LA FINZIONE PIÙ VERA DEL VERO

il regista che sfidò la tv LA FINZIONE PIÙ' VERA DEL VERO NANNI Loy, regista della realtà: al cinema. Regista dell'irrealtà e della finzione: in tv. Proprio lui che sul grande schermo raccontava le vicende vero dei personaggi dell'Italia minore, sul video aveva inaugurato profeticamente il filone dell'artificio talmente esasperato da diventare più vero del vero. Ieri, nel giorno della morte, le reti televisive hanno passato e ripassato i momenti memorabili della trasmissione che più di ogni altra gli diede notorietà: «Specchio segreto» debuttò in Italia nell'autunno del '64, lanciando la candid camera, inventata nel 1948 da Alien Funt, naturalmente americano. Nella tv di adesso la tecnica della telecamera nascosta è diffusissima («Scherzi a parte», «Complotto di famiglia», «La stangata», «Paperissima»), ma a metà degli Anni Sessanta, nella piccola Italia che stava uscendo dalla povertà, ebbe un effetto dirompente. E alcuni episodi rimasero memorabili: Nanni Loy che entra in un bar e, cortesemente, chiede agli avventori di fare con la sua brioche la zuppetta nel loro cappuccino: Nanni Loy che davanti alla Breda di Sesto San Giovanni, in tuta da operaio, inalbera un cartello con la scritta «Non ho piti voglia di lavorare», pretendendo di essere mantenuto da loro, in nome della solidarietà di classe; Nanni Loy che, fingendosi evaso dal carcere di Regina Coeli, chiede ai passanti di regalargli almeno la cintura dei pantaloni, che in galera gli avevano tolto. L'Italia raccontata senza mediazioni di sceneggiatura ottenne dodici milioni di telespettatori a puntata, e spaccò il mondo intellettuale. Molti si schierarono contro il programma che carpiva la buona fede delle persone, qualcuno parlò di «pena e ribrezzo» per gli ingannati. Parole pesanti, che nascondevano un disprezzo d'altro tipo: quello per la televisione, considerata ancora, e soltanto, uno strumento volgare per persone volgari. Dopo «Specchio segreto», Loy rifece l'esperimento con «Viaggio in seconda classe», nel 1977, poi nel '90 collaboro a «Candid Camera Show», con Mara Venier: ma il successo non fu più così clamoroso, il pubblico cominciava ad essere smaliziato. Le schiere di imitatori sono arrivate in questi ultimi tempi, e non hanno più alcuna pretesa di capire la realtà attraverso la quintessenza della finzione. D'altronde, tutto è finzione. Diceva Loy: «La realtà può ispirare il cinema, ma non è il cinema». Alessandra Co ma zzi

Persone citate: Alessandra Co, Alien Funt, Mara Venier, Nanni Loy

Luoghi citati: Italia