Il nipote di Andreotti di R. Mas.
«Rimediamo al passato» Il nipote di Andreotti Danese: «Io non ho tolto l'alloggio a nessuno» ROMA. Luca Danese, di professione fa l'astro emergente. Prima come nipote di Andreotti, presidente dei giovani de e presidente del Consiglio regionale del Lazio. Ora come enfant prodige di Forza Italia e responsabile regionale del movimento. Danese, 300 metri quadri nel quartiere di Prati per un milione al mese, un bell'affare. «Ma scherza? Io abito in questa casa da tre anni, l'ho trovata distrutta e l'ho ristrutturata a mie spese, e ora pago ogni mese 2 milioni e due di canone, più 418 mila di riscaldamento, più 265 mila di posto auto in cortile, insomma siamo a quasi tre milioni». D'accordo: ma questa casa come l'ha avuta? Era sfrattato, indigente o che altro? «Quando mi sono sposato, 11 anni fa ho chiesto una piccola casa all'Inps, poi tre anni fa, quando mi è nato il secondo figlio, ho chiesto di cambiarla con un'altra più grande e mi hanno assegnato quella che ho». Insomma vuol dire che è andato 11 come uno qualunque e ha avuto 300 metri quadri di casa? «Era uscito un bando di concorso per l'assegnazione degli alloggi, io ho presentato regolare domanda insieme al 740 che l'Inps esige sempre perché uno possa dimostrare che, chiedendo un appartamento di prestigio, ha anche i mezzi per pagare l'affitto. Ho aspettato 8 mesi, poi mi è stata assegnata la casa». Non una spintarella, non una telefonata da familiari o amici... no? «No. Sono andato avanti con le mie gambe, perché conoscevo Luciano Fassari, che allora era direttore generale dell'Inps». Ma allora lei era presidente dei giovani de, e una carta da spendere, politicamente, l'aveva. «Certo, Fassari quando mi ha ricevuto sapeva chi incontrava, e con questo? Ho forse tolto una casa a qualcuno?». [r. mas.]
Persone citate: Andreotti, Fassari, Luca Danese, Luciano Fassari, Prati
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