GAFFE DI PAROLE di Lilli Gruber

o s o s GAFFE DI PAROLE Divertimenti involontari e salottieri, «dalle Alpi al Lilli Gruber » UNA settimana fa stavamo cercando un modo per uscire da Crome, la residenza estiva in cui si svolgono le vicende di Crome Yellow [Giallo Cromo), romanzo di esordio per Aldous Huxley. Avevamo già scartato un modo mondano e ipocrita per filarsela, e avevamo detto che esiste una seconda via che non è alla portata dei protagonisti del romanzo, ma che sicuramente è quella che fa per noi. Questa via di fuga ce l'ha insegnata il protagonista di Opzio ni, di Robert Sheckley: si esce dal romanzo rivolgendoci direttamente all'autore. Che ci tiri fuori lui, di lì. Che ci risarcisca con un invito. Vorremmo che ci invitasse a una riunione famigliare. Questo perché in valigia abbiamo, fra i vari libri, alcuni dizionari etimologici, e in ognuno di essi la pagina che contiene l'equivalente dell'italiano «agnostico» si è meritata un'orecchia o (per i feticisti della brossura) un segnalibro. L'unanimità di quei dizionari - caso raro - attribuisce la parola «agnostico» a un autore preciso, il naturalista darwiniano Thomas Huxley (1825-95), che comò il termine parlando alla Società di Metafisica, per qualificare il modo in cui la sua mentalità si opponeva alfa lui contemporaneo «gnostici¬ NELL'ITALIA DEI MISTERI CON SHERLOCKHOLMES Nnequ o n ? pfrchf' inpagano sui gwici e non sugli imputati? e poro sugli ispettori chf inpacano sui magistrati ? SONO «eroi per caso» i protagonisti di queste avvincenti «letture da ombrellone», ragazzi inquieti e tormentati come Martin Simon che capita nella «catastrofica IV C», una classe di quattordicenni pressoché analfabeti. Lui, invece, legge addirittura Baudelaire in francese, ma quando l'esasperato professor Cartwright affida agli allievi altrettanti Bambini di farina (Salani, pp. 164, L. 14.000) nel disperato tentativo di interessarli, Martin è tra i meno pronti a trasformare quei tre chili di polvere bianca, il peso di un neonato appunto, nella dedizione quotidiana. Lo stratagemma comunque funziona, nella storia di Anne Fine: quegli «scalmanati irresponsabili» cominciano a poco a poco ad esplorare il proprio passato, a voler sapere dai genitori come sono andate le cose, mentre accudiscono in ogni modo i loro «bambini di farina». Diventano insomma adulti, quelli della IV C, ed è Martin a scoprirlo per primo attraverso «una sorta di alter ego, con il quale si combina come in una reazione chimica». E' curiosa, Caterina, e in solaio scova il «Diario di una strega quasi per bene», con tanto di regole dei laboratori in cui si trasformano Filtri & Pozioni, di ricette e di consigli utili. Diventerai Strega come me (Giunti, pp. 156, L. 10.000) le assicura di pagina in smo». Siamo ospiti: non vogliamo annoiare la brigata con mene etimologiche, ma non ci sarà comunque indifferente conoscere la famiglia dell'inventore di una parola, e di una parola importante e densa di significato come «agnostico». Inventar parole non è cosa da tutti e diventa cosa da pochissimi che la parola inventata entri nell'uso e in capo a pochi anni sembri antichissima. In Italia questo è successo con «intramontabile». Sembra una parola di ascendenze arcadiche, nostalgia per il passato che mai tornerà, miti solari in agguato, ecc. Invece è una parola Anni Cinquanta, inventata da Gianni Brera in merito (salvo errori) a Gino Bartali. Il Thomas Huxley così agnostico da inventarsi l'aggettivo omonimo era il nonno paterno dello scrittore Aldous, l'autore di Giallo Cromo che ci ha ospitato una settimana fa. In quello stesso capitolo in cui c'eravamo accomodati, assistendo alla conversazione fra il giovane poeta Denis e il suo interlocutore mr. Scogan, gli argomenti vertevano sul linguaggio letterario. Per spiegare la sua poetica, il giovane poeta Denis fa quest'esempio: come è ovvio, «le scale nere non hanno vesciche». Fin qui siamo nella demenza, ma da Denis e da Crome Yellow ci aspettiamo anche di peggio. Poi Denis ripete la frase, che nell'originale inglese è: Black