Stupratore libero per legge

Bolzano, rilasciato per le nuove norme sulla custodia cautelare Bolzano, rilasciato per le nuove norme sulla custodia cautelare Stupratore libero per legge Poi torna dalla vittima e l'aggredisce BOLZANO. Violenta l'ex fidanzata, denunciato e scarcerato va a casa della giovane e tenta di uccidere lei e la sua famiglia, accerchiato dagli agenti minaccia di uccidersi e ferisce un brigadiere prima di essere catturato: il tutto in meno di 24 ore. L'ultima allucinante storia di violenza carnale si è consumata a Bolzano con la complicità della nuova legge sulle norme di custodia cautelare in vigore da ieri. I protagonisti della storia sono una ragazza, V. P., di 19 anni, residente a Bolzano e Carlo Bossi, 23 anni, di Laives, cittadina distante una manciata di chilometri dal capoluogo altoatesino. Un mese fa, V. P. tronca la relazione con Carlo Bossi: è troppo giovane per impegnarsi gli dice francamente. Il giovane non è d'accordo, piange, si dispera, la tempesta di telefonate a casa e sul luogo di lavoro, minaccia e tenta di suicidarsi. L'ultimo tentativo per convincere la ragazza a cambiare idea, Carlo Bossi lo mette in pratica martedì sera. La chiama per chiederle un appuntamento: «Ti voglio vedere per l'ultima volta, poi ti giuro non ti darò più fastidio». V. P. accetta e dopo il lavoro sale sull'auto dell'ex fidanzato. Per la giovane, di costituzione minuta e di carattere introverso, comincia la più terribile delle notti. Prima i due ragazzi parlano a lungo: lui si dispera, lei tenta di spiegargli i motivi della rottura, calma, ma irremovibile. Poi scatta la violenza. L'uomo fa scivolare la mano sotto il sedile dell'auto, piglia un coltello e, minacciandola di star zitta, accende il motore e a tutta velocità va verso la periferia di Bolzano. Si ferma in mezzo ad un frutteto, punta la lama del coltello alla gola della giovane e le sussurra: «Amami per l'ultima volta». Poi la violenta. Poco dopo la mezzanotte V. P. viene abbandonata davanti al portone di casa. Stravolta e tremante va dai carabinieri e racconta quello che è accaduto. Le conferme del racconto della ragazza non si fanno attender^: di prima mattina i carabinieri trovano Carlo Bossi a casa mentre sta dormendo, ma nella sua auto c'è il coltello e sul coprisedilc ci sono i segni della violenza. Il giovane viene interrogato dal magistrato, il sostituto procuratore Cuno Tarfusser. Tra le lacrime ammette tutto: le minacce, la violenza carnale, ma dice anche di essere pentito e di vergognarsi del suo gesto. Proprio ieri scattava la nuova legge sulla custodia cautelare: non è prevista qualora non sussista il fondato pericolo che il reato venga ripetuto. Così Carlo Bossi a mezzogiorno può tornarsene libero a casa. Ma non ci rimane a lungo. Un'ora dopo alla guida di un'auto rubata fuori dall'ufficio dove lavora V. P. corre verso il condominio dove abita la ragazza. Il padre di Bossi intanto chiama i carabinieri perché teme che suo figlio voglia suicidarsi. Il giovane è invece davanti all'appartamento di V. P. in un condo- minio di via Asiago. Comincia a colpire l'uscio e, non ottenendo risposta, con una spallata sfonda la porta ed entra. Afferra in cucina un coltello e lo punta al collo della ragazza. Minacciando di uccidere lei e i suoi genitori la trascina in camera da letto. Intanto, via Asiago si trasforma in un carosello di auto dei carabinieri,, della polizia, dei vigili del fuoco. I carabinieri riescono a entrare nella stanza dove segue una colluttazione - un brigadiere rimane ferito -, V. P. è salva, ma Carlo Bossi non si arrende e puntandosi contro l'arma minaccia di uccidersi mentre balza sul balcone. Sotto ci sono gli agenti che tentano di convincerlo a ragionare: «Se scendi ti aiuterò ad arruolarti in Marina» urla il capitano dei carabinieri. Un centinaio di curiosi assiste dalla strada al dialogo tra le forze dell'ordine e l'uomo fermo sul bordo del balcone al terzo piano con il coltello stretto nel pugno. La «trattativa» dura circa mezz'ora. Alla fine il giovane si aggrappa alla grondaia e scivola giù. A pochi metri da terra cade e si rompe una gamba. Viene portato via in ambulanza. Ora è accusato di tentato omicidio, sequestro di persona, violenza carnale, porto abusivo d'arma, minacce. Milka Gozzer RICHIESTA DEL PM ■ I PUBBLICI MINISTERI AVRANNO L'OBBLIGO DI MOTIVARE CONCRETAMENTE LA RICHIESTA DI MISU1E CAUTELARI, PENA LA NULLITÀ' RILEVABILE ANCHE D'UFFICIO. CARCERE CAUTELARE OBBLIGATORIO ■ RESTA OBBLIGATORIO LA CUSTODIA CAUTELARE SOLO PER DELITTI DI STAMPO MAFIOSO. INTERROGATORI ■ GLI INTERROGATORI FUORI UDIENZA DI DETENUTI DEVONO ESSERE DOCUMENTATI CON MEZZI SONORI O AUDIOVISIVI. L'INTERROGATORIO DEL PM NON QUELLO DEL GIUDICE. . PUÒ' MAI PRECEDERE ■ IL DETENUTO DEVE ESSERE ASCOLTATO NON OLTRE 10 GIORNI DALL ARRESTO. IALSE INFORMAZIONE AL PM ■ E' VIETATO L'ARRESTO IN FLAGRANZA DI PERSONE CHE SI RIFIUTANO DI FORNIRE INFORMAZIONI AL PM (E IL MASSIMO DELLA PENA E' RIDOTTO DA 5 A4 ANNI). DIFENSORI ■ IL DIFENSORE PUÒ' PRESENTARE DIRETTAMENTE AL GIUDICE GLI ELEMENTI DI PROVA DA LUI RACCOLTI. A siRosdi lanel In aD'AFotoCar TO NON OLTRE 10 GIORNI DALL ARRESTO. IALSE INFORMAZIONE AL PM ■ E' VIETATO L'ARRESTO IN FLAGRANZA DI PERSONE CHE SI RIFIUTANO DI FORNIRE INFORMAZIONI AL PM (E IL MASSIMO DELLA PENA E' RIDOTTO DA 5 A4 ANNI). DIFENSORI ■ IL DIFENSORE PUÒ' PRESENTARE DIRETTAMENTE AL GIUDICE GLI ELEMENTI DI PROVA DA LUI RACCOLTI. A sinistra: Cario Rossi minaccia di lanciarsi nel vuoto. In alto: il giudice D'Ambros'o Foto sotto: Carlo Taormina

Luoghi citati: Bolzano, Laives