Sui muri di Orgosolo un grazie al killer

Sui muri di Orgosolo un grazie al killer Al Umerale il parroco rifiuta di suonare le campane a morto. «Li Sardegna deve ribellarsi» Sui muri di Orgosolo un grazie al killer Scritte con lo spray: il bandito che ha ucciso è un mito UNA SCELTA SOTT'ACCUSA GCAGLIARI USINU sei un mito», è questa una delle tante scritte apparse sui muri di una chiesa di Orgosolo e inneggianti al bandito Andrea Gusinu, l'allevatore di Padru, di 39 anni, rimasto ferito nel conflitto a fuoco di Chilivani ed ancora ricoverato nell'ospedale di Olbia. Ma sulla chiosa di San Marco, nelle campagne poco fuori dell'abitato di Orgosolo, sono diverse le scritte che appoggiano l'azione dei banditi che hanno ucciso i due carabinieri. «Vogliamo il bis del mitico Gusinu betoniera», è una di questa assurde frasi, mentre sulla facciata e stato scritto anche «Viva Gusinu, sei tutti noi». Nei mesi scorsi, le mura della stessa chiesa, che domina la piana di Pratobello, erano state imbrattate della scritta «Vinci paga», facendo riferimeno al giovane imprenditore di Macomer nelle mani dei sequestratori dal 9 dicembre dello scorso anno. Carabinieri e polizia hanno ordinato che le frasi impros- se con lo spray vengano cancellate e hanno avviato in paese le ricerche per individuare gli autori di quello che considerano un gesto che «dan¬ neggia i sardi onesti e crea difficoltà nello svolgimento delle indagini». Per il responsabile del commissariato di Orgosolo, però, si tratterebbe solo di un gesto di qualcuno che non ha niente a che fare con azioni di banditismo, ma che deve far riflettere perché da «il senso d'insofferenza verso le Forze dell'ordine». Anche per il parroco di Orgosolo, don Sebastiano Sanguinetti, le scritte sono una cosa inaudita, esecrabile, «ma ora dobbiamo anche ribellarci a tutto questo - ha detto il sacerdote -. Si tratta, purtroppo, di una cultura che tarda a scomparire». Se il parroco di Orgosolo è duro nei confronti dei malviventi, altrettanto lo è don Salvatore Delogu, parroco di Chilivani, paese di residenza di Graziano Palmas, il bandito che si e ucciso con un colpo di pistola alla testa la notte della tragica sparatoria. 11 prete si è rifiutato di suonare le campane a morto. Ad officiare la cerimonia funebre, senza alcun rito come la Messa, nella cappella del cimitero di Ozieri, sono stati il vicario del vescovo di Ozieri, don Dottori, e un carmelitano, fra Giuseppe Hanno benedetto la sal¬ ma prima della tumulazione. Al seppellimento erano presenti solo i famigliari che hanno chiesto perdono por l'azione del loro congiunto. Sul fronte delle indagini, un importante passo avanti è stato fatto con l'arresto, eseguito nella nottata di ieri, dal cognato del bandito suicida, Graziano Palmas. L'uomo e stato accusato, dal sostituto procuratore Gaetano Cau, che guida le indagini, di concorso in triplice omicidio, tentativo di rapina e detenzione di armi da guerra. L'azione che ha portato al fermo si e svolta nel corso della notte quando i carabinieri hanno bloccato Cosimo Cocco, 47 anni, di Bonarcado, il custode di un deposito che si trova nei pressi del luogo dove si è svolto il conflitto a fuoco. Una delle tante perquisizioni si è trasformata così in un importante successo per le Forze dell'ordine. Nel cortile interno, su una catasta di legna, i militari hanno trovato due fucili d'assalto AK-47 Kalashnikov, una baionetta, miccia detonante, del tipo usato dai banditi per far saltare gli sportelli dei furgoni blindati. Per gli inquirenti, che hanno perquisito anche una vicina villetta dove, oltre ad altre armi (fucili e pistole) hanno rinvenuto ricetrasmittenti, guanti da chirurgo e due divise da carabiniere, potrebbe essere questa la base a poca distanza dal luogo della sparatoria per la banda che vedrebbe ancora tre o quattro componincnti latitanti. Secondo i militari, Palma e Gusinu, subito dopo la sparatoria, si sarebbero rifugiati nel deposito dove Cocco fa il guardiano e qui avrebbero atteso l'imbrunire per riprendere la fuga. Nella zona, in precedenza, era stata anche ritrovata la «Fiat Croma» usata nel tentativo di rapina al furgone. Per Cocco è quindi scattata l'incriminazione per il triplice omicidio ed e stato successivamente trasferito nel carcere dell'Asinara per poterne garantire l'isolamento e l'incolumilà. Marco Aresu Fermato dai carabinieri il cognato del bandito suicida In casa aveva i fucili dell'assalto Cosimo Cocco arrestato dai carabinieri