«Non aspettavano Cossiga i kalashnikov dei banditi»

10 Magistrati e investigatori sull'agguato contro i carabinieri: «L'ex Presidente non era sull'isola» «Non aspettavano Cossiga i kalashnikov dei banditi» CAGLIARI. Lo attendevano per ucciderlo. Il bersaglio: l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Una notizia sparata in prima pagina dal quotidiano La Nazione di Firenze che ha fatto sobbalzare sulla sua sedia il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Sassari, Gaetano Cau, che dirige le indagini sulla strage di Ozieri nel corso della quale sono morti due carabinieri e due banditi ed è stato ferito un terzo malvivente. Ma come, a cinque giorni dalla tragica sparatoria si credeva che tutto fosse motivato (e le indagini erano in questa direzione), da una rapina ad un furgone portavalori, ed invece no, ora si scopre che il bersaglio di Kalashnikov ed M.16 era Cossiga. L'ex presidente sarebbe dovuto transitare da lì per raggiungere Ozieri, è stato scritto, e fermarlo con tutta quella potenza di fuoco sarebbe stato facile. Una versione che sembrerebbe vera se non vi fossero diverse incongruenze e tanti dubbi da risolvere. Un giallo dell'estate che ormai va scemando come la notizia del mattino che non regge più nella tarda serata. Per tutto il giorno è un continuo susseguirsi di smentite. Smentisce il magistrato, il questore (che parla apertamente di «bufala»), il comandante dei carabinieri. Cossiga non si trovava in Sardegna il 16 agosto (dicono fosse invece in Irlanda) ed allora l'ipotesi di attentato? Il giallo si sgonfia, ed allora, sussurra qualcuno, forse si è trattato di una «prova generale». Ma perché, a che scopo colpire Cossiga, da parte di una banda di non specialisti, quale il movente? Mistero. Ed allora vi è chi si chiede: perché mettere in giro la notizia che si vuole colpire Cossiga? Lo si vuole davvero eliminare? E' dunque un avvertimento? E da parte di chi? Tante domande per un'ipotesi che pretende molte e precise risposte. Si tratterebbe di un falso scoop senza capo né coda. Basato su elementi privi di qualsiasi fondamento. L'autore è un giornalista dalla lunga esperienza: Giorgio Zicari, già cronista giudiziario del Corriere della Sera che, vent'anni fa, fu sospeso dalla direzione del quotidiano perché ammise di aver collaborato con il Sid, l'allora Servizio di informazione della difesa. Gli stessi comitati di redazione dei giornali del gruppo Monti auspicano, è scritto in una nota, un chiarimento sul prosunto attentato a Cossiga riferito dai giornali del gruppo. «Le redazioni - prosegue la nota - non intendono sottostare a eventuali giochi e interessi estranei alla professione». I fatti, dunque, sono un'altra cosa. Andiamo con ordine. «L'ultima volta che il senatore Cossiga è venuto in Sardegna è stato il 28 luglio scorso - spiega il prefetto di Sassari, Efisio Orrù -; è stato ospite da noi in Prefettura per due giorni ed è ripartito domenica 30 luglio, alle 11,30 con un aereo di linea». Mentre il questore di Sassari, Antonio Pitea, è categorico: «Si è trattato di una bufala, è un pessimo incidente di percorso del giornalista». Dal canto suo il comandante della Regione carabinieri Sardegna, colonnello Ermanno Vallino, ha definito priva di fondamento l'ipotesi e confermato che Cossiga non si trovava in Sardegna né è nativo di Ozieri. Vallino ha poi confutato l'affermazione che sulla strada in cui è avvenuto il conflitto a fuoco non transitino furgoni portavalori: «Ne sono passati due - ha detto l'ufficiale - an¬ che il 16 agosto poco dopo l'agguato in cui sono stati uccisi i due carabinieri». Ma ad essere più contrariato per le voci messe in giro sulla vita di Cossiga è il sostituto procuratore Gaetano Cau che ha addirittura convocato una conferenza stampa per chiarire e non mischiare le carte. «I banditi sardi cercano denari e non il senatore Cossiga», ha esordito Cau che ha quindi smentito decisamente le notizie diffuse nella mattinata definite «prive di ogni fondamento». Non è possibile capire, ha aggiunto Cau, quale interesse possa suscitare il senatore Cossiga nella criminalità sarda. Il magistrato ha quindi chiesto nuovamente il silenzio stampa «per evitare - ha detto - che involontariamente vengano aiutati i banditi che si trovano ancora in libertà». Marco Aresu Ai familiari dei militari morti «Capisco il vostro dolore, abbiate pietà per gli errori di mio marito» I funerali dei carabinieri e l'ex Presidente Francesco Cossiga. A destra, una scena dell'agguato della settimana scorsa in cui sono morti i militari