Caso Croazia: solo noi abbiamo fretta di Ro. Be.

L'Uefa prende tempo con Matarrese, che ritiene pericoloso giocare a Spalato L'Uefa prende tempo con Matarrese, che ritiene pericoloso giocare a Spalato Caso Croazia: solo noi abbiamo fretta SULLA sede di Croazia-Italia, l'Uefa prende tempo. La partita, valida per il gruppo 4 delle eliminatorie europee, è in programma l'8 ottobre. Come teatro della sfida, i croati hanno scelto Spalato, e anche ieri il segretario della federazione, Ante Pavlovic, ha spiegato all' Ansa che non intendono recedere «perché non esiste il benché minimo pericolo». A Matarrese e Sacchi non sta bene: se la guerra finisce, andiamo; se continua, non se ne parla. La sicurezza prima di tutto. Non è un concetto sbagliato. Ci mancherebbe. Ieri, a Bruxelles, si e svolta una riunione straordinaria del comitato d'urgenza dell'Uefa alla quale, oltre al presidente Johansson, al segretario generale Aigner e all'inglese Millichip, ha preso parte anche Antonio Matarrese, in qualità di vicepresidente vicario. Il tema è stato discusso a lungo. L'unica decisione presa, però, non riguarda Croazia-Italia, bensì Croazia-Estonia, in calendario il 3 settembre, Non si gio¬ cherà a Spalato, e neppure a Zagabria. Troppo pericoloso. Avrà luogo a Rijeka (Fiume), la località dove è stato dirottato l'Hajduk Spalato per l'odierno «ritorno» con i greci del Panathinaikos (Champions League, turno preliminare). Quanto alla «nostra» partita, tutti d'accordo nell'aspettare gli eventi. Se i cannoni tacciono, Spalato. In caso contrario, un bel campo neutro: il Prater di Vienna. La soluzione caldeggiata dalla Figc. Fiume non sarebbe proponibile dal momento che ha uno stadio troppo angusto ed è troppo vicina al confine: giocheremmo in casa. Per oggi è atteso un comunicato dell'Uefa. Secondo un dispaccio Ansa, l'Estonia, per ora, non avrebbe posto il problema della sicurezza dell'area. Il problema è stato sollevato esclusivamente dai nostri. Don Tonino ha paura, non a torto, di passare per quello che vuole speculare sulle bombe: è vero che, al novanta per cento, si qualificano le prime due, ma Croazia-Italia a Vienna è sempre meglio che a Spalato (o Zagabria) eccetera eccetera. Per questo si è mosso con somma (per lui) cautela, anche se con uno zelo esagerato. Lo comprendiamo. Il calcio italiano non è nuovo a manovre spericolate: nel 1992, pur eliminati dalla fase finale degli Europei, tentammo di commuovere l'Uefa affinché ci ripescasse al posto della dissolta, ma qualificata, Urss: e se non fosse intervenuto d'autorità Blalter, ci saremmo pure riusciti. Il giugno scorso, il Milan, escluso dalla Champions League, ha fatto di tutto per scalzare i serbi della Stella Rossa Belgrado in nome del conflitto in atto nell'ex Jugoslavia. A Ginevra, però, si sono ricordati di avere un regolamento e lo hanno applicato (a beneficio della prima delle escluse, la Dinamo di Kiev). Matarrese in persona, sempre a giugno, tentò di iscrivere fuori tempo massimo il Napoli alla Coppa Intertoto, manifestazione che, se vinta, avrebbe permesso alla squadra di Bo- skov di disputare la Coppa Uefa, e ricavarne - vista la disastrosa situazione finanziaria - fondamentali benefici economici. Questa volta, però, c'è di mezzo una guerra, odiosa come e più di tutti gli altri conflitti per le atrocità che l'hanno scandita e l'indifferenza che, da parte nostra, l'ha incorniciata. A chi dobbiamo credere, senza per questo cadere nell'ipocrisia e bivaccare nel cinismo, fra Bohan, croato, che dichiara al Corriere della Sera: venite, nessun rischio, e Sacchi che precisa: andiamo solo se il conflitto finisce? I dubbi, ripetiamo, sono legittimi. Avremmo però preferito una presa di posizione più coraggiosa: cari croati, con tutto il rispetto, non ce la sentiamo di venire a giocare non lontano da dove si spara e si muore. Non è una protesta contro di voi, ma contro tutte le guerre. Messa cosi, sul filo della sicurezza, ci sembra un tantino pelosa. Come se Boban e i suoi prodi alla pelle non ci tenessero, [ro. be.]

Persone citate: Aigner, Ante Pavlovic, Antonio Matarrese, Bohan, Hajduk, Johansson, Matarrese, Sacchi