ladders lack blad Non ci penso nemmeno/ son qui per l'italia misteri cominciamo con qualcosa 71 semplice, risolverò' TUTTO attraverso la lfttura pfi giornali,/, ma perche' gettano pel fango sui magistrati ? pagina il diario della «nonnastra», scritto da una briosa e sorridente Giusi Quarenghi. Le ruspe sconquassano il prato dei Quattro Pini, il cemento ricopre le periferie di lugubri edifici dinosaureschi, ma per Tiberio detto Tiber e i suoi amici la Rocca di Macedonio deve rimanere dov'è, senza che nessuno osi toccarla. Hanno fortuna, i ragazzi, divenuti nel frattempo esperti di piani regolatori e di espropri: durante una gita nel sottosuolo, in compagnia di antichi fantasmi ostrogoti, trovano difatti MAC, l'iscrizione misteriosa (Mursia, pp. 158, L. 12.000), che nel brillante romanzo di Gòrigus è posta all'ingresso di... una catacomba cristiana! E' dunque un intoccabile monumento storico, la Rocca di Macedonio: almeno dalle sue mura cadenti le ruspe gireranno certamente alla larga. Omicidi a Londra Da Bradford, nello Yorkshire, a Londra «per farsi una vita vera, dedicandomi intanto a un lavoro che mi permetta di guardarmi attorno per poter scegliere con calma»: Link ne è sicuro, è così che andranno le cose. Invece Londra diventa subito, per lui, quotidianità da barbone, la mano tesa ad implorare elemosine insieme con alcuni compagni raccattati negli androni. Poi un giorno ecco lei, la I N ders e sostiene che: «Una buona metà di tutta la più sublime poesia che sia al mondo non è che le scale nere non hanno vesciche tradotta nell'espressività magica di Black ladders lack bladders». Si capisce che a questo punto mr. Scogan suggerisca a Denis l'uso di un lassativo mentale, ma nell'argomentazione di Denis c'è un evidente gioco di parole. «Black ladders» (scale nere) diventa «lack bladders» (mancano di vesciche), mediante la semplice traslazione di una lettera. Fra «black ladders» e «lack bladders» ci sono gli stessi rapporti che passano fra una «bella che urla» ed «ella che burla». Denis ha scoperto la «funzione poetica del linguaggio», che sarà teorizzata mezzo secolo dopo da Roman Jakobson Nel salotto di casa Huxley noi chiederemmo spiegazioni. Magari non ad Aldous, l'autore di Ovme Yellow, magari non a suo padre Léonard, figlio del naturalista darwiniano e agnostico Thomas. Magari ci rivol¬ Bartezzag/iicontinua il suo riaggio estivo attraversa il romanzo di I lux/e) ■ ■ ( Hallo cromo . un dialogo, una chiacchiera som/pensiero, una semplice parola fuori pósto possono bastare'per mettersi a giocare in compagnia ili un huoii dizionario etimologico CE' QUALCOSA CHF NON MI TORNA ///CHF C'ENTRANO CORVI ^ ma no/ non f1 VÉRO fango,,, ecco,vep|, non sono VERI corvi m fangoCORVI ^ corvi fango,,, CORVI ^ corvi m geremmo a Julian Huxley ( 1HH7 1975), altro tìglio di Léonard e dunque fratello di Aldous, nonché biologo (nel 1946 avrà la gran distinzione di diventare il primo diretto re della neo-fondata CJnesco). E' Julian, infatti, che ci ha lascialo delle testimonianze fondamentali sul reverendo William Archibald Spooner (1844-1930), die fu a capo del New College di Oxford dal 1903 al 1924 I suoi biografi raccontano che era un uomo accorto, e molto contegnoso. Ma la sua dignità era macchiata da frequenti, forse frequentissime défaulances nel comportamento e nel Linguaggio: Incontra un collega, e gli dice: «Venga a cena, conoscerà Stanley Cassou, il nostro nuovo professore». - «Ma Cassou sono io!». - «Non importa, venga lo stesso». Le stesse gaffe Spooner le faceva sul linguaggio. Doveva annunciare l'inno Conquering Kings (re che conquistano), e gli usciva il nonsense Kinqucring Kongs. lì così per molti altri esempi entrati nella, e forse generati, dalla leggenda. Sono scambi di lettere come quello sulle «black ladders» del personaggio di Aldous, e ancor oggi queste cose in inglese vengono chiamati spoone risms, in memoria del Reverendo. 1 neuropsichiatri ci ammoniscono: il Reverendo Spooner soffriva di turbe molto serie e non è opportuno scherzarci sopra. Lo stesso il giallo pell1 olciaallora fra proprio cinese? , .. mente meglio a scuola, dove imperversa Craniotozzo, «un insegnante con un incallito disprezzo perle donne, i bambini e gii anziani». Gli adulti che incontra occasionalmente, poi, sono talmente «fuori» da lasciarlo ancor più tentennante e sbigottito. Eppure anche così, anche in questo disagio del vivere quotidiano, a poco a poco emergono le speranze e i desideri in cui, come Sigmund, ciascun ragazzino si riconosce e si scommette. Esplorazioni in cielo e terra Estate a naso in su, a scovare costellazioni e pianeti, con II cielo e i segreti della notte, spiegati da Alain Cirou, illustrati da Emmanuel Mercier (Piccoli, pp. 76, L. 12.000). Disteso sul prato, lontano dalle luci artificiali, carta del cielo alla mano e orologio celeste preparato in casa nello zainetto, l'esplorazione può cominciare individuando il pianeta Venere, già visibile prima che la notte diventi completamente buia. Qualche linea tracciata mentalmente ed ecco un salto dall'Orsa Minore all'Orsa Maggiore «via» Stella Polare, una sorta di «perno celeste» attorno a cui sembra ruotare in senso antiorario tutto il cielo. Difatti le posizioni degli astri mutano con il trascorrere delle ore, così basta addormentarsi un po' per tuffare gli occhi in un cielo... nuovo. Julian Huxley si comporto bene, in una certa occasione Parlava a Spooner di spedizioni artiche, e Spooner riferi alla propria moglie: «Cara, mi dice Julian che da quella certa isola al Polo Nord non c'è maggior distanza che fra Land's End e John of Gaunt», Bisogna sapere elle in inglese esiste la locuzione «from Land's End lo John o' Groats», che significa «da un capo all'altro della Gran Bretagna», Ma il Reverendo Spooner non aveva dotto «John o' Groats»: aveva dello «John of Gaunt», e John of Gaunt e un personaggio storico (1340-99; tiglio di Edoardo III). Cosi quella di Spooner viene ad assomigliare - più 0 meno - alla frase di un italiano che, volendo dire «dalle Alpi al Lilibeo» (comi! nel Dies Ime di Giuseppe Giusti), sbagliasse il nome del promontorio siciliano, e finisse col dire: «dalle Alpi al Lilli Gruber». Julian Huxley ha riferito che, non appena Spooner ebbe commesso la sua ennesima gaffe, la moglie («un donnone imponente, maestoso») si volse all'imbarazzato testimone e lo fisso con occhi di bragia, Voleva diffidarlo dal ridere del marito e in effetti Julian Huxley riuscì a rima nere impassibile, a non muovere le labbra, a non accennare neppure un sorriso. Dopo, però, ce lo è venuto a raccontare. Stefano Bartezzaghi di Donilo Ma resiti otti ta a il ma NO/ GIALLO f' un MOC70 RI PIRE. SICURO 71 NON VOLER VFPERf MONUMENTI ? A spasso per la natura avvicinando i suoi abitatori, per crescere in armonia con l'ambiente e contribuendo a ridurre inquinamenti e sprechi. Si può fare, l'estate soprattutto, insieme con gli amici Intorno al mondo in ecociclo (di Beth Savan, Editoriale Scienza, pp. 96, L. 12.000). Magari partendo da un minilaboratorio domestico, dove si riesce facilmente e rapidamente a scoprire di che cosa hanno fame le piante, quali sono gli habitat degli insetti che ronzano giorno e notte, come lavorano i vermi, come andare a caccia d'inquinamento in casa propria e quanta acqua si spreca senza nemmeno accorgersene. Ci sono molti giochi tradizionali degli scout, insieme con passatempi della tradizione popolare e con altri nuovi di zecca in Nonsoloscout 1 (Elle Di Ci, pp. 124, L. 12.000): Andrea Angiolino e Pier Giorgio Paglia offrono sessanta allettanti idee per divertirsi in compagnia, al chiuso o in spazi aperti, adoperando al più materiali di recupero. I giochi di parole e con le parole, quelli di osservazione, i giochi di squadra, le staffette e le classiche «penitenze» sono adatti ai bambini e ai ragazzini, ma «valgono» inoltre per giocatori di età diverse, magari assistiti da un conduttore. Si possono preparare e realizzare facilmente, aiutandosi con le sorridenti esemplificazioni disegnate da Sandro Zack. Ferdinando Aibertazzi

Luoghi citati: Bradford, Gran Bretagna, Italia, Londra