LA FIGLIA DEL MARE

LA FIGLIA DEL MARE LA FIGLIA DEL MARE Come la Sirenetta s'innamorò del Re dei polpi Come se non bastasse applicano a questi appoggi orizzontali detti piedi, due specie di scatole di cuoio, dette scarpe, perché sostengono che non sta bene andare in giro a piedi nudi. E talvolta queste scarpe, che fanno già abbastanza male da sole, sono corredate di due alti supporti che si chiamano tacchi. Li portano soprattutto le donne e sono una vera tortura. Ma nemmeno il racconto della strega del mare riuscì a fermare la Sirenetta che, testarda, un bel mattino salutò tutti e parti. La regina nonna, il padre re del mare e le sorelle agitarono la loro sogliola a mo' di fazzoletto in segno di saluto finché videro la punta della coda della Sirenetta sparire dietro la barriera corallina che cingeva come le mura di un castello la reggia del re del mare. La Sirenetta se ne andò nuotando agilmente con le braccia e dandosi la direzione con piccoli colpi di coda. Attraversò giardini popolati di attinie bianche e rosse, foreste di madrepore e coralli, e trovò che tutto era così bello che sarebbe stato un vero peccato se avesse rinunciato a tutto questo per ascoltare le chiacchiere di quelle due vecchiette saccenti e impiccione. - Già che ci sono voglio farmi un giretto per questi fondali - disse aggiustandosi la coroncina sulla testa. Sapeva che quella coroncina le avrebbe ottenuto il rispetto di tutti i pesci, piccoli e grandi che nuotavano sul fondo marino. E tutti infatti le rendevano omaggio. I saraghi inchinandosi a modo loro, come potevano, le sogliole sollevandosi leggermente dal fondo sabbioso, i merluzzi facendo l'atto di togliersi il cappello, che non portano mai, e per quello li chiamano merluzzi che vuol dire un po' scemi. Giunse così ad un largo spiazzo sabbioso dove le seppie tutte a coppie andavano su e giù trascinando i tentacoli sulla sabbia e arandola leggermente sì che faceva proprio piacere vederla bella pulita e liscia solcata da strisce parallele. Granchi non ce ne erano. - Forse non è permesso a loro di camminare qui perché rovinerebbero tutto il fondale con le loro zampacce - pensò la Sirenetta. Dove terminava quella radura sabbiosa si vedevano scogli tutti bucherellati. Nei buchi più piccoli abitavano i paguri con la loro conchiglia: si affacciarono tutti Scuriositi mettendo la testa fuori della conchiglia e fecero alla Sirenetta un gentile gesto di saluto. - Più simpatici delle seppie pensò la Sirenetta - che non mi hanno neanche guardata -. Non sapeva che le seppie erano tanto prese dal loro lavoro, che non alzavano mai la testa per guardarsi mtorno; guai se avessero tracciato solchi storti o diseguali! Nuotando davanti alle case dei paguri la Sirenetta vide aprirsi un sentiero che portava ad un giardino dal fondo sabbioso tutto coltivato a fiori coloratissimi e erbe azzurre che ondeggiavano ad ogni piccolo movimento dell'acqua. Vide anche i giardinieri che rastrellavano la sabbia attorno alle piante con le zampe e con le chele: erano tutti gamberi e scampi. - Qui deve abitare un principe pensò la Sirenetta guardando meravigliata quel giardino di fiori, su cui si affacciava ima profonda grot¬ ta -. Altrimenti per chi lavorerebbero tutti questi signori e le seppie là fuori? Incuriosita si avvicinò all'apertura della grotta e guardò dentro. In fondo, ma proprio in fondo, vide due grandi occhi che la osservavano. Vide anche brillare una corona d'oro come la sua. - Buongiorno - disse la Sirenetta cortesemente. - Buongiorno - rispose qualcuno dal fondo della grotta. Era una bella voce baritonale, ma il proprietario di quella voce non si vedeva. L'apertura della grotta era troppo stretta e la fanciulla non ci passava. Allora pregò il signore che abitava in quella casa di venir fuori, che lei voleva fare la sua conoscenza. - Io sono - disse la fanciulla - l'ultima figlia del re del mare. Mi chiamano Sirenetta. - Lo so - risponde dal fondo la voce baritonale -. Io sono il re dei polpi. - E' vero che sei molto cattivo? come dice mia nonna la regina? - Dice questo la regina nonna? Non è vero che sono cattivo. Sono solo molto timido -. E così dicendo fece qualche passo verso l'apertura della sua tana. La Sirenetta vide muoversi qualche tentacolo fuori della soglia. - Affacciati - disse - che voglio vederti! - Allora lentamente, molto lentamente, il polpo mise fuori la testa. Era bellissimo, tutto azzurro con i tentacoli bianchi. Si affacciò, si tolse la corona, inchinò la testa e guardò la Sirenetta. La guardò e riguardò in silenzio. Poi divenne tutto rosso, a cominciare dalla testa, giù giù fino alla punta dei tentacoli. E abbassò gli occhi. Si era innamorato della Sirenetta. Ci fu tra i due un lungo silenzio. Poi la Sirenetta chiese: - Perché sei diventato tutto rosso? - Perché mi sono innamorato di te. - Oh! Ma io amo un principe della terra. Mi sono messa in viaggio per andare da lui. - E come farai a vivere sulla terra? fuori dall'acqua? Tu non sai camminare, sai solo nuotare - L'amore mi insegnerà. - L'amore non insegna mai mente - rispose il polpo che era un filosofo scettico -. Ma se sei così innamorata nessuno potrà impedirti di andare da lui. Però fermati un po' a riposare nel mio giardino. Ti piace? - Moltissimo. Non ho mai visto un giardino così bello. Dove possiamo sederci? - Vedi quelle due poltrone rosso laggiù tra l'erica di mare? - Che belle! e che bella l'erica di mare così azzurra! Che piante sono quelle poltrone rosse? - Pomodori di mare. Se ti interessa ti faccio vedere tutte le mie piaiir te. - Sì, sì, grazie. - disse la Sirenetta. E si avviarono per un sentiero che si inoltrava tra fiori e piante vive e bellissime: il polpo aveva offerto un tentacolo alla sua dama, e lei l'aveva preso sotto il suo braccio. Non sappiamo di che parlassero il polpo e la Sirenetta, ma sono ancora là che passeggiano tenendosi a braccetto. E sono passati giorni e settimane. Che la Sirenetta abbia dimenticato il principe della terra? Laura Mancinelli Una variazione di Andersen: «Dimenticò Usuo Principe e la Terra, dove gli uomini camminano su quei ridicoli appoggi chiamali piedi che a volle fanno cilecca»

Persone citate: Andersen, Del Mare, Laura Mancinelli