora di averlo conquistato. Oggi gongolano della popolarità di Lamberto Dini, rivendicata anche dalla destra in omaggio all'elenio trasformismo, che domani potrebbe svanire di colpo secondo gli esempi di Amato e Ciampi. Dopodomani si accorgeranno come sempre alla vigilia elettorale che l'aver accantonato il problema dell'informazione, ritagliandosi piccoli spazi pubblicitari, è stato un errore fatale. Sarà la televisione a eleggere il prossimo Parlamento italiano, e pure il futuro presidente americano. La Walt Dysney, che ha appena comprato la Abc, lo sa. E la Walter Veltroni &co.? Curzio Maltese