«Serbi ecco le prove contro di voi»

Gli orrori di Srebrenica nell'inchiesta dell'ex rappresentante Onu dimessosi per protesta Gli orrori di Srebrenica nell'inchiesta dell'ex rappresentante Onu dimessosi per protesta «Serbi, ecco le prove contro di voi» 77 dossier di Mazowiecki LA RABBIA DELL'INVIATO DI GHALI TADEUSZ Mazowiecki, dimessosi polemicamente a fine luglio dal suo incarico di relatore speciale dell'Onu per i diritti umani nell'ex Jugoslaviaconsegna come un testamento il suo ultimo rapporto che è una denuncia dell'incapacità dell'Occidente di assumersi le proprie responsabilità. Non ha molta voglia di parlare, quasi lo ritenesse inutile, e le sue parole, malgrado sia appena rientrato da una breve vacanza, suonano tristi ed affaticate, nella consapevolezza che nemmeno questo documento potrà avvicinare quell'obiettivo dpace per il quale si è impegnato a fondo negli ultimdue anni. Cosa c'è di nuovo nel suorapporto? «Credo sia importante per quello che dice su Srebrenica. Su alcuni episodi, come le uccisioni allo stadio di quella città, ci sono forti indizi che però devono essere ancora confermati. Invece adduco prove nuove e definitive, con dichiarazioni di testimoni e fra questi anche alcuni "internazionali", di assassinii ed esecuzioni». Chi sono i testimoni «internazionali»? «Preferirei non dirlo, almeno per ora, e ci sono buone ragioni per non farlo». Il rapporto contiene no¬ vità dell'ultima ora? «Sono testimonianze che ho raccolto finché ho svolto la mia funzione, in pratica fino alla fine di luglio, testimonianze raccolte soprattutto a Tuzla». Quali risultati spera di ottenere con questo documento? «Mi pongo prima di tutto l'obiettivo di appurare cosa sia veramente successo a Srebrenica, e in questa ottica il rapporto ha una sua importanza perché, come sa, il Consiglio di Sicurezza ha incaricato anche il segretario generale dell'Onu di preparare un rapporto su Srebrenica». Quando dovrebbe essere pronto questo rapporto? «Al più presto, ma non so «Le zone di sicurezza erano posti dove si doveva mantenere la pace, ma la pace non c'era» GINEVRA. L'ultimo rapporto di Tadeusz Mazowiecki nella veste di relatore dell'Onu per i diritti umani nella ex Jugoslavia è un atto di accusa non solo contro i serbi bosniaci per un lungo elenco di atrocità consumate a Srebrenica ma contro la coir unità internazionale, imputata per la tragica illusione creata istituendo «zone protette», rimaste tali solo a parole. La relazione dell'ex premier polacco, dimessosi il 27 luglio dall'incarico affidatogli dall'Onu per l'orrore provocato in lui dal dramma della «zona protetta» di Srebrenica caduta in balia dei serbi, rappi esenta il dossier più dettagliato finora redatto delle atrocità imputate ai serbi. Il dossier sollecita i serbi di Pale a permettere subito controlli internazionali su sospette fosse comuni e fornire informazioni su migliaia di uomini di cui si sono perse le tracce e si teme siano stati trucidati. «Un'orrenda tragedia», afferma l'ex inviato delle Nazioni Unite descrivendo l'odissea di decine di migliaia di disperati in fuga, puntando il dito sulle case saccheggiate, le moschee date alle fiamme, le pile di cadaveri, le donne rapite e stuprate, i vecchi sgozzati. Proprio ieri, mentre a Ginevra veniva reso noto il dossier e bombe sparate dalle artiglierie del generale Mladic cadevano a poca distanza dai campi che ospitano migliaia di profughi bosniaci fuggiti a Tuzla, un'altra enclave assediata, il responsabile serbo di Srebrenica, Miroslav Deronjic, ha invitato la comunità internazionale a condurre una inchiesta sul posto, in risposta alle accuse di esecuzioni di massa di musulmani, al momento della conquista dell'enclave da parte dell'esercito serbo-bosniaco. «Tutto il mondo può venire a controllare, a filmare Srebrenica» ha detto Deronjic, lamentandosi del fatto che nessuno abbia fino a questo momento «presentato una domanda in questo senso». «IL MIO URLO DI DOLORE» fi£ Mancano all'appello ancora circa 10.000 uomini. Mentre oltre 25 mila tra donne, vecchi e bambini fuggivano terrorizzati da Srebrenica verso Tuzla con i serbi che gli sparavano addosso». «Un testimone ha riferito che un gruppo di uomini arresisi nel villaggio di Kravica si sono visti costretti a bere la propria urina. Trasportati altrove sono poi stati uccisi a sangue freddo». «Le separazioni dalle loro famiglie di tutti i maschi tra i 16 e i 60 anni sono state strazianti, le violenze imposte ai profughi dai militari serbo-bosniaci inenarrabili». «Le autorità serbo-bosniache devono rendere immediatamente conto di essi, e consentire controlli internazionali n Tadeus Mazowiecki Obi utli ca le ndi se, hi rile nuoeto L'ex inviato Onu Tadeusz Mazowiecki e, a lato, Ghali Sopra, una scena di brutalità nell'ex Jugoslavia

Persone citate: Ghali, Mazowiecki, Miroslav Deronjic, Mladic, Tadeus Mazowiecki, Tadeusz Mazowiecki

Luoghi citati: Ginevra, Jugoslavia