Interrogata oltre sei ore dai finanzieri

Si è presentata spontaneamente ai militari, nega di aver portato miliardi in Svizzera Si è presentata spontaneamente ai militari, nega di aver portato miliardi in Svizzera La signora in giallo sotto torchio Interrogata oltre sei ore dai finanzieri Antonella Pepe è arrivata alla caserma della Guardia di Finanza di corso IV Novembre 40 sola, ieri mattina alle 9,30. «Desidera?» le ha chiesto il piantone. «Sono la signora in giallo». «Chi?». «Quella che avrebbe cercato di portare dieci miliardi in Svizzera. Mi hanno fermato alla dogana». «Ha un appuntamento?», le ha chiesto il militare. «No, ma dica a Zanni che sono qui e voglio spiegare tutto. Vedrà che mi riceveranno». Infatti. Il maggiore Angelo Zanni, che in questi giorni coordina il Nucleo di polizia tributaria, ha subito avvisato il collega cui ha affidato l'indagine. E sono state sei ore filate di interrogatorio. Fino alle 15,30: quando la «signora in giallo» è uscita dall'ufficio del maggiore Ottorino Cerioli, comandante del II Gruppo della Tributaria. E' salita su un tassì ed è corsa a casa. A modo suo, ha chiarito ogni cosa. Un racconto tutto da verificare, su cui i militari invieranno un dettagliato rapporto al pm Laudi. Un fatto è certo: Antonella Pepe, l'ex segretaria di 41 anni che vive con il marito e quattro figli in un alloggio Iacp di via delle Pervinche 44/c, non ha una lira. Il vero saldo del suo conto all'agenzia 28 del San Paolo è quasi a zero: ci sono seimila e 464 lire. A fianco del falso versamento di dieci miliardi ci sono una firma fasulla e un impossibile visto dell'«agenzia 21», una filiale presso la quale, con il libretto, la signora non poteva operare. Il saldo di altri due conti presso la Crt e il Banco di Sicilia è inferiore al mezzo milione. Un deposito in Canton Ticino c'è davvero: il marito' Severino Guiotto è intestatario di un conto alla Banca della Svizzera italiana. Ma sono di nuovo spiccioli. Centomila lire. Quanto agli appunti con nomi e cognomi, a fianco dei quali ci sono cifre che variano da un miliardo a dieci milioni, Antonella Pepe ha spiegato: «Sono tutti miei parenti. Gente cui devo dei soldi». L'idea che lei sia al centro di un traffico intemazionale di valuta si allontana. E' invece possibile che la «signora in giallo» si sia presentata alla dogana di Maslianico (Como) con la precisa intenzione di farsi scoprire il libretto di risparmio «truccato». Del resto, non ha fatto nulla per nascondere il documento rilasciato dall'agenzia 28 del San Paolo, con il falso ver¬ samento a nove zeri datato 31 gennaio '95. E' un punto su cui il maggiore Cerioli ha insistito due ore. Lei ha sempre negato di aver falsificato il libretto. E ha ripetuto: «No, mi creda. Non è che volessi farmi beccare. Ho dei debiti. Ma non volevo usare i finanzieri per mettere a tacere i creditori». Sì, perché se uno deve dei soldi a qualcuno, può fargli credere di avere parecchio denaro in Svizzera. E dire: «Alla dogana mi hanno sequestrato il conto. Mi spiace, ma non posso restituirti nulla». E' un'ipotesi, però, che Antonella Pe¬ pe ha smentito con fermezza. E la storia resta comunque intricata. Ci sono dei «risvolti penali» su cui i finanzieri hanno le bocche cucite. E i nomi e i cognomi riportati sui 17 fogli acquisiti dalle Fiamme Gialle dovranno essere oggetto di accertamenti minuziosi, al di là della versione resa dalla donna. Che, a seconda dei riscontri che troveranno i militari, potrebbe essere chiamata a rispondere di millantato credito, simulazione di reato, falso, tentata truffa. Oppure, a sorpresa, potrebbe trasformarsi in una vittima. [g. fav.] Sul libretto della banca depositate poco più di seimila lire Ma il suo racconto non convince La Uno della famiglia Guiotto parcheggiata nel cortile del condominio Qualcuno vi ha deposto vicino una tanica di benzina e un pugno di fiammiferi. Chiara l'intenzione di intimidire i coniugi A sin. Antonella Pepe, 41 anni, la signora in giallo e la copia del libretto dove sono riportati i 10 miliardi

Luoghi citati: Canton, Como, Maslianico, San Paolo, Svizzera