Provaci ancora, Iron Mike

Provaci ancora, Iron Mike Resta una scommessa capire se è ancora il più forte di tutti Provaci ancora, Iron Mike NIENTE di più di un banale allenamento al sacco per Mike Tyson, anche se stavolta il sacco aveva un nome ed un cognome. Peter McNeeley era stato accuratamente scelto fra i nullatenenti del pugilato in modo che presentasse, accanto a una dignitosa facciata, doti così scarse da renderlo innocuo per il rientro, dopo quattro anni di inattività, di Iron Mike: un fisico imponente anche se con abbondanti rotoli di ciccia sui fianchi, un record sapientemente costruito incontrando tuia serie di «sacchi di patate». Sul ring McNeeley ha fatto il massimo consentitogli per dimostrarsi un pugile vero: la faccia feroce al momento del fervorino arbitrale a centro ring, una carica scomposta e forsennata al primo gong quasi avesse i cani alle calcagna o fosse drogato (magari lo era). Ma è finito lì. Tyson ha cercato di scrollarselo di dosso e al primo varco in quel mulinar di pugni a vanvera ha scagliato un destro non particolarmente violento che ha colto il rivale sbilanciato e lo ha mandato ima prima volta a terra. McNeeley, conscio di dover far qualcosa per meritarsi gli 800 milioni di borsa, si è rialzato subito, ma dopo il conteggio ha subito un'altra e più decisa scarica di pugni, è tornato al tappeto e il suo manager Pat Vecchione ha giudiziosamente deciso che bastava così. Erano passati 89 secondi, giusto il tempo di bere un caffè: ma come si fa a giudicare, in così poco, se un pugile è veramente in forma? Tyson è parso lo stesso di una volta quanto ad abbigliamento: il solito asciugamano di spugna con un buco in mezzo a ino' di pondo, le solite scarpette senza calzini, il solito sguardo freddo e implacabile. Il resto è tutto da indovinare. Mike è sembrato abbastanza sciolto nei movimenti, per quanto si possa giudicare da un combattimento flash, e le sue 220 libbre di peso (cento chili) testimoniano il raggiungimento di una forma fisica vicina a quella di quattro anni fa. La volontà di sfruttare il fiume d'oro che corre incontro a lui, e al suo clan, è evidente. Ma per un giudizio meno approssimativo è meglio attendere la prossima tappa che sarà meno farsesca. Scartato Lou Savarese, per il 4 novembre si parla di Buster Mathis jr, figlio di quel Buster Mathis che nel '66 fu battuto in 11 riprese per il titolo mondiale da Joe Frazier. Anche Mathis jr è imbattuto, il suo record non ha grandi nomi ma è stato campione Usa dei massimi. Un pugile vero, non una parodia come McNeeley. Gianni Pignata

Persone citate: Buster Mathis, Gianni Pignata, Iron Mike, Joe Frazier, Lou Savarese, Mike Tyson, Pat Vecchione, Peter Mcneeley

Luoghi citati: Usa