Cadalora vittoria con brivido
ABrno doppietta Aprilia con Biaggi in 250 (6° successo) e Sakata nella 125 ABrno doppietta Aprilia con Biaggi in 250 (6° successo) e Sakata nella 125 Cadqlorq, vittoria con brivido Tensione: sottopeso la sua Yamaha Ma alle verifiche è tutto regolare BRNO. Ieri pomeriggio, per un'ora circa, giudici e commissari hanno fatto il possibile a anche l'impossibile per rovinare la grande festa dell'Italia che ha strappato un bel tris di vittorie nella decima prova del motomondiale. Dopo il successo (il sesto della stagione) di Max Biaggi e la sua Aprilia nella 250, dopo il trionfo (atteso 11 mesi, il primo quest'anno) di Luca Cadalora nella 500 e mentre il giapponese Sakata portava al successo l'Aprilia nella 125 (peccato la caduta di Perugini) arrivava in sala stampa, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che la Yamaha di Cadalora era stata trovata sotto peso di 2,5 kg (127,5 contro i 130 regolamentari). Un'enormità. Notizia ufficiale? Macché. Solo voci, per «sentito dire», ma che sono circolate a lungo, senza che i responsabili si prendessero la briga di confermarle o smentirle (e questo è il guaio maggiore). Dopo un'ora, comunque, il giallo è stato risolto: pare che la moto di Cadalora sia stata pesata non correttamente la prima volta, mentre alla seconda «pesata» sia risultata di soli 500 grammi inferiore al limite e comunque ampiamente nel margine di tolleranza voluto dai regolamenti. Il fatto curioso è che anche queste righe pare siano soltanto «voci», giacchè il comunicato di Jack Findly, direttore tecnico della Federazione internazionale si limita a uno scarno comunicato nel quale si legge che «il peso delle prime tre moto della classe 500 è regolare». La sensazione è che si sia creato ad arte un polverone e che la moto di Cadalora fosse regolare sin dal principio. Sia come sia, il successo dell'Italmoto nella Repubblica Ceca è stato completo. Ha iniziato, a mezzogiorno, Sua Maestà Max Biaggi a lanciare la sfida nella 250. L'unico in grado di accettarla è stato il giapponese Harada. Biaggi, ancora una volta, è stato perfetto. Lasciato passare la Yamaha dell'avversario al 10° giro, si è accorto che il giapponese tentava di rallentare per permettere al tedesco Waldmann di recuperare. Una corsa a tre era proprio quello che Max non voleva: «E così sono andato in testa, ho dato gas e Waldmann non ci ha raggiunti. Poi ci siamo giocati tutto nell'ultimo giro». Quando Biaggi è al comando, raramente si lascia sorprendere. E così è stato anche ieri. Ora il suo vantaggio in classifica è salito a 44 punti su Harada, un vantaggio rassicurante, a tre gare dalla fine. Che Max decida di fare il ragioniere? «Io calcoli ne faccio tanti, tantissimi, più di quanto crediate - dice -; ma li faccio prima, durante le prove. In gara, se posso, cerco di vincere. Sempre. Non dimenticate che mi pagano per questo...». Da un Max raggiante, ad un Luca Cadalora addirittura euforico: «Bellissimo, bellissimo - continuava a dire mentre Kenny Ro- berts e i suoi meccanici lo portavano in trionfo -. Ma già dalle prove sentivo che era giunto il momento di vincere. Ho capito che c'era la possibilità e ho giocato bene le mie carte. All'inizio Doohan sembrava imprendibile. Poi, a poco a poco, l'ho rimontato e quando l'ho passato è stata una bella soddisfazione. Nel finale, poi, ho temuto di perdere perchè il motore ha cominciato a vibrare, ma tutto è finito per il meglio. Negli ultimi tempi ho masticato amaro, adesso mi sento bello dolce...». La morale è chiara: se Luca ha un mezzo competitivo (e la Yamaha è tornata tale dopo aver finalmente ritrovato gomme Dunlop affidabili) non è secondo a nessuno, neppure a Doohan, che il mese scorso lo aveva criticato per il suo modo di correre. Posto che i giochi per il titolo siano ormai fatti, a Luca resta l'amarezza di essere partito a inizio stagione come uno dei favoriti e di non aver potuto lottare con i migliori. Ha ancora tre gare per toglierei qualche soddisfazione, così come Capirossi, ieri brillante 4U. Chi chiede la rivincita contro la malasorte è Perugini. Il pilota romano è caduto mentre, insieme con Sakata, aveva fatto il vuoto. «Errore mio, ho aperto il gas troppo presto. Arrabbiato no, ma deluso sì. Qui a Brno pensavo di vincere». Peccato, ma il tempo per riprenderseli c'è. L'avventura infatti, continua tra un mese, sul circuito di Rio in Brasile. [e. b.)
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