SOTTO LA PIOGGIA CON SOMERSET MAUGHAM

SOTTO LA PIOGGIA CON SOMERSET MAUGHAM SOTTO LA PIOGGIA CON SOMERSET MAUGHAM avvolti anch'essi da calze di colore bianco, sembravano straripare dagli alti stivaletti bianchi in agnello lucido». Ma leggete, o rileggete, questo racconto superbo. Perché sopra ho detto che non è perfetto? Perché come il seguente, «Mackintosh», altrettanto potente nella descrizione del cozzo fra inadeguatezze di mediocri o folli bianchi conquistatori e di indigeni ingenui, malati, proni, sempre nello scenario incongruo della Polinesia, Maugham lo sciupa con un finale eccessivamente melodrammatico, quasi non fosse altrimenti sicuro di soddisfare il suo pubblico fino in fondo. Il suicidio è una via d'uscita troppo comoda, nella vita forse, ma nella narrativa di sicuro. Erede di Kipling Gli altri racconti, non meno avvincenti nelle premesse, arrivano a conclusioni più aperte e ambigue, spesso ribaltando parzialmente le aspettative del lettore. Mentre ostenta di parlare di casi personali come mogli che voltano le spalle al marito, vuoi perché scoprono i suoi trascorsi con le indigene o una pusillanimità che egli era in precedenza riuscito a mascherare, vuoi perché attirate da un altro uomo, Maugham affronta in realtà il problema ereditato da Kipling, del cosiddetto fardello dell'uomo bianco, ovvero del modo superficialmente dispotico e addirittura capriccioso con cui i funzionari bianchi W. Somerset Maugham Racconti dei Mari del Sud traduzione di Paola Novarese Einaudi, pp. 258, L 34.000 amministrano la giustizia; e arriva a conclusioni rassegnate, affermando, dopo averci fatto disprezzare il governatore, residente o amministratore del caso, che i suoi modi spicci e perfino brutali sono in fondo, almeno per ora, l'unica soluzione possibile: e la galleria di despoti cocciuti e intransigenti, aperta dal surricordato Mackintosh, si conclude con l'«antipatico» George Moon, «resident» in Malesia che al momento di andare in pensione riesce a sbalordire un suo avversario impartendogli saggi consigli di vita relativa a una crisi coniugale. Questo racconto, a mio modo di vedere il più impeccabile (anche e soprattutto per la finissima descrizione dell'innamoramento della signora Saffary, moglie di un coltivatore di caucciù), si intitola «L'angolo più remoto della terra» ed è il penultimo della collezione. L'ultimo affronta un tema un po' diverso, una rivisitazione della storia di Fedra e Ippolito ambientata fra biologi e culminante nella giungla del Borneo. Per risolverlo Maugham torna al melodramma dei primi, ma non gliene vogliamo, anche perché la sua Fedra, una russa insoddisfatta della vita di colonia, lettrice di Dostoevskij e aspirante all'assoluto, è una creazione memorabile. Masolino d'Amico Rita I lavirorth interprete di «Pioggia» dui racconto di Maugham th IL demente è un bambino, il demente è un uomo, il vero uomo è nella demenza, il vero uomo è nella follia». Siamo quasi alle ultime battute del romanzomonologo di Umberto Silvestri, L'aurora bianca, ennesima variazione su un tema letterariamente assai frequentato e proprio per questo tanto più arduo da affrontare. Silvestri lavora nell'ambito della Telecom Italia e ha all'attivo tre romanzi precedenti scritti sotto pseudonimo o con il proprio nome. Appartiene in altre parole alla schiera sempre più nutrita di manager, dirigenti, funzionari, che cercano nella letteratura un compenso, una via d'integrazione ad un universo che costringe a qualche dissociazione. Più che un monologo, il romanzo di Silvestri è un percorso misto di prima e di terza persona lungo i pensieri di un giovane uomo che passa attraverso il «calvario» della malattia (narcovene, elettroshock), sforzandosi di accettare tutti i riti medici che dovrebbero restituirgli la salute e che finisce per accogliere la sua diversità come uno stato di intensa e lucida ricerca dell'assoluto: abolire tutte le esteriorità, le incrostazioni, i ruoli. Vivere l'autentico. Il protagonista non ha nome ma parla sempre a qualcuno, al medico che lo cura, al primario (il «professore») che si circonda di un codazzo di apprendisti senza «predisposizione umana», a quella che lui chiama la «platea». Volti di tante, troppe persone che lo scrutano per indovinarne i miglioramenti, i piccoli segni della normalità riagganciata: i genitori in pri¬ g

Luoghi citati: Malesia