Il pentito Grave danno ai miei familiari di R. Cri.

Il pentito Il pentito «Grave danno ai miei familiari» ROMA. «Mi hanno ingaimato, hanno scritto molte falsità, hanno creato un danno irreparabile alla mia famiglia». Tommaso Buscetta si sloga. Dopo il rocambolesco sbarco dalla nave che lo ha portato in giro per il Mediterraneo, il pentito più famoso è al sicuro in un nuovo rifugio, insieme con la moglie e il figlio che lo avevano accompagnato in crociera. Ed è proprio dal nuovo nascondiglio che don Masino lancia le sue smentite alle ultime rivelazioni del giornalista di Oggi e di altri due compagni di vacanza, che una volta sbarcati a Catania raccontano di come il pentito si fosse dilungato con loro sui dettagli delle indagini che i magistrati di Palermo starebbero conducundo su Silvio Berlusconi e la Fininvest. Le sue parole vengono raccolte dal giornalista Ennio Remondino, che al Tgl ricostruisce il dialogo telefonico con Buscetta. «E stato un inganno avrebbe confessato Buscetta al giornalista - da parte di chi, dichiaratosi amico, lia trasformato una chiacchierata fra croceristi in un'intervista». Nessuna intervista, dice quindi Buscetta, ma solo discorsi in confidenza con tre persone che avendolo riconosciuto si erano mostrate gentili ed amichevoli. Socializzazioni da crociera - è la tesi che avrebbe sostenuto il pentito al telefono - favorite dalla presenza della moglie Cristina e di Stefano, il figlio. Tommaso Buscetta, secondo quanto ha spiegato il giornalista del Tgl, ora è arrabbiato e confuso. Al punto che - viene sottolineato inischierebbe fra loro le cose importanti con i dettagli. «Ma quale champagne? Quali notte brave? Ho comprato una sola bottiglia di vino che è durata tutto il viaggio, vadano a controllare i conti». Rivelazioni giudiziarie? «Ma quando mai? avrebbe precisato don Masino -, Semmai un girare attorno a domande troppo curiose e maliziose. Un dire qualcosa per non svelare niente. Qualche opinione generica». E le foto? Quello a giudizio di Buscetta sarebbe il tradimento massimo. Alcune sarebbero state scattate di nascosto, ma la maggior parte sarebbero state prese dal fotografo ufficiale della Starlauro. Chi li ha autorizzati a darle ad altri?, si chiede Buscetta. E' non soltanto una questione di privacy. «Ma lo capiscono almeno cos'hanno fatto, cosa ci può succedere? Passi per me - è la spiegazione del pentito -, ma mia moglie, mio figlio che c'entrano? Non sanno che la mafia colpisce anche i familiari? Mi hanno già ucciso figli, fratelli, cognati e nipoti». Secondo il giornalista, Buscetta avrebbe ancora molto altro da dire, ma - pressato dagli incaricati alla sicurezza - deve fermarsi. «Posso raccontare quello che ho sentito?» chiede il giornalista. «Certo che lo vorrei, ma non mi è consentito», è la risposta. Ma Remondino preferisce non mantenere la parola perché - spiega - lo ritiene necessario. [r. cri.]

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