Caso Buscetta è guerra sullo scoop

Il superpentito querela il giornalista, che replica: è inutile che lui neghi, ha parlato con tutti Il superpentito querela il giornalista, che replica: è inutile che lui neghi, ha parlato con tutti Caso Buscetta, è guerra sullo scoop Un crocerista: quelle dichiarazioni sono state estorte ROMA. Non si placa la polemica intorno alla crociera del superpentito Masino Buscetta. Fioccano le interrogazioni parlamentari (Bertoni del pds ha chiesto se questo episodio non tenda a delegittimare i pentiti). Si aprono inchieste, amministrative e penali. E intanto litigano a distanza i protagonisti. Il giornalista Sergio De Gregorio conferma tutto: «E' inutile che Buscetta neghi. A forza di smentire, smentirà pure di esistere. Lui quelle cose su Berlusconi, su Andreotti e sul delitto Moro le ha dette e non soltanto a me ma anche a altri. Non è colpa mia se si è "sbracato" e ora ha la necessità di tornare sui suoi passi». Ma Buscetta nega e il suo legale, Luigi Li Gotti, annuncia querele contro Oggi. Un tassello alla volta, però, comincia a chiarirsi la dinamica dello scoop. Ha raccontato uno dei croceristi, il signor Pasquale Frola: «Non è vero che De Gregorio si è qualificato subito come giornalista. Lo ha fatto solo in un secondo momento. Era lui a provocare Buscetta per fargli dare giudizi sulla politica con frasi ambigue del tipo "Certo che dietro ogni grande fortuna c'è un grande crimine". Buscetta rispondeva assentendo o scuotendo la testa, ma comunque in modo vago». A un certo punto, poi, la Monterey è diventata una pentola in ebollizione. I croceristi, quando hanno visto il giornalista acquistare una macchina per scrivere in un porto israeliano, hanno capito quello che stava per succedere e hanno affrontato De Gregorio. Racconta sempre Frola: «Ci aveva promesso di pubblicare tutta la storia solo al termine della crociera, proprio per non mettere in pericolo la vita dei passeggeri. Ma ci ha tradito. E quando l'abbiamo capito lo abbiamo nuovamente affrontato. C'è stato un violento litigio. Qualcuno voleva passare alle vie di fatto». Ma questa è la cronaca degli ultimi giorni di navigazione. All'ini¬ zio, De Gregorio si dava un gran da fare per agganciare Buscetta. Addirittura alcuni passeggeri ritenevano che fosse uno degli organizzatori delle feste di bordo. Frola: «Era proprio lui a cantare al microfono alcune canzoni della "sceneggiata" napoletana. Era stato lui a coinvolgere "Roberto" durante le feste». E conferma l'animatore, Fabio Canino: «Mi ricordava qualcuno. Quando gliel'ho detto, mi ha risposto: "Lo so, in tanti mi scambiano per Anthony Quinn". Ma la certezza l'ho avuta solo quando l'ho visto cantare "Guapparia" al piano bar con tre napoletani. Il giornalista mi ha avvicinato e mi ha detto: "Hai visto cosa siamo riusciti a fargli fare? Hai capito chi è quello?». I tre napoletani - De Gregorio, Tramontano e Minopoli - cantavano con Buscetta. E intanto la moglie di uno dei tre, armata di videocamera, immortavala. Deve essere stata serrata la corte che De Gregorio ha fatto a Buscetta. Ancora Canino: «Stava sempre insieme a De Gregorio e un avvocato di Napoli. Erano inseperabili». E Frola: «Il giornalista era troppo presente e il signor "Roberto" s'è insospettito. Ha chiesto alla Sicurezza chi fosse. Quando lo ha saputo, s'è chiuso in cabina e non è più uscito. Abbiamo incontrato solo la moglie, che ci ha detto che era molto preoccupato. Che aveva scelto quella crociera per farla contenta perché era uscita da una lunga malattia e voleva visitare la Terrasanta». [fra. gri.] A sinistra l'avvocato Ligotti. Sopra e a destra due momenti della crociera di Buscetta

Luoghi citati: Napoli, Roma