Dilemma Croazia-Azzurri di Roberto Beccantini
Gorazde, gli inglesi uccidono due aggressori: ritorsione per l'abbandono o attacco di banditi Dilemma Croazia-Azzurri Giocare o no in un Paese in guerra IL CASO UNA PARTITA A RISCHIO GINEVRA ON si parla d'altro, nei salotti buoni del calcio europeo, e tutti ridono di Antonio Matarrese. Il suo sbrigativo «in Croazia non ci vado» ha fatto il giro dei tavoli. La partita fra Croazia e Italia, in programma l'8 ottobre e valida per le eliminatorie del campionato d'Europa, è diventata un caso. Colpa non tanto della sporca guerra in atto e della sede fissata dalla federazione croata (Spalato), quanto dell'improvvisa, e pelosa, presa di coscienza del nostro presidente. Di passaggio a Ginevra per il sorteggio delle Coppe, don Tonino non sa più che cosa accampare: se motivi etici, come gli ha suggerito l'avvocato Campana a nome del sindacato calciatori, o non piuttosto ragioni di «banale» sicurezza. L'Uefa non ha gradito il suo zelo, emerso già a Bruxelles, martedì, nel corso di un summit arrangiato in extremis. «L'ho trovato molto, troppo, aggressivo», ci spiegava Lennart Johansson, svedese, sommo duce del football europeo. EaGehrardAigner, segretarioge- nerale, non e andato giu il titolo che Matarrese ha «offerto» al Cor- riere della Sera: niente Croazia, dated partita persa. Ilbelloeche, oltre a ricoprire la carica di presidente della Figc, il nostro caudillo e anche vicepresi- dente vicario dell'Uefa. Quando parla, non si sa mai a che titolo lofaccia. «Ci provino, gli italiani, anon andare in Croazia - brontola- va Johansson -. Come minimo, avranno partita persa». Come mi-nimo: potremmo, cioe, venire an-che esclusi d'ufficio da 11 a compe- tizione. Ma stiamo ai fatti. E'vero che l'Uefa ha spostato da Spalato a Zagabria la partita che i croati dovranno disputare con l'Estonia, il 3 settembre. E' altrettanto vero, pero, che gli estoni non hanno presentato alcuna riserva. Ci andranno e giocheranno. Anzi: se fosse dipeso da loro, sarebbero andati tranquillamente fino a Spalato: «Lei non può immaginare che scocciatura dover rifare tutto, biglietti aerei, prenotazioni alberghiere», ci diceva Mark Tarmale, vicepresidente della federazione baltica. Replica di Matarrese, stizzito: «Signori miei, se faccio confusione io, cosa bisognerebbe dire di Ben Millichip, presidente della federazione inglese e vicepresidente, anche lui, dell'Uefa, che ha cancellato l'amichevole Inghilterra-Croazia in programma a Wembley il 6 settembre?». A Ginevra, di dirigenti croati, c'era Dusko Grabovac. «Non vi capisco proprio, voi italiani. Non più tardi di ieri, è stata riaperta la linea ferroviaria Zagabria-Spalato. Spalato, ripeto, è città sicura al cento per cento. A Matarrese ho detto: non volete venire da noi? Nessun problema, veniamo noi da voi. A Roma, sempre che ci diate tutto l'incasso». «Per carità, avrebbe risposto don Tonino, e se poi perdiamo?». Il suo sogno è Vienna, cam- po neutro. Gli austriaci, allibiti, ci guardano come se fossimo degli alieni: «Almeno faceste un passo ufficiale, l'I 1 ottobre giochiamo con il Portogallo, toglietevi dalla testa il Prater». Grabovac ci ha confessato un'altra cosa: «Matarrese mi ha sussurrato che a fare pressioni (contro il giocare in Croazia) non sono i nazionali, bensì i giornalisti». Questa, poi. L'Uefa, da parte sua, non transige. Ha preso tempo, deciderà a metà settembre, in base all'evolversi della situazione bellica. Aigner è stato chiaro: «Se non a Spalato, giocherete a Zagabria, come l'Estonia. Non siamo degli ipocriti, ma neppure dei furbacchioni: Vienna è improponibile». «Ma noi non siamo l'Estonia», ha tuonato Matarrese, restio a tornare sull'argomento durante la cerimonia del sorteggio: lo farà oggi, a Cove-ciano, in occasione del protocollare saluto agli arbitri e al campionato che comincia domani. Roberto Beccantini L'Uefa: il forfait PUÒ costarvi la squalifica Il presidente federale Matarrese non vuole giocare a Spalato la partita con la nazionale croata
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