Il Caravaggio dei Walser

Torna Tanzio da Varallo Torna Tanzio da Varallo Il Caravaggio dei Walser CHIKTI grazie in- II L nostro secolo nanzitulto a Roberto Lon ghi, lo ha riconosciuto co J me la figura più alta e dura, di irrimediabile rocciosa bellezza, fra i portatori del verbo caravaggesco, profeta di ritorno nella terra lombarda d'origine del maestro, dopo avere esordito anche lui nelle terre fra Roma e Napoli, dove il maestro calato dal Nord aveva fondato la pittura della realtà moderna: parlo del walser Antonio d'Errico, detto Tanzio da Varallo, «Antonio d'Herrico Tedesco» poi Gian Tommaso Manzi, l'erudito abruzzese che nel '700 ricordo per primo la presenza di un'opera del pittore ai piedi della Maiella, a Pe scocostanzo. (ili studi più recenti hanno approfondito la complessità iconologica dell'arte del Caravaggio fra Roma e il vicereame napoletano, con le sue contrastanti stratificazioni culturali specchio di un mondo fra Controriforma cattolica e rivoluzione scientifica (copernicana e galileana), entro cui si muovevano i suoi nobili committenti. 11 Tanzio è pittore, per sua scelta e per profonda vocazione sacrimon tana, al di fuori del circuito culturale dei grandi centri; anche a Milano lavorò ad affresco per chiese di minor spicco mondano, S. Antonio Abate dei Teatini, il convento di S. Maria della Pace. Pittore di confraternite e di piccola nobiltà di provincia, errante da giovane nelle alte valli abnizzesi e nella maturità nella provincia occidentale lombardo-piemontese, durante le libere uscite dal gran cantiere varallese ereditato da Gaudenzio Ferrari. Ogni suo quadro riscoperto ci propone a confronto l'essenza nuda e forte del linguaggio caravaggesco della realtà come immagine ed espressione di una sacralità diretta ed essenziale; «di base», anche quando al posto della comunità di Camasco nel costume locale mai mutato - le donne con i pizzi «a puncetto» -, venerante S. Rocco, compare qualche committente locale nelle vesti spagnole della classe dominante. Un tale committente compare anche nella Madonna col Bambino e S. Francesco nell'ex cappella della Confraternita del Santissimo Sacramento nella parrocchiale di Colledimezzo, borgo alto su uno sperone nell'alta valle del Sangro, 250 «anime» all'epoca, pubblicata da Franco Battistella sull'ultimo numero della «Rivista abruzzese» Databile al 1615 in base all'ordine di nuova erezione di altare e eappella in un atto di Sacra Visita, la pala riscoperta è la terza abruzzese, dopo la Circoncisione per Fara S Martino, altra minuscola comunità alle pendici della Maiella sulla strada verso Pescocostanzo, dove poi dipinse la Madonna di Costati tinopoli e santi per i d'Amata, proprietàri di greggi che avevano appena comprato baronia e altare nella Collegiata. Leggibilissimo nella sua veste di notabile, pur nello stato fatiscente della tela abbandonata nei monti per secoli, ma recuperabile - come auspica l'autore della scoperta, e speriamo che questo articolo sia d'aiuto -, anche qui l'ignoto committente esibisce grandi, ossuti! mani di lavoro, non di spada o di penna d'oca; modellate in materia di luce, falange per falange, come solo il Tanzio sapeva fare. E l'asciutto S. Francesco che gli poni.' la mano sul capo ha il volto bruciato dal sole dei Monti Frentani, ha l'impronta della terra avara e della pastorizia, ma nello stesso tempo è una sacra icona illusionistica, Ira pittura e scultura, come le statue dei Sacri Monti. La scoperta più mirabile è la nascita letterale, in questo 'fònzio iniziale, della sua Madonna col Bambino. Continuerà a riproporre con poche varianti quel sacro gruppo, statuario ma umanissimo, che impone adorazione ma promana affetto, fino alla line del successivo quindicennio, nelle Madonne e santi in collezione privata torinese, in quella rubata anni fa nella parrocchiale di S. Cristina di Borgomanero, a Lumellogno presso Novara, nell'oratorio montano di Sabbia oggi nella Pinacoteca di Varallo Sesia. Il modello di partenza è la Madonna del Rosario di Caravaggio, oggi a Vienna dopo essere stata dei Domenicani ad Anversa, ma che risulta in vendita nel 1607 a Napoli e il Tanzio fu a Napoli -, ma è tutta e solo del Tanzio, da un quadro all'altro, l'indicibile fusione fra la sublimazione della bellezza classica mediterranea nelle Madonne di Antonello da Messina e di Raffaello e la corporea concretezza di sangue e di amore di madri valligiane. Marco Rosei allo, onna bino, esco Assisi nte» lare) Tanzio da Varallo, «Madonna col Bambino, San Francesco d'Assisi e il committente» (particolare)

Persone citate: Antonello Da Messina, Antonio Abate, Antonio D'errico, Fara, Franco Battistella, Gaudenzio Ferrari, Gian Tommaso Manzi, Walser