Minigonne in agguato fra i seminaristi su un'isola con l'attrice

POLEMICA. Carmen Covito ai festival dell'Unità: per lanciare il suo j'accuse AL GIORNALE Minigonne in agguato fra i seminaristi; su un'isola con Vattrice Anche il grande Davide perdette la testa Lettera aperta a un arcivescovo che sta sperimentando nuovi metodi. Non ci volevo credere, ma di fronte a testimonianze oculari, ho dovuto cedere. Di che si tratta? Della Facoltà teologica di... in cui i seminaristi di teologia vanno a scuola assieme alle signorine in minigonna. L'arcivescovo li ha gettati allo sbaraglio... pensando che un giorno da sacerdoti dovranno vivere nel mondo, anche se, come dice Gesù, non sono di questo mondo. E allora?...; i teologi ce la faranno a essere puri? Se appena ce la facevamo noi di un tempo passato, lontano dai pericoli, come può pretendere che i giovani seminaristi a contatto con belle signorine, che mostrano anche quello che non dovrebbero mostrare del corpo, restino insensibili? Lei dice che solo qualcuno ha lasciato ufficialmente... e non pensa che gli altri sotto sotto, vengano a compromessi? Apra gli occhi e usi i metodi della prudenza, anche se deve andare contro la moda inventata dal diavolo in nome del modernismo. Lei vuole sperimentare altri metodi... Non si può scherzare col fuoco, con la scusa di vedere se brucia, quando già si sa che il fuoco brucia. Lei non deve arrendersi alle pressioni del diavolo e del mondo... Deve salvarli. Bisogna far capire ai seminaristi che il nostro amore è Dio, che vale più di tutte le donne del mondo e non dobbiamo essere legati a nessun amore terreno, se vogliamo volare verso di Lui. Come la sposa o lo sposo è geloso del proprio partner, cosi Dio è geloso di noi. Rilegga la vita dei santi, i quali erano prudentissimi nelle relazioni verso l'altro sesso... e i santi erano sapienti, della sapienza di Dio, il quale, dopo il peccato, fece un vestito per Adamo ed Eva per coprirli. Il grande Davide alla vista della donna nuda perdette la testa e Lei pretende che i seminaristi non perdano la bussola davanti a quello spettacolo eccitante? Come si può pretendere che la paglia nel fuoco non si bruci? Come si può pretendere che un giovane, col sangue bollente nelle vene, resti indifferente davanti a cosce in mostra? Il mio padre spirituale del seminario, che passava per santo vivente, ci metteva in guardia dicendo: «Perché Pinocchio si bruciò i piedi?... -. Perché era insensibile. E chi dice, mentendo, di essere insensibile, si brucia». Eccellenza, scenda dal piedistallo... Vigili! Vada a vedere... Mi scusi se mi sono permesso di dire certe cose... L'ho fatto a fin di bene. don Angelo Romanelli Niente fotoreporter per fortuna Ho trascorso una bella vacanza in un'isola mediterranea, piena di luce, calore, di movimento e di belle donne. Qui gli incontri sono più facili. Ho conosciuto una attrice famosa - anche lei in vacanza - e con lei ho trascorso alcune ore divertenti e distensive. Per fortuna non sono stato sorpreso da giornalisti o fotoreporter alla ricerca di improbabili scoop. Altrimenti sarei finito anch'io sui giornali e alla televisione come già la cameriera-studentessa della Maremma e l'attore Richard Gere. Che fortuna! Massimo Martinelli La Morra (Cuneo) Abissinia, la guerra dei misteri Ho trovato di grande interesse gli articoli sull'uso, da parte italiana, dei gas tossici o altre armi chimiche, nel corso della campagna d'Africa del 1935-36, all'epoca cioè del nostro prolungato imperialismo «straccione» e dell'imperatore di Faccetta nera. Spero che possano esser reperiti i relativi documenti come desiderano Indro Montanelli ed Angelo Del Boca. Si potrà, così, porre una parola precisa e finale ad una questione che rischia di diventare annosa. Mi permetto di far sapere che nel romanzo Un ebreo nel fascismo di Luigi Preti, edito negli Anni 70 da Rusconi, viene narrata pure quella guerra d'Abissinia; si afferma, tra l'altro, che dopo certe battaglie si provvedeva, da parte nostra, a far sparire i cadaveri dei nemici, con gli occhi allargati per via, appunto, degli effetti dei gas; non si doveva assolutamente far sapere ch'eran stati usati. Ciò, ovviamente, nulla toglie al valore del nostro Esercito; per tutti, può essere ricordato il cappellano militare padre Reginaldo Giuliani presente in Africa orientale, caduto al Pas¬ so Uarieu e decorato di medaglia d'oro. dott. Teresio Raineri Pinerolo Con la geologia non si scherza In una lettera del 10 agosto si parla del suolo che «corroso dall'attrito si dissolve» per effetto di «un certo tipo di lavaggio» e poi «si mette in moto creando un bacino fluviale e imbrifero». E c'è il «pietrisco che gettato in mare va a formare la litosfera». Eccetera. La lettera può solo essere classificata nel genere demenziale. Molti lettori non specialisti l'hanno certamente presa sul serio e magari pensano che l'autore sia un cultore di geologia. Il risultato è frustrante per chi opera nel settore: solo un incremento alla confusione dei linguaggi e delle idee. Amara constatazione conclusiva. Su temi di biologia o di medicina, nessuno avrebbe pubblicato uno scritto ugualmente sgangherato; ma con la geologia si può «scherzare». prof. Rosalino Sacchi ordinario Geologia all'Università di Torino Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra Ricercatori francesi contro l'atomica Siamo un gruppo di ricercatori francesi e loro familiari che lavora o abita nella zona di Ispra in provincia di Varese e abbiamo deciso di manifestare la nostra opposizione alla decisione del governo francese di riprendere gli esperimenti nucleari a scopo militare. Abbiamo deciso inoltre di presentare una petizione di protesta al Consolato francese di Milano. Considerata la sensibilità particolare con la quale vengono percepite le questioni nu- cleari a Ispra, considerata la nostra presenza in un Paese dove ci sono delle posizioni molto chiare sul nucleare, i sottostanti esprimono la loro ferma opposizione a tutte le riprese dei test nucleari nel Pacifico decise dalle autorità francesi; si impegnano a sviluppare le azioni più appropriate per protestare contro queste scelte; sottolineano che la loro azione non concerne che le attività del nucleare sviluppate a fini militari. Gilles Bories, Ispra (Varese) seguono 40 firme Che bel castello visto dall'autostrada Oltre 600 km, dal Friuli Venezia Giulia alla Valle d'Aosta, obiet-» tivo principale visitare il castello di Fénis, palma simbolo dei castelli della Valle d'Aosta. Uno sguardo veloce al Monte Bianco, una pizza ingoiata in fretta a Courmayeur e poi, sotto il sole delle 13, il mese di agosto (senza aria condizionata), rotta verso il castello di Fénis, contando sull'orario ufficiale pubblicato sui Touring e verificato in loco: tutti i giorni dalla ore 8 alle ore 19. Che delusione! Il castello è aperto solo a parole! In realtà apre alle ore 17 e c'è pure una prevendita biglietti valida soltanto per il giorno stesso. Sono le 14, oggi è il nostro ultimo giorno in Valle d'Aosta. Molti biglietti sono già stati preacquistati; non possiamo permetterci di visitare il castello alle 18, ci aspettano ben 6-7 ore di viaggio. «Il castello di Fénis?» ci chiedono gli amici al ritorno. «Beh, forse l'abbiamo visto meglio dall'autostrada» rispondiamo. Vi inviamo questo scritto nella speranza che possa contribuire a rendere meno complicate le visite ad altri turisti. Giuliano Martini, Calpacco (Udine)