Anne Rice invita i fan al «sabba» di New Orleans

Nuovo libro in Italia, mentre convoca 5000 lettori in un orfanotrofio La scrittrice best-seller di «Intervista col vampiro» annuncia che ora esplorerà la cabala Anne Rice invita i fan al «sabba» di New Orleans Nuovo libro in Italia, mentre convoca 5000 lettori in un orfanotrofio "TI MANTI degli intrighi, dei A delitti passionali, dei miti, Il delle streghe, di morti miri steriose e reincarnazioni AAJ accidentate, sappiate che mancano soltanto due mesi al grande evento: il 29 ottobre, a New Orleans, un ballo gigantesco offerto dal «Vampire Lestat Fan Club» celebrerà l'uscita dell'ultimo libro di Anne Rice, Memnoch, nella sede adeguatamente orripilante di un gigantesco orfanotrofio «che abbiamo comprato qualche anno fa», come c'informa l'autrice di Intervista col vampiro, in una newsletter che sta facendo il giro del mondo per spargere la notizia. Sono pochini i cinquemila lettori invitati al ballo, per una scrittrice che dell'ultimo romanzo L'ora delle streghe (Salani) ha venduto nel suo Paese d'origine quasi due milioni di copie, ma bisogna accontentarsi: gli orfanotrofi sono quelli che sono e non ne basterebbero dieci a contenere i più fedeli fans della signora Rice. Quelli che sfogliando le 929 pagine de L'ora delle streghe hanno palpitato alla storia di Michael Curry, annegato nella baia di San Francisco e riportato alla vita da una donna metà strega e metà neurochirurgo, lasciandosi trasportare in un labirinto di avventure che attraversa la Francia del XVII secolo, passa per le piantagioni di Port-au-Prince, s'inoltra nel Sud devastato dalla guerra civile e approda alla normalità soltanto apparente della New Orleans di oggi, in un crescendo di lussuria, incesti e incubi sensuali. Anne Rice è il sogno di un editore che si avvera: tutto quello che tocca è oro, e anche se si può accusarla occasionalmente di prolissità, mancanza di rigore e superficialità, ha solide virtù letterarie e un talento incontestabile per l'evocazione lirica del passato. «Miei adorati lettori», scrive nella sua newsletter, «sto cercando di uscire dalla mia saga e scrivere un libro completamente nuovo. Il mio ultimo eroe è un fantasma, e sebbene la storia inizi nella New York di oggi, Azriel, il protagonista, ha una lunga vicenda che s'inoltra nell'antico Medio Oriente». C'era da aspettarselo: dopo decine di best-seller che s'ispirano al mondo cristiano, rinnovato dal tocco induista della reincarnazione, Anne Rice sta per darci la sua versione dell'universo ebraico e della cabala. Ma, per questa svolta, i lettori dovranno attendere ancora un paio di anni. Intanto, per lettera, la signora c'informa che l'aitante Tom Berenger (protagonista di Platoon e di Chi protegge il testimone) sta per trarre un film da un suo vecchio successo, Belinda. E ci confessa che «effettivamente m'ispirano molto più i film che i romanzi di altri autori contemporanei. La verità è che non ne leggo nessuno. Tomo talvolta a Kafka, alla Woolf, a Nabokov e Hemingway, e a quegli scrittori che ho letto fanaticamente da giovane... Ma quando mi siedo davanti alla tastiera del computer, e trasformo i sogni in romanzi, mi accorgo che sono i film il mio filo diretto con la cultura contemporanea». Con la promessa di restare sempre fedele «all'irreale, all'assurdo e al gotico», lasciando agli altri jLl compito di descrivere la vita vera, Anne Rice si congeda consegnando ai suoi lettori il suo indirizzo: 1239 First Street, New Orleans, la stessa grande casa nel Garden District in cui ha ambientato L'ora delle streghe. Un consiglio: non provate ad andarci. Al posto del fatiscente e fascinoso palazzo stritolato da un onnivoro giardino tropicale, trovereste una comune casa di ricchi, accudita da un giardiniere alla moda. E agenti di sicurezza e cani per tenere lontani i fans inopportuni. Anne Rice non lo ha mai nascosto: la sua magìa è per i libri e non, come dice lei, per «la vita vera». Livia Manera

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