Russia, il Paese dei 21 mila desaparecidos
Russia, il Paese dei 21 mila desaparecidos Rinvenuti ogni anno 18 mila corpi di ignoti: spesso proprietari di alloggi costretti a vendere per nulla Russia, il Paese dei 21 mila desaparecidos Fra loro molte ragazze rapite in pieno giorno in strada e sui bus MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La sapete la storia di quello che esce di casa per andare a comprare le sigarette e non toma mai più? Bene, in Russia il fenomeno è diffuso. Ma non con le stesse motivazioni mediterranee, del tipo, ad esempio, mi sono stufato della moglie, o della suocera, o del marito, o della routine lavorativa etc. Il «Trud», ex organo dei sindacati, aggiorna le statistiche delle «sparizioni». Che sono triplicate negli ultimi tempi. Nel 1994, dati ufficiali del ministero degl'interni (quindi da prendere con le pinze, sicuramente per difetto), sono sparite senza lasciare tracce qualcosa come 21.000 persone. Ma che diavolo significa? Perché spariscono? Dove vanno a finire? E' mai possibile che, in tempo di pace, si registri, in un Paese tutto sommato civile, una tale emorragia di persone? Già, «in tempo di pace», scrive accorata l'autrice dell'inchiesta, Alla Malakhova. «Ma siamo sicuri che la Russia stia vivendo in tempo di pace?». Il riferimento non è alla guerra di Cecenia ma alla «guerra criminale in corso dappertutto in Russia», nelle grandi e nelle piccole città, nei villaggi di provincia, nelle più sperdute campagne. La risposta agl'interrogativi di cui sopra la si può trovare per approssimazioni successive, a piccoli passi, leggendo le altre statistiche di contorno. Per esempio, l'anno scorso, solo a Mosca, sono sparite 2814 persone delle quali si sa con certezza che avevano appena firmato un contratto di compravendita di un appartamento. In gran parte anziani, pensionati, povera gente. La polizia laconicamente informa che nella capitale agiscono circa 30 bande di malfattori specializzati nel settore: individuano il «venditore», vanno a casa sua, gl'impongono un contratto di cessione dell'appartamento, per poche centinaia di dol¬ lari. Indi, ottenuta la documentazione, lo fanno fuori, per eliminare tracce e proteste. Fin qui tutto è chiaro. E gli altri? C'è un altro dato statistico interessante. L'anno scorso in Russia sono stati trovati circa 18.000 cadaveri che nessuno è stato in grado di identificare. Come mai? La polizia non ha tempo, né voglia, di andare a indagare in queste quisquilie. Spesso nemmeno i parenti si fanno vivi. Dunque aspettano qualche giorno e poi li seppelliscono in fosse comuni. Ce n'è in ogni città, basta riempirle. Sui documenti si scrive: cadavere non identificato, e arrivederci al giorno del Giudizio Universale. Elementare, Watson, sono i corpi dei 21.000 spariti, con resto di tremila, che forse, davvero, sono andati a comprare le sigarette. La casistica di quei 18.000 cadaveri annui non la farà mai nessuno. Si va dall'episodio, riportato dai giornali nei giorni scorsi, di un gruppo di giovanotti che, scesi da una lussuosa auto a una fermata d'autobus, salgono a bordo della pubblica vettura, prelevano con la forza una ragazza carina e se la portano via. Gli piaceva, che farci? I passeggeri dell'autobus non fanno una piega. Non tutti hanno colli taurini e pistole infilate nella cintura dei pantaloni. Poi ci sono le signorine sole, e imprudenti, che accettano passaggi per tornare a casa. Da queste parti non si limitano a violentarle. Anche loro finiranno nella fossa comune. E c'è la marea dei solitari che vanno a bere in compagnie di cui non fanno in tempo ad accertare il pedigree. E quelli che muoiono d'infarto in strada, i ma lati di mente che si perdono e non sanno più tornare, facili prede; i milioni di senza dimora e senza parenti che esalano l'ultimo respi ro sotto un ponte. E' come se sparisse una cittadina di provincia all'anno, inghiottita nel nulla. Giuliette Chiesa
Persone citate: Giuliette Chiesa, Watson
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