Paolillo: senza manovra Bankitalia è ingessata di Marco Zatterin
Paolillo: senza manovra Bankitalia è ingessata Paolillo: senza manovra Bankitalia è ingessata INTERVISTA IL PRINCIPE DEB CAMBISTI MILANO. Non aspettiamoci una riduzione dei tassi di interesse anche in Italia. Ernesto Paolillo, presidente del Forex, assicura che è troppo presto, che l'economia va bene, ma i prezzi possono ancora giocare brutti scherzi e il quadro politico non gode della stabilità necessaria per scongiurare appieno il rischio di altri terremoti valutari. «La decisione tedesca aiuta la lira - dice il re dei cambisti - eppure per avere un denaro meno caro bisognerà attendere qualche tempo». Si aspettava la decisione della Bundesbank? «Al cinquanta per cento. Da una parte pensavo che i segnali negativi raccolti sul fronte della produzione in Germania sug- gerissero a Francoforte una riduzione del costo del denaro mirata a dare nuovo ossigeno alle imprese. Dall'altra, ritenevo che avrebbero potuto nuovamente adottare una linea di cautela sino alla pubblicazione delle statistiche congiunturali di settembre». Cosa li ha convinti? «Devono aver ritenuto che gli spunti di segno recessivo per l'industria non fossero di natura sporadica e, di conseguenza, l'intervento dovesse essere fatto subito». Quali i riflessi per la lira? «Almeno tre. In primo luogo si apre la strada per un nuovo rafforzamento della nostra moneta. In seconda battuta, aumentano le possibilità di una ridu- zione dei tassi di interesse anche da noi, anche se non nel brevissimo periodo, che mantenga immutato il differenziale con quelli tedeschi. Infine, si potrebbe verificare un rialzo dei corsi dei titoli italiani che dovrebbe comprimere il divario di rendimento con quelli tedeschi». Ha toccato il problema della riduzione del tasso di sconto. Quando si muoverà Fazio? «Non credo che Bankitalia deciderà di tagliare i tassi prima di essere sicura di aver messo pienamente sotto controllo l'inflazione e prima che la finanziaria sia stata approvata». La Confindustria spinge per una riduzione subito. «Capisco la questione, è una normale aspettativa degli industriali visti come controparte delle autorità monetarie. Tuttavia, non abbiamo elementi che assicurino un'inflazione domata. E' certo meglio rinviare la sforbiciata ai tassi al momento in cui si è sicuri che non vi saranno conseguenze, piut¬ tosto che agire prematuramente e mettere in pericolo l'intero sistema. Viste le condizioni, credo che le imprese italiane possano aspettare qualche settimana». I progressi della lira ad agosto hanno riacceso il dibattito sul rientro nel Sistema monetario europeo. Siamo pronti? «Ci sono ancora dei margini di recupero non utilizzati: la lira può arrivare ad un cambio col marco di almeno 1050 lire. Questo sostiene l'ipotesi di un ritorno nello Sme, come dimostrano sia le condizioni dell'economia che la forza del cambio. I fondamentali ci sono, i mercati chiedono lira e hanno smesso di offrirla. L'approva¬ zione della finanziaria è però un passaggio chiave, in quanto è necessario eliminare quanto più possibile i fattori di turbativa per i mercati Come è pure importante il fatto che si riprenda la partecipazione all'accordo di cambio senza essere a ridosso di elezioni. Una campagna elettorale infuocata, o più semplicemente incerta, non farebbe bene alla moneta». Qual è, a suo avviso, il cambio di equilibrio fra lira e marco? «Fra 1000 e 1050. Ci possiamo arrivare. Se poi ci fermeremo a 1020 o a 1030 non fa una grande differenza. L'equilibrio resta». Marco Zatterin Ernesto Paolillo presidente del Forex
Persone citate: Ernesto Paolillo, Paolillo
Luoghi citati: Francoforte, Germania, Italia, Milano
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