Abbiamo 2700 ambienti da difendere

Abbiamo 2700 ambienti da difendere Abbiamo 2700 ambienti da difendere Verso una mappa ecologica finanziata dall'Unione europea BOSCHI, stagni e rive dei fiumi, villaggi e borgate rurali, siepi e campi, dove trovano rifugio durante le loro migrazioni le specie protette. E' in arrivo una mappa dei tesori ecologici e ambientali d'Europa, che finalmente vede l'Italia come protagonista. La salvezza delle ultime isole di natura nel nostro Paese dipenderà molto dal progetto «Bioitaly», avviato dal Servizio conservazione natura del Ministero dell'ambiente (diretto da Bruno Agricola) e finanziato dall'Unione europea. La prima fase del lavoro, svolto con la collaborazione di Regioni e Province Autonome, della Società botanica italiana, l'Unione zoologica, la Società italiana di Ecologia e varie associazioni ambientaliste, si è appena conclusa. Ha prodotto un primo elenco di circa 2700 zone da difendere: l'isola di Salina, ad esempio (un ecosistema particolarmente vulnerabile) e vari biotopi liguri studiati dal consorzio Fisia-Teletron. Una delle prime realizzazioni del progetto «Bioitaly» (costo 8 miliardi, 4 dei quali finanziati dall'Unione europea), sarà la Carta della natura in Italia, che vedrà la luce tra pochi mesi e consentirà di stabilire le linee fondamentali di assetto del nostro territorio. Va da sé che anche l'Europa, entro il Duemila, potrà contare su un insieme di aree protette, denominata «Rete natura 2000». 11 progetto consentirà di raccogliere una enorme massa di dati. Per ogni area, oltre all'estensione territoriale, sono state individuate le caratteristiche ecologiche più importanti. Importante la collaborazione con il ministero per le Risorse agricole (la sua Carta forestale confluirà nella Carta della natura) e quello dei Beni culturali. Le informazioni verranno riversate in una banca dati e una grande rete informatica, che già collega il Servizio Conservazione natura con ogni Regione e Provincia autonoma, consentirà a tutti gli utenti interessati di conoscere in tempo reale le caratteristiche dei siti della «Rete natura 2000». La seconda fase, che terminerà nel dicembre '96, oltre a completare il censimento predisporrà un check-up scientifico approfondito sulle condizioni di ogni ecosistema. Entro il giugno 2004 ogni Stato membro realizzerà le «Zone speciali di conservazione», segnalando gli interventi più urgenti per mantenerle o ripristinarle e i pencoli più immediati di distruzione. A quel punto la rete «Natura 2000» sarà una realtà per tutta l'Europa: la Commissione della Comunità europea, in un recente libro bianco sulle «vie per entrare nel XXI secolo», ha riconosciuto che al centro della sua politica dev'esserci il concetto di «sviluppo sostenibile», perché solo così si potrà porre rimedio agli «sconvolgimenti della vita sociale e familiare, della civiltà urbana e ai nuovi tipi di consumo». Carlo Grande appena stato completato un primo inventario delle zone d'Italia più fragili e preziose dal punto di vista ecologico gricoltura biologica al recupero dell'artigianato, dal ripristino ambientale al restauro dei centri storici, dall'agriturismo all'editoria verde. Il primo dei «gioielli di famiglia», spiega Fulco Pratesi, fu il Lago di Burano, sulla costa di Capalbio: l'area venne affittata nel '67 per 4 milioni l'anno, più lo stipendio a una guardia. I soci (800 in tutto) sborsarono mille lire a testa. Per gestire la natura, le difficoltà del Wwf (che per le Edizioni ambiente ha appena pubblicato anche una Guida ai parchi nazionali), non sono diminuite. Quest'anno nell'oasi di Orbetello non si è ripetuto il miracolo del '94, quando nacquero 25 fenicotteri, i primi a memoria d'uomo sulla penisola italiana. Ci vorrebbe un isolotto per i volatili, fondi del Comune e dell'UE permettendo. [c. gra.] GUIDA ALLE OASI DEL WWF SEI anni fa erano una trentina, oggi sono raddoppiate: le oasi del Wwf, angoli di bell'Italia strappati al degrado e alla speculazione, sono sparse in 18 regioni e coprono 25 mila ettari. Dal bosco di Alvisopoli, vicino a Venezia, alla costa di Siculiana, in provincia di Agrigento (l'elenco completo ò nella guida Le oasi del Wwf, a cura di Canu e Indelli, ed. Giorgio Mondadori), sono anche «aule verdi» - scrive Grazia Francescato nell'introduzione - frequentate da oltre 300 mila visitatori l'anno. Senza contare la loro importanza come «laboratori» per le nuove professioni ecologiche, dall'a¬

Persone citate: Bruno Agricola, Canu, Carlo Grande, Fulco Pratesi, Giorgio Mondadori, Grazia Francescato, Salina