IL CROCEFISSO NELLA SCUOLA DI TUTTI di Alessandro Galante Garrone
IL CROCEFISSO NELLA SCUOLA DI TUTTI LA RELIGIONE IN CLASSE IL CROCEFISSO NELLA SCUOLA DI TUTTI MAI come in questi torbidi giorni di delitti e di stragi ci appare quale possa essere il significato universale e specialmente attuale del Crocefisso, dell'infamante strumento di morte cui fu appeso Gesù. Gustavo Zagrebelsky, nel suo recentissimo // «Crucifìge» e la democrazia, ci fa sentire magnificamente il monito perenne che scaturisce da quella nuda Croce, alla luce dei Vangeli. Essa è diventata, nei secoli, per gli uomini di qualsiasi credenza o non credenza, il simbolo del sacrificio totale di chiunque si dedichi a un'opera di giustizia, di abnegazione di sé fino al martirio. Pensiamo a giudici come Falcone, Borsellino, Rosario Livatino, ai loro agenti e continuatori: e non c'importa sapere quale sia la loro fede particolare. Ci pare questo il modo migliore di affrontare il problema, sollevato negli ultimi giorni, della presenza, nelle nostre scuole pubbliche, del Crocefisso. Esso non può ridursi al rituale ossequio reso a una sola, specifica religione; specialmente là dove esistono altre opzioni confessionali, e quale che sia la loro diffusione. La scuola pubblica è e deve essere la scuola di tutti, che cioè si apre a ogni religione sullo stesso piano, e ne promuove la conoscenza e lo studio per un libero e reciproco confronto, una pacifica convivenza, e la continua ricerca di ciò che spiritualmente le accomuna, al di là di tutte le diversità. In essa non sono ammissibili privilegi da un lato, e discriminazioni negative dall'altro. E' una regola fondamentale che non sempre viene rispettata, in questioni che a tutta prima possono anche apparire secondarie, ma in realtà toccano corde assai vive. Non si deve mai dimentica- Alessandro Galante Garrone CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA
Persone citate: Borsellino, Falcone, Gesù, Gustavo Zagrebelsky, Rosario Livatino
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