Clò: caro Van Miert sbagli Sull'Enel l'Europa è con me di Roberto Ippolito

22 Cessioni, il responsabile dell'Industria risponde al commissario Ue per la concorrenza Ciò: caro Van Miert sbagli Sull'Enel KEuropa è con me ROMA, E lui passa all'attacco. Criticato da Bruxelles, Alberto Ciò assicura: «L'Europa è d'accordo con me». Il ministro dell'Industria parla del riassetto del settore elettrico, premessa della privatizzazione dell'Enel. E respinge le critiche del commissario comunitario alla concorrenza Karel Van Miert che sulla «Stampa» ha aggiunto il suo no al piano del ministro, dopo quello di Giuliano Amato, presidente dell'Antitrust. In questa intervista, Ciò spiega dove, secondo lui, sbagliano Van Miert e Amato. Come fa, ministro, a dire che l'Europa sta con lei? «Lo stesso Van Miert dice di parlare a titolo personale. Fra l'altro condivido alcune sue affermazioni. Ma temo che sia male informato sulle intenzioni dell'Italia. Per l'Enel, il governo ha accettato un innovativo ordine del giorno della Camera». Ma per Van Miert rimarrà il monopolio dell'elettricità. «Non si passerà da un monopolio pubblico a uno privato». Come è possibile, lasciando intera l'Enel? «Il monopolio finirà. La forza di un sistema elettrico deriva dal controllo della produzione di energia, in parte libera in Italia dal 1991. Così già possono operare altri soggetti, fra cui Edison, Falck, Uva, più numerosi che in Gran Bretagna dove ci sarebbe molta concorrenza. Con il mio piano la liberalizzazione sarà totale». Ma per Van Miert e Amato l'Enel resta predominante se non viene spaccata in tre (produzione, trasmissione e distribuzione). «In base al mio piano, non sarà l'Enel a controllare il settore. La generazione di energia sarà consentita a chiunque. Resteranno condizioni all'ingresso di nuovi operatori, ma solo per garantire l'interesse collettivo. Già oggi su 100 chilowatt venduti, 65 sono prodotti dall'Enel, 15 importati e 20 prodotti da terzi. Con gli investimenti previsti l'Enel scenderà al 50%». Chi garantirà che ci sarà vera concorrenza? «Per poter costruire una nuova centrale sarà indetta un'asta. E la vincerà chi sarà in grado di produrre a minor costo, rispettando vincoli per la sicurezza come per l'ambiente. Ecco perché dico che alcuni rilievi di Van Miert e Amato nei miei confronti sono privi di riferimenti corretti». Ma per loro non basta la libertà di produrre: l'Enel condizionerà trasmissione e distribuzione? «Non sarà l'Enel a stabilire chi potrà lavorare e chi no. Né a indire le gare per le nuove centrali. In nessun altro Paese già operano aziende elettriche straniere: in Italia sono presenti la francese Edf, l'americana Mission e la belga Tractabel. Questa è vera innovazione». In che senso vera? «La Gran Bretagna ha liberalizzato, ma ha meno operatori dell'Italia. Sarebbe opportuno chiedere a tutti i Paesi europei condizioni di reciprocità per lavorare senza frontiere. Non accetto quindi che Van Miert parli di monopolio italiano. I comportamenti virtuosi vanno chiesti a tutti i Paesi». E il rischio che l'Enel condizioni il mercato? «I nuovi operatori potranno non cedere l'energia elettrica all'Enel, ma direttamente ai grandi consumatori (cioè le aziende) o a grossi distributori come le municipalizzate che aumenteranno la quota di mercato (oggi pari all'8%) se privatizzate, efficienti e solide». Van Miert, però, non vuole limiti per la concorrenza. «Il fallimento dell'esperienza inglese ci dice molto: è scesa la qua¬ lità, sono salite le tariffe. Ho qui, sul tavolo, uno studio della Luiss: l'elettricità si paga di più nelle zone inglesi più povere, le spese per la ricerca sono state dimezzate». E' lei a bocciare Van Miert? «Io però apprezzo anche alcune sue dichiarazioni. E' lui a ricordarci la delicatezza del settore, dicendo che vanno garantiti gli approvvigionamenti di elettricità, una buona distribuzione, la crescita della qualità, la possibilità di pianificare». E le sue garanzie? «Nel mio documento, che sarà esaminato dal comitato dei ministri per le privatizzazioni, delineo il modello dell'acquirente unico. Tutti i produttori cedono l'energia a un soggetto (cioè l'Enel) che la rivende a parità di condizioni al sistema distributivo». Per Van Miert così si perpetua il monopolio. «Questo modello è stato accettato anche da Francia, Grecia, Spagna, Irlanda e Belgio. E consente di assicurare il servizio sul lungo periodo. L'idea dell'acquirente unico è recepita nella direttiva comunitaria che la Spagna (presidente di turno dell'Unione europea) sta mettendo a punto. Ed è già stata indicata a giugno dal Consiglio dei ministri comunitari». Ma Van Miert dice che l'Europa non sta con lei. «E io sono sorpreso della sua affermazione. Il modello alternativo è quello inglese: opera chiunque vuole e il mercato determina le condizioni. Ma mi chiedo: chi garantirebbe il rispetto dei vincoli ambientali?». Allora pensa a una liberalizzazione con vincoli? «Bisogna conciliare la concorrenza con l'interesse collettivo, facendo carico a un soggetto come l'Enel di determinati obblighi per la sicurezza come per la fornitura». Roberto Ippolito STIMATO 30.000 MILIARDI DIPENDENTI 16.000 UTENTI 28 MILIONI ENERGIA 100,5 MILIARDI Kw/li • VENDUTA . . «Amato non ha capito Il monopolio finirà ma non faremo mai gli errori inglesi» Il ministro dell'Industria Alberto Ciò A fianco il commissario Karel Van Miert