Guerra alle scuole di asini
Il premier: sussidi solo a quelle che formano individui preparati alla vita e al lavoro Il premier: sussidi solo a quelle che formano individui preparati alla vita e al lavoro Guerra alle scuole di asini Londra, ilpiano Major: chiudiamole LONDRA.. Le scuole che sfornano somari vanno chiuse, dice il primo ministro inglese Major con tutta la sua flemma. I suoi ispettori stanno già mettendo sotto torchio professori e presidi, per accertare che non siano proprio loro i somari più emeriti. Ma i controlli in corso in tutta l'Inghilterra, solitamente annunciati con un anticipo di molti mesi, potrebbero avere d'ora innanzi conseguenze assai più drastiche. Il peggio che adesso possa capitare a una scuola squinternata, in cui i professori non sappiano insegnare, tenere la disciplina in classe, rispondere alle domande degli studenti, o in cui le strutture e i materiali scolastici siano insufficienti, è che gli ispettori nominino qualcuno di loro fiducia e sostituiscano chi non è all'altezza: ma sono casi rari. Ora Major vuole introdurre il potere di chiudere i battenti di una scuola che abbia mancato al suo dovere. <(Se vogliamo seriamente migliorare gli standard dell'istruzione dobbiamo fare in modo che sia più facile chiudere le scuole scadenti e espandere quelle popolari», ha detto Major al «Times» con la sicurezza di chi ha salvato la pellaccia dai coltelli dei colleghi conservatori. Dopo la vittoria nella battaglia per la leadership del mese scorso, il primo ministro vuole concentrarsi su ciò che potrebbe fargli vincere le elezioni, e la qualità dell'istruzione scolastica è uno dei cavalli di battaglia più sicuri. I laboristi esplodono: «Quest'ossessione di chiudere le scuole piuttosto che rivitalizzarle non avvicinerà neanche lontanamente il nostro Paese ai livelli di qualificazione della Francia, della Germania o del Giappone». Il ministro ombra dell'Istruzione, David Blunkett, obietta che gli istituti scadenti hanno urgente bisogno di essere svecchiati, poiché proprio ieri i risultati degli esami al primo livello di qualificazione (quelli che si sostengono a 16 anni) hanno dimostrato che una cosa procede ancora a passo di tartaruga: lo sperato miglioramento dei voti su scala nazionale. Il governo vuole che l'85% degli studenti esca con la media alta, mentre la percentuale è ancora attestata sul 63%. Sonc cifre lontane dall'obiettivo patriottico di Major: creare la miglior forza lavoro europea. L'opposizione è lesta a mettere in ridicolo l'altra fissazione di Major, quella di rendere le scuole pubbliche indipendenti come aziende, con un lauto sussidio governativo: l'obiettivo è sottrarle alle autorità locali che, guarda caso, sono spesso e volentieri laboriste. Nell'intervista al «Times» Major ha detto: «Non vedo l'ora che arrivi il giorno in cui tutte le scuole pubbliche si autogoverneranno». Ma uno dei suoi ministri è corso subito ai ripari: obbligare tutte le scuole a fare un passo del genere sarebbe chiaramente in contraddizione con il principio della libertà e della varietà di scelta. Ma c'è da giurare che l'«incoraggiamento» che il governo vuole dare alle scuole autosufficienti si misurerà in soldi. Una scuola-azienda ha la responsabilità di autopromuoversi e di applicare il principio del mercato, ovvero della competizione: può scegliere di specializzarsi meglio, per esempio. E deve gestire il proprio bilancio. Finora soltanto 1000 scuole statali su 25 mila hanno optato per questo sistema, che è già in funzione nelle università con risultati molto contestati. Ma la guerra alle scuole da Paese dei balocchi è il capitolo più altisonante dei piani di Major. Sulle loro temibili lavagne gli ispettori divideranno insegnanti e presidi in buoni e cattivi. Maria Chiara Bonazzi Ma i laboristi lo attaccano: mira a tagliare le spese del servizio Studenti a scuola. Sopra il primo ministro inglese John Major
Persone citate: David Blunkett, John Major, Maria Chiara Bonazzi
Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Londra
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