Affaroni in Nigeria la grande truffa di Angelo Conti
Protesti per 30 milioni Migliaia di imprenditori contattati, c'è chi ha perso cifre a otto zeri, inchiesta della Procura Affaroni in Nigeria, la grande truffa La banca africana avverte: italiani, state attenti TOTC A LAGOS TRE colonne, a pagina 6 del Coniere della Sera. La Banca Centrale della Nigeria fa sapere agli imprenditori italiani che c'e qualcuno, laggiù, che li vuole truffare. Ad un'altra inserzione a pagamento la banca di Lagos era ricorsa quattro anni fa, quando arrivò in Italia la prima ondata di lettere che proponevano business miliardari ad ogni categoria di imprenditori, persino sarti e lattai. Il Piemonte è stato, allora come adesso, la regione più bersagliata. Migliaia di «proposte» di collaborazione (spedite da sedicenti funzionari della Nigerian National Petroleum Company e più recentemente anche da altrettanto sedicenti dirigenti della Central Bank of Nigeria) hanno raggiunto operatori della nostre regione, ed alcuni sono cascati nella truffa perdendo cifre anche ad otto zeri. Sul tavolo del sostituto procuratore torinese Donatella Masia ci ~ono esposti e denunce al riguardo, ma l'assoluta impossibilità di operare in Nigeria ostacola l'approfondimento dell'indagine. Un ufficiale dei carabinieri, spedito a Lagos nei mesi scorsi proprio per cercare di far luce su questa vicenda, è stato oggetto addirittura di un tentato omicidio. Si è deciso di farlo rientrare, ferito, rinviando le indagini a tempi più propizi. La Banca Centrale della Nigeria è tornata a ribadire la sua estraneità dopo essere stata nuovamente tirata in ballo da proposte che hanno raggiunto (questa volta prevalentemente via fax) alcune centinaia di altre imprese. Ad ipotizzare questi affari erano stavolta falsi dipendenti della banca: «Si tratta - ribadisce l'istituto nigeriano - di notori truffatori che non vanno assolutamente presi sul serio. Le stesse loro proposte, che fanno riferimenti ad un misterioso riciclaggio, sono palesemente disoneste e chi accetta dovrebbe già diffidare per questo». Su parecchie lettere si fa preciso riferimento ad elenchi di imprese segnalate dalle Camere di Commercio italiane. Elemento questo che viene usato per dare maggior credibilità alla proposta: «Attenzione - spiega Cesare Pedemonte, vicesegretario generale della Camera di Commercio di Torino - perché i nostri elenchi sono pubblici. Noi li forniamo a tutti coloro che ne fanno richiesta. Ogni giorno ci arrivano tre-quattro inviti in tal senso dall'estero. Qualche volta c'è una indicazione specifica, ci chiedono ad esempio l'elenco di tutti gli orafi o di tutti carrozzieri, qualche altra volta la richiesta è quella dell'elenco generale. Noi dobbiamo evaderle tutte, anche perché si tratta di favorire contatti commerciali che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono seri». Ma sul conto della Nigeria c'è comunque da stare sempre attenti: «Le imprese che concludono accordi commerciali con quel Paese devono sapere che i pagamenti in divisa locale, la naira, non vengono quasi mai convertiti in divisa internazionale dalla Banca Centrale Nigeriana». Un caldo consiglio a diffidare arriva anche dall'Unione Indu¬ striale: «Sui nostri bollettini ribadiamo con frequenza - spiega Claudio Barbero responsabile Ufficio Commercio Estero - di non cascare nella trappola. Si tratta di proposte assurde, in cui si parla di miliardi come noccioline. E si invita ad inviare la propria carta da lettere timbrata e firmata, insieme con il proprio numero di conto corrente bancario. Solo uno scriteriato ci può cascare». Un imprenditore di Rivoli, che ha segnalato il tentativo di truffa a La Stampa, ha però spiegato di avere comunque avuto la tentazione di provare: «L'utile prospettato è davvero notevole, il meccanismo plausibile. Ma mi sono ricordato, mentre stavo per rispondere, di un episodio del film TotòTruffa in cui l'attore napoletano con il volto annerito da lucido da scarpe e mascherato da ambasciatore di un Paese africano propone insieme ad un complice (Nino Taranto) un accordo vantaggiosissimo ad un industriale italiano. Mi sono fatto una risata ed ho buttato tutto nel cestino». Angelo Conti L'inserzione comparsa ieri sul Corriere della Sera. La banca avverte di non prestar fede a «notori truffatori» Ma qualcuno è cascato nella trappola e, persi i quattrini, ha fatto denuncia
Persone citate: Cesare Pedemonte, Claudio Barbero, Donatella Masia, Nino Taranto
Luoghi citati: Italia, Lagos, Nigeria, Piemonte, Rivoli, Torino
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