Nei guai per un pugno di zeri

Nei guai per un pugno di zeri Nei guai per un pugno di zeri «Ma quali soldi, sono vittima di una truffa» QUATTRO GIORNI DA FINTA RICCA ECCOLA, Antonella Pepe. Tailleur blu a pois bianchi, la gonna plissettata fino al polpaccio, sandali blu. E la borsa di tela piena dei documenti mostrati ai finanzieri. Durante il viaggio per Grugliasco, dove ieri pomeriggio si è recata dai suoceri, la «signora in giallo» racconta la sua verità. Finalmente. Perché ci ha messo tanto, a du-e la sua? «Volevo prima spiegare tutto alla Finanza. Adesso posse pure parlare con i giornalisti. Mi avete chiamato "la donna in giallo", ma avete sbagliato colore. Io sono la signora in verde. Al verde, senza un soldo. Altro che miliardi». Perché aveva con sé quel libretto, alla dogana? «Sapevo che la scritta era falsa, e che i 10 miliardi non erano depositati al San Paolo: si vedeva, che il libretto era truccato. Ma i soldi, speravo di averli davvero. Stavo andando in Svizzera a controllare se per caso erano arrivati». Arrivati? Ma chi avrebbe dovuto versarglieli? «E' una storia lunga». Tempo ne ho. «Tre anni fa ho ereditato da una zia alcuni milioni. Le mie disgrazie sono cominciate lì. Mi sono messa in mano a una persona, il nome l'ho detto ai finanzieri. Uno che sembrava a posto, di fiducia. Una specie di agente di borsa. Mi ha proposto un investimento, prò- mettendo che in un mese il denaro sarebbe triplicato. Gli ho dato 40 milioni: l'eredità, e tutti i miei risparmi. Ha detto che bisognava agire su banche estere. Cosi ho aperto il conto in Svizzera». Quello su cui ci sono centomila lire. «Sì. Dunque: dopo un mese, l'agente mi ha consigliato di lasciargli ancora il denaro. Non era il momento di incassare». E quando ha incassato? «Mai. Quello mi ha fregato. Aspetto ancora i soldi. Mi spiego: per due anni, mi ha tenuto sul filo. Una volta c'era la chiusura di borsa, l'altra volta bisognava aspettare che il marco salisse ancora. Diceva che i soidi erano già diventati sessanta milioni, poi cento, poi un miliardo. E io, come una stupida, ci credevo». Ma non chiedeva almeno una parte, di questo tesoro? «Come no. Ma lui inventava scuse. La chiusura in borsa, o che so io. Siamo vissuti con la liquidazione di mio marito, poi abbiamo cominciato a indebitarci con i vicini, i parenti. Piccole somme: quello che ci serviva per vivere». E poi? «A un certo punto, mi sono scocciata. Gli ho detto di restituirmi tutto, quel che c'era c'era. Lui è sparito. Poi è ricomparso, e mi ha chiesto il libretto di risparmio, quello del San Paolo, promettendo di versarmi i soldi. Invece è scomparso di nuovo. Era marzo: è allora che ho presentato la denuncia di smarrimento del libretto». Che ha ritrovato. «Si. Cioè, quasi. Dopo un po', si è rifatto vivo. Mi ha detto: "Non mi credevi, ma adesso puoi incassare. Sai quanti sono diventati, i tuoi 40 milioni? Sei miliardaria". Quindici giorni fa ho trovato il libretto nella buca delle lettere, con i miliardi. Ho capito che lì, al San Paolo, non c'erano. Ma credevo fosse un messaggio, un segnale. Che li avesse versati in Svizzera». Ma veramente? Pensava che 40 milioni potessero fruttare dieci miliardi? «Mi consideri pure un'ingenua. Sì. Avevo dei dubbi, ma ci credevo». Anche gli altri fermati alla frontiera? «Loro no, non sapevano niente. Neanche mio marito, conosceva la somma. Solo io, come una babbiona, ci credevo. Ci speravo». E i 17 fogli sequestrati? Persone che hanno soldi in Svizzera? Investiva i risparmi di altri? «Ma va'. Sono amici e parenti che mi hanno dato una mano in questi anni. ': cui devo dei soldi. Per loro s< .e stata una sorpresa: a uno avrei dato cento milioni, all'altro 300, a un terzo 700. Per questo, vicino ai nomi, c'erano somme alte. Corrisr indono al prestito, più gli inter rssi, più un regalo. Per ricompensarli. Se avessi avuto dieci miliardi, ci sarebbero stati soldi per tutti». Chissà che delusione. «Già. Ma in fondo è stato meglio così. Meglio che la Finanza mi abbia smascherata. Sennò quelli chissà quali scuse avrebbero trovato, per tenermi sulla corda. Non trovavo niente in Svizzera, e loro chissà che balle mi avrebbero raccontato». Perché non li ha denunciati? «L'ho fatto adesso». E' una storia fantasiosa. Il libretto contraffatto nella buca, l'investimento miliardario, l'eredità della zia. «Sull'eredità, ho consegnato ai finanzieri documenti che la provano. Sognavo, lei non ha mai sognato? Una casa nuova, più grande, in campagna. Un futuro per i miei bambini. Volevo aprire un'attività. Adesso mi tocca ricominciare tutto. Se fosse vero che ho i miliardi, mica mi spiacerebbe. Il fatto è che non è vero. Sono soltanto un'ex segretaria delle Vallette. Con quattro bambini, un marito disoccupato, e un sacco di debiti». Giovanna Favro

Persone citate: Antonella Pepe, Giovanna Favro

Luoghi citati: Grugliasco, San Paolo, Svizzera