Un giorno da incubo a Sarajevo

Attacco bosniaco, i serbi replicano con un diluvio di fuoco: 6 morti e 32 feriti Attacco bosniaco, i serbi replicano con un diluvio di fuoco: 6 morti e 32 feriti Un giorno da incubo a Sarajevo La gente: prima dell'inverno fuggiremo tutti ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Nuovo sangue a Sarajevo. Almeno sei morti e 32 feriti sono il bilancio degli ultimi bombardamenti dei miliziani serbi che hanno ripreso ad attaccare la capitale, per rappresaglia contro un attacco dell'esercito bosniaco a un deposito di armi serbo a Vogosca. Tra i morti di Sarajevo c'è una ragazza ventiduenne, mentre tra i feriti ci sono 2 bambini e 6 Caschi Blu egiziani. Stremata da tre anni e mezzo di feroce assedio la popolazione oramai dimezzata della città ha raggiunto i limiti della resistenza. Di fronte all'avvicinarsi del quarto inverno di morte, fame e disperazione, migliaia di persone stanno preparandosi a fuggire. Ecco perché il presidente Izetbegovic ha annunciato che l'assedio della capitale bosniaca deve essere rotto entro novembre. A detta dell'Orni le nuove bombe su Sarajevo sarebbero una risposta all'attacco delle forze bosniache che in mattinata hanno colpito un deposito di armi dei serbi a Vogosca, a Nord della capitale, uccidendo una persona c ferendone due. Poche ore dopo i serbi hanno attaccato con un colpo di mortaio un posto di osservazione delle forze di pace dell'Onu ferendo sei Caschi Blu egiziani. E la forza di reazione rapida ha sparato a sua volta con i cannoni da 155 mm contro la postazione di artiglieria serba. E' la prima volta che le artiglierie della forza franco-anglo-olandese entrano in azione. Decine di granate sono state sparate dai serbi contro vari quartieri di Sarajevo. Le vittime, tutte civili, sono state uccise per strada. Un'esplosione ha distrutto un palazzo commerciale di cinque piani nella periferia occidentale, vicino alla sede della tv. L'edificio è stato raso al suolo. Non ci sono ancora dati sulle vittime, ma è stato accertato che l'esplosione è stata causata da un missile lanciato dai serbi. Gli abitanti di Sarajevo non ce la fanno più. «Da metà giugno a metà luglio i bombardamenti non sono cessati. Siamo rimasti chiusi in casa in condizione disumane, senza luce, senza gas, senza cibo e con poche gocce d'acqua. Poi, per qualche settimana, la situazione è sembrata migliorare, ma adesso stiamo ripiombando nell'inferno. Non rimane altro che andarcene, anche se non sappiamo come uscire dalla città», ripetono in molti. Che migliaia di abitanti siano pronti a fuggire è stato confermato da fonti governative bosniache che temono un'eventualità del genere. Dall'inizio della guerra Sarajevo ha avuto 10.500 morti, tra cui centinaia di bambini, e 50 mila feriti. Più della metà della popolazione, circa 300 mila persone, ha lasciato la capitale. Quelli che sono rimasti hanno perso ogni speranza. Un altro inverno di assedio significherebbe la fine per tutti. Per cui Hasan Muratovic, responsabile del governo di Sarajevo per i rapporti con l'Onu, ha lanciato un ultimatum alla Forza di rapido intervento. «O si decidono a proteggere la strada del monte Igman per tutti, e non solo per i convogli dell'Onu, o se ne vadano», ha detto Muratovic aggiungendo che Sarajevo non ha bisogno né dei Caschi Blu né dei soldati della Forza di rapido intervento, se questi non sono capaci di garantire la sicurezza agli abitanti. Il primo convoglio dei Caschi Blu ucraini ha lasciato ieri l'enclave musulmana di Gorazde, in Bosnia orientale. Nei prossimi giorni dovrebbero andarsene anche i 180 soldati del contingente britannico. Nella zona che l'Onu ha proclamato protetta non rimarrà un solo soldato. A prendere il loro posto dovrebbero essere 15 osservatori dell'Onu. D'ora in poi la sicurezza di Gorazde è affidata alla Nato, affermano i vertici dell'Onu, ma i caccia alleati non si sono mossi quando due giorni fa i serbi hanno bombardato l'enclave musulmana uccidendo tre bambini. Nel quadro delle numerose iniziative diplomatiche per la settimana prossima è stato annunciato un incontro tra il presidente bosniaco Izetbegovic e il francese Chirac. Invece ieri i dirigenti di Belgrado non hanno voluto incontrare la commissaria europea per gli aiuti umanitari Emma Bonino, perché a nome della Ue si era detta contraria al trasferimento nel Kossovo, provincia serba a maggioranza albanese, dei serbi fuggiti dalla Krajina croata. «Sono molto sorpresa. E' la prima volta che mi capita una cosa simile in tante missioni umanitarie» ha detto la Bonino. La situazione rimane tesa anche in Croazia dove i miliziani serbobosniaci di Trebinje hanno nuovamente bombardato la zona di Dubrovnik. Alcune granate sono state spaiate ieri contro i paesi della costa a Nord e a Sud della città. Allarme generale anche a Osijek, capoluogo della Slavonia, dove una granata sparata dai serbi dei territori occupati della Slavonia orientale ha l'orilo una persona e danneggiato alcune case. le ad una ente egiziano del A delta portavoce dell'Onu a Zagabria Chris Gunness lunedì sera due elicotteri francesi della Forza di rapido intervento sono stati fatti sogno di colpi di arma da fuoco a Est del porto di l'Io ce, sulla costa dalmata. Intanto il generali; Cermak, comandante dello forze croate a Knin, ha annunciato che oggi consognerà all'Orni la lista coi nomi delle persone che la Croazia accusa di crimini di guerra e che si trovano tra i profughi sorbi rifugiatisi nel campo dei Caschi Blu a Knin. Ingrid Badurina E spara anche la Forza Nato di reazione rapida Belgrado non riceve il commissario Ue Bonino che s'oppone all'invio di serbi in Kosovo <à NON TOGLIETE L'EMBARGO SULLE ARMI «Una rolla tolto l'embargo, le armi affluiranno in Bosnia il che significa che le forze intemazionali si ritireranno e la violenza serba diverrà sempre più feroce fino a spazzar via la regione prima ancora che la Bosnia abbia avuto il tempo di utilizzare le armi ricevute. Questo è il motivo per cui sono favorevole ad una soluzione politica della crisi-. HOSNI MUBARAK Presidente egiziano I comandanti dei Caschi blu In Bosnia e a Sarajevo Smith e Bachelet e una donna col suo bambino nella capitale |FOTO RtUTER